Scuola, una rivoluzione chiamata Tfa
Fioriscono i corsi di preparazione
di Valentina Guido
Un'aula scolastica (foto: SassariNotizie.com)
SASSARI. C’è aria di rivoluzione nella scuola pubblica italiana. Il 14 marzo il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha emanato il decreto numero 31 con cui stabilisce la programmazione a livello nazionale del Tirocinio formativo attivo. Ma che cos’è? E’ un corso abilitante all’insegnamento, di durata annuale e, in seguito al superamento dell’esame finale, attribuisce agli aspiranti docenti l’abilitazione per una delle classi previste dai decreti ministeriali 39/98 e 22/2005.
L’idea non è nuova: in Germania, per esempio, si diventa insegnanti nelle scuole statali al termine di un percorso di due anni, il Referendariat, una sorta di lungo tirocinio durante il quale l’aspirante docente insegna sotto la lente d’ingrandimento in un tutor che valuta tutte le sue performance e decide se il candidato è idoneo o meno ad accedere all’esame finale. E quest’ultimo scoglio, tra l'altro, non è una formalità. Il Tirocinio formativo attivo sostituisce le Ssis, scuole di formazione per gli insegnanti di scuola secondaria di durata biennale: una meteora apparsa e sparita dall’ordinamento nel giro di pochi anni.
L’idea non è nuova: in Germania, per esempio, si diventa insegnanti nelle scuole statali al termine di un percorso di due anni, il Referendariat, una sorta di lungo tirocinio durante il quale l’aspirante docente insegna sotto la lente d’ingrandimento in un tutor che valuta tutte le sue performance e decide se il candidato è idoneo o meno ad accedere all’esame finale. E quest’ultimo scoglio, tra l'altro, non è una formalità. Il Tirocinio formativo attivo sostituisce le Ssis, scuole di formazione per gli insegnanti di scuola secondaria di durata biennale: una meteora apparsa e sparita dall’ordinamento nel giro di pochi anni.
I numerosi cambiamenti avvenuti in così poco tempo hanno creato confusione e non poche rivalità tra i vecchi abilitati, gli abilitati post Ssis e quelli futuri che seguiranno il nuovo percorso del Tfa. Il mondo della scuola, infatti, è già pieno di precari e il Coordinamento precari del nord Sardegna sostiene che non è certo il caso di immetterne di nuovi nel sistema.
Il Tfa è stato istituito ufficialmente a dicembre 2011. Le polemiche di allora riprendono vigore in questi giorni, dopo che il Miur ha pubblicato l’elenco dei posti disponibili per ogni classe di concorso e università. A Sassari i posti sono così suddivisi: 15 per le classi A043 (italiano, storia e geografia) e 10 nella classe A059 (matematica e scienze) per la scuola secondaria di 1° grado; per la scuola secondaria di 2° grado, i posti sono 15 (A043), 10 (A059), 5 (A036 filosofia, psicologia, scienze dell'educazione), 5 (A037 filosofia e storia), 15 (A050 materie letterarie negli istituti di II grado), 12 (A051 materie letterarie nei licei e negli istituti magistrali), 7 (A052 materie letterarie, latino e greco nel liceo claissco), 10 (A060 scienze naturali, chimica, geografia, microbiologia), 10 (A346 lingua e civiltà straniera inglese), 10 (A446 lingua e civiltà straniera spagnolo). In totale si calcolano 124 nuovi abilitati tra un anno.
Le prove di accesso al Tirocinio formativo attivo, sia scritte che orali, sono previste nel mese di giugno. Come è prevedibile in questi casi, stanno fiorendo ad hoc corsi di formazione frontali e on line a pagamento, promossi anche dai sindacati (per esempio Cisl scuola Sassari). I precari si augurano che non sia un trucco per consentire agli enti di formazione di lucrare alle spalle dei disoccupati.
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