Parte il Sardinia Film Festival 2012
Il mondo intero in uno schermo
di Francesco Bellu
SASSARI. Sette anni significa diventare più grandi e acquistare maggiore credibilità. Il Sardinia Film Festival del cineclub Fedic Sassari ha centrato questo obiettivo e si presenta nuovamente con eventi speciali, proiezioni di cortometraggi, incontri con registi e professionisti del mondo della celluloide. Per cinque giorni, dal 25 al 30 giugno, il Quadrilatero di viale Mancini diventerà un vero e proprio cantiere cinematografico a cielo aperto dedicato ai “piccoli” film arrivati dai quattro angoli del globo. Tra le novità dell'edizione 2012 spiccano i tre premi dati dalle tre massime cariche dello Stato: le medaglie della Presidenza della Repubblica, della Camera e del Senato che verranno assegnate a opere a tematica sociale e culturale e il convegno dedicato all’associazionismo culturale che si terrà il 29 e 30 tra Sassari e la Sella&Mosca di Alghero. Durante l’incontro si metteranno sul tavolo tutti i problemi e le potenzialità dell’operatore cinematografico. Modererà l’incontro Italo Moscati. Ci sarà anche un corso per la realizzazione di un cortometraggio in collaborazione con l’Unione cineasti indipendenti per massimo una decina di persone che potranno così vedere in maniera concreta come si realizzano.
Per quanto riguarda i film, i numeri danno uno scenario in controtendenza rispetto agli altri festival italiani, tanto che l’edizione 2012 durerà un giorno in più. Rispetto all’anno scorso sono raddoppiate le opere in gara (dalle cento del 2011 alle quasi duecento attuali), selezionate tra le 949 arrivate da una sessantina di Paesi. In totale si parla di 42 ore di proiezione diurne e serali. Le categorie in gara sono sette: fiction nazionale e internazionale, documentario, sperimentale, animazione, video-arte, Vetrina Sardegna. Un’intera giornata (il 27) sarà dedicata interamente all’Africa con un focus che si aprirà con il documentario “A1oradaqui” sulla Guinea Bissau di Fulvio di Giuseppe, Edgardo Tufo e Roberto Moretto e proseguirà con altri 9 contributi che tra fiction e documentario racconteranno un continente, le sue risorse e contraddizioni. Altri due eventi saranno il 26 con le proiezioni dei documentari “Buio in sala” di Riccardo Marchesini sulla crisi dei cinema dal 2000 a oggi e “Oil” di Massimiliano Mazzotta sulla vicenda della Saras di Sarroch, a cui parteciperà anche il regista. Il 28 è la volta di “Cinque bravi ragazzi” di Aurelio Grimaldi, in cui il regista siciliano interpella Ugo Gregoretti, Carlo Lizzani, Citto Maselli e Carlo Arlorio, che ricostruiscono attraverso un film collettivo il terremoto di Messina e Reggio del 1908. Anche in questo caso il film sarà presentato dall’autore che insieme ad altri critici e registi farà, peraltro parte della giuria del festival.
Durante la serata inaugurale del 25 sarà dato spazio alla popolazione Tuareg con un breve documentario in cui viene raccontata la condizione dei nomadi del deserto come popolo senza stato, spesso costretto a vivere in campi profughi e guardato con sospetto dal mondo occidentale. Il film, dal titolo "Amanar tamesheq" di Lluis Escartin, di riflesso permetterà di ricordare durante il festival Rossella Urru, la coopernate di Samugheo rapita ad ottobre in Algeria. Si prosegue poi con un omaggio a Mario Monicelli e Maria Giacobbe con "Per noi il cinema era "Proibito" di Sergio Naitza che ripercorre i set di Tissi, Aggius e la Gallura, scelti dal regista de "La grande guerra" per girare "Proibito" tratto dal romanzo "La madre" di Grazia Deledda e "Fra due mondi: ritratto di Maria Giacobbe" di Francesco Satta: ritratto della scrittrice nuorese che da insegnante di provincia diventa conosciuta in tutta Europa grazie ai suoi romanzi. La chiusura, il 30, è affidata a "I morti di Alos" di Daniele Atzeni, unico film italiano presente al Festival internazionale di Clermont Ferrand 2012. Il regista segue la traccia del falso documentario raccontando la storia di un paesino immaginario della Sardegna, Alos, della sua industrializzazione e della catastrofe chimica che lo distrusse nel 1964. Unico sopravvissuto è Antonio Gairo, voce narrante e memoria storica di quegli eventi.
Il direttore artistico della manifestazione è Antonio Macciocco, mentre Angelo Tantaro è il nuovo presidente del festival, subentrato a Carlo Dessì che è rimasto a tenere le redini del cineclub Fedic Sassari. Il “Sardinia” è tra le manifestazioni che costituiscono la base delle preselezioni ai Nastri d’argento, sezione cortometraggi, ed è realizzato grazie al contributo della Regione Sardegna, della Provincia e Comune di Sassari, della Fondazione Banco di Sardegna, la Camera di commercio del Nord Sardegna e con la collaborazione dell’Università di Sassari, i dipartimenti di Scienze Politiche e Giuridiche, il coordinamento Servizi Bibliotecari, il Nuovo circolo del cinema, la cooperativa “Nove Muse”, il Cineclub Sorso, la Società Umanitaria - Cineteca sarda, l’associazione Norberto Bobbio, l’Unione cineasti indipendenti.
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