Dieci anni di interventi e burocrazia
Poi il cambio di sesso:
«Finalmente mi sento libera»
di Daniele Murino | Twitter: @DanieleMurino
SASSARI. I capelli biondi le cadono lungo la schiena, sul maglioncino rosso. Le mani ben curate si intrecciano attorno al bicchiere. Gli occhi verdi e il sorriso pieno le riempiono il volto. Mentre racconta la sua esperienza, Clelia non ha un attimo di esitazione. Le sue parole corrono leggere sopra il tavolino del bar che si affaccia sul mare di Platamona. In poche frasi racchiude un percorso durato più di dieci anni. Da quindici giorni è finalmente una donna. Il bisturi e la scienza le hanno regalato quello che la natura le ha negato: un corpo femminile in cui sentirsi finalmente libera.
La sua storia inizia con lo sbocciare dell’adolescenza. A quindici anni si rende conto di non essere a proprio agio dentro un corpo maschile: «una prigione che non mi permetteva di respirare». Una scoperta che detterà i ritmi e i tempi della sua vita. Da quel momento Clelia inizia a lavorare per mettere da parte un po’ di soldi. Tutti i risparmi le serviranno per affrontare le spese mediche. Il primo passo avviene dentro uno studio psichiatrico. Una prassi consueta attraverso la quale il medico deve pesare e certificare la stabilità e la necessità di un percorso così complesso. Le sedute sono piacevoli e al termine delle lunghe chiacchierate anche lo specialista si dice d’accordo con la decisione presa. Da quel momento Clelia inizia ad assumere estrogeni e a prepararsi per la prima seduta chirurgica. Grazie alla liquidazione del salone di bellezza dove lavorava come parrucchiera, si rivolge a un giovane medico, Emilio Trignano, che le offre la possibilità di un seno nuovo e prosperoso. Nel 2009, sopra un lettino dell’ospedale di Cagliari, Clelia ottiene il suo primo successo: «Quel cambiamento mi ha reso felicissima. Quando mi sono vista allo specchio non potevo credere ai miei occhi, finalmente avevo un seno». Nei due anni successivi, affronta altrettanti interventi e inizia a preparare i documenti necessari per potere cambiare sesso. In questo percorso, Clelia è stata aiutata dall’avvocato Vittoria Sechi: «Una professionista e un’amica che mi ha dato tutto il supporto di cui avevo bisogno». E nel 2011 anche il giudice del tribunale di Sassari sentenzia a favore dell’intervento.
Il 16 febbraio arriva il momento tanto atteso. Clelia entra in sala operatoria ed il dottore Trignano pensa al resto. Dopo alcune ore di intervento, il sogno di quel giovane ragazzo si materializza. Sotto le bende il suo corpo ha una nuova sembianza. «In quei giorni ho ricevuto una solidarietà inaspettata. La mia famiglia, gli amici e anche le infermiere mi sono state vicine donandomi un calore immenso. Su facebook, la prima foto che ho postato dopo l’intervento ha collezionato centinaia di commenti. Per la prima volta mi sono sentita me stessa».
«Se oggi sono diventata quello che avevo sempre sognato di essere, lo devo soprattutto alla mia famiglia. Mia madre e mia sorella mi sono state sempre vicine: anche nei momenti più difficili. Le mie clienti mi hanno sostenuto attraverso tutti questi anni, intervento dopo intervento. Con loro ho sviluppato un rapporto molto intenso e libero da pregiudizi. Una solidarietà che molti ritengono tipica delle grandi città come Londra o Parigi, ma che a Sassari e Sennori non mi è mai mancata».
Il prossimo obbiettivo di questa ragazza bionda che continua a sorseggiare la sua bibita guardando il mare, è quello di aprire un salone di bellezza. Probabilmente lo farà a Sassari, una cittadina che l’ha saputa accogliere e amare fin dal periodo scolastico. Tra queste vie vorrebbe dedicarsi alla bellezza delle altre donne per regalare loro quella leggerezza e quella felicità che adesso brillano nei suoi occhi.
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