Il campus universitario di Sassari
sorgerà nell'ex semoleria Azzena
di Francesco Bellu
SASSARI. Trecento alloggi, una spesa complessiva di 40 milioni di euro, 20 milioni finanziati dalla Regione e altrettanti concessi dal Cipe. Sono le cifre del campus universitario, il progetto presentato stamattina dal presidente dell'Ersu Gianni Poggiu. Un'impresa definita "faraonica" per numeri e metri quadri (ben 11mila) che sorgerà nell'area dell'ex semolieria Azzena. Per l'occasione Poggiu ha comunque voluto rimarcare come, per portare a buon fine i lavori, siano risolti tutta una serie di aspetti: «L'area - ha spiegato - è l'unica che rispetta pienamente i parametri posti dall'Ersu, tra cui la vicinanza alla sede centrale, agli uffici dell'Ateneo e alla casa dello studente di via Coppino. Oltretutto questo intervento permetterà il recupero di un edificio storico, evitando così nuove cementificazioni in città». Il contratto d'acquisto dell'area è stato siglato lo scorso 29 dicembre, ma è vincolato alla risoluzione di una serie di aspetti legati innanzitutto alla viabilità pedonale e ciclabile, in maniera tale che un domani sia possibile agli studenti e anche a tutti i cittadini, di poter attraversare in tutta sicurezza il pezzo di strada che da Santa Maria porta all’ex semoleria. Per questo motivo l'Ersu chiede al Comune di Sassari che, in mancanza di un Puc esecutivo, si possa arrivare a un programma integrato che porti alla realizzazione dell’intervento e risolva i problemi urbanistici assicurando nell'area la viabilità.
La struttura sorgerà in una grande area verde con impianti sportivi, sala ristoro, un pub, una sala teatro-cinema e parcheggi interrati. A chi è scettico di fronte al progetto Poggiu replica in maniera dura: «Ho seguito le diatribe in merito da parte di persone che non avevano le informazioni corrette e hanno fatto polemiche con motivazioni non suffragate da dati oggettivi - sottolinea - Io rispondo parlando di dati oggettivi invece». Sullo schermo passano le immagini di quello che un giorno sarà il campus: un edificio moderno che rispetta la sua storia antica, non molto dissimile in alcuni punti a quelli omologhi d'oltreoceano. Dal punto di vista concreto la sua realizzazione si articolerà grazie all’attivazione di un project financing che mira a coinvolgere risorse economiche private nell’implementazione di alcuni servizi accessori del campus, gestiti da strutture esterne. «In questo momento di crisi economica -dice Poggiu - l’Ersu punta anche sul capitale privato per sopperire ai costi di gestione senza gravare sui fondi pubblici. Lo stabile con tutte le sue diramazioni diventerà un importante centro di aggregazione che contribuirà a portare un nuovo indotto economico per la città di Sassari, creando anche nuovi posti di lavoro, con un notevole investimento per la riqualificazione dell’area urbana». Ci sarà un occhio di riguardo anche per l'ambiente: gli edifici saranno certificati “ecolabel”, saranno cioè dotati di impianti per la produzione di energia rinnovabile al fine di contenere al massimo il consumo energetico, nell'ottica della green economy.
Questi presupposti porteranno a concretizzare il progetto più ampio di internazionalizzazione dell'ateneo turritano rendendolo sempre più appetibile anche agli studenti stranieri. Negli ultimi anni la Sardegna ha infatti già catalizzato l'interesse di numerosi università estere interessate ad intraprendere con la nostra Isola rapporti economici e culturali. Lo sguardo è puntato soprattutto verso la sponda Sud del Mediterraneo con la vivace realtà dei Paesi del Maghreb. All'incontro erano presenti anche il direttore generale dell'Ersu Maria Assunta Serra, il rettore Attilio Mastino, il vicesindaco di Sassari Gavino Zirattu e l'assessore Vinicio Tedde in qualità di rappresentanti del Comune, gli studenti e l'architetto Mossa che ha eseguito il progetto del campus.
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