E.On, operai invadono la sala riunioni
Si discute del futuro dell'impianto
di Daniele Murino | Twitter: @DanieleMurino
SASSARI. Questa mattina un centinaio di lavoratori della multinazionale E.On hanno fatto irruzione all'interno della sala riunioni del polo di Porto Torres. Senza dare nessun preavviso, i dipendenti del gruppo tedesco hanno imbastito un dialogo con i vertici aziendali che in quel momento stavano valutando la situazione generale dell'impianto. All'incontro erano presenti il direttore della centrale Marco Bertolino, l'amministratore delegato alla produzione Salvatore Signoriello e il vicedirettore della produzione E.On su scala mondiale.
All'interno della sala riunioni, i lavoratori E.On hanno esposto ai tre rappresentanti aziendali tutti i loro dubbi sul futuro dell'impianto. Con dei toni pacati, i dipendenti hanno spiegato al vicedirettore della produzione tutti i problemi che affliggono il polo di Porto Torres: dalla necessità di costruire il quinto gruppo a carbone per garantire un futuro energetico migliore per tutta l'Isola alla scure dei licenziamenti che in breve tempo si potrebbe abbattere sul personale. Ascoltate le rimostranze dei dipendenti, il portavoce tedesco ha spiegato agli operai di essere al corrente della situazione lavorativa dell'impianto ma ha sottolineato anche come attualmente la politica di E.On non possa essere cambiata. Un'analisi che ha surriscaldato gli animi e che ha spinto alcuni lavoratori a chiedere a E.On di lasciare il nord Sardegna. «Perché se non rispettano le promesse fatte negli anni passati – ha dichiarato Massimiliano Moretti, segretario generale della Filctem Cgil – possono anche lasciare il sito di Porto Torres».
Prima di lasciare la sala riunioni, i lavoratori hanno specificato al vicedirettore che se E.On deciderà di licenziare anche un solo operaio tutti gli altri dipendenti saranno costretti ad adottare delle iniziative sindacali per contrastare questa politica volta al risparmio.
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