Criminalità giovanile e spaccio di droga
Come cambia il volto del nord Sardegna
di Daniele Murino | Twitter: @DanieleMurino
SASSARI. Un anno, dodici mesi, 365 giorni. Tanto basta a una città come Sassari e alla sua provincia per cambiare il proprio volto e mostrare il suo lato peggiore. Nella tradizionale conferenza stampa di inizio anno il comandante dei carabinieri Pietro Salsano non usa giri di parole e davanti a un folto gruppo do giornalisti elenca i tre aspetti che stanno modificando la vita criminale nel nord dell’isola: droga, criminalità giovanile e maltrattamenti in famiglia. Tre tipologie di reato abbastanza diverse tra loro che nella crisi economica e nel disagio sociale trovano una forte connessione.
Droga. Il caso più eclatante è quello legato al fenomeno della produzione di marijuana. Nel territorio della Provincia di Sassari e in quello della provincia di Olbia-Tempio i carabinieri hanno individuato diversi ettari di terreno coltivati con la canapa indiana. Delle vere e proprie industrie che utilizzano la forza lavoro di decine di persone e che sono capaci di generare un livello di ricchezza di primissimo livello. «Il consumo di droga è sicuramente sproporzionato rispetto al numero degli abitanti. Nell’ultimo mese – sottolinea il comandante - abbiamo sequestrato più di quaranta chili tra hashish e marijuana. Siamo di fronte a una produzione straordinaria e ben articolata. Il nostro impegno per combattere questa realtà è in costante aumento così come è in costante crescita il numero dei militari impegnati su questo fronte».
Delinquenza giovanile. Le tre cittadine più popolate del nord Sardegna, Sassari, Olbia e Alghero, soffrono di un livello di delinquenza giovanile da non sottovalutare. Durante il 2013 l’arma dei carabinieri ha segnalato all’autorità giudiziaria decine di minorenni coinvolti nello spaccio di sostanze stupefacenti. Ragazzi e ragazze di età compresa tra i 10 e i 13 anni ai quali, sempre più spesso, vengono affidati piccoli incarichi come distribuire la droga o nascondere i soldi ricavati dalla vendita. «Il rischio maggiore – afferma Salsano - è che se questi atteggiamenti non vengono debellati alla radice tra dieci anni avremo a che fare con una generazione di delinquenti professionali».
Violenza in famiglia e stalking. Solo negli ultimi due giorni il centralino della caserma di via Milano ha ricevuto tre segnalazioni per altrettanti casi di maltrattamenti. Un dato che rispecchia bene quanto questo reato sia diffuso nel settentrione dell’isola. «Quando si parla di violenza in famiglia bisogna utilizzare la massima chiarezza: perché si configuri questo reato non ci deve essere per forza l’utilizzo delle armi o la presenza di una aggressione, basta anche una violenza psicologica. È importante che tutta la comunità partecipi a questa battaglia e denunci potenziali casi di maltrattamenti in cui sono coinvolti parenti, amici o semplici conoscenti». Le vittime della violenza in famiglia sono quasi sempre le donne e i bambini. E per questo l’Arma mette a disposizione delle vittime un gruppo di militari altamente qualificati per affrontare queste situazioni.
Il bilancio. A parte questi crimini si può affermare che il 2013 non è stato un anno particolarmente movimentato in tema di sicurezza. Tra la provincia di Sassari e quella di Olbia non ci sono stati omicidi e anche le rapine e i furti in abitazione sono calati drasticamente.
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