Vela Latina, armatori e equipaggi
fanno quadrato per superare la crisi
SASSARI. «Se tutti noi ci troviamo qui, senza le barche, vuol dire che è successo qualcosa di veramente grave e l’abbiamo finalmente capito». Ha esordito così il segretario di AssoVeLa Lorenzo Nuvoli durante il “Simposio Vela Latina: Quale futuro? Organizzatori, dirigenti, skipper e appassionati si confrontano per sostenere e rilanciare la cultura millenaria”, organizzato a Porto Torres nei giorni scorsi.
Una sala gremita ha accolto il primo atto di responsabilità da parte dell’associazione turritana che ha riunito equipaggi, armatori, associazioni e simpatizzanti con l’obiettivo di risollevare un armo dalle radici antiche, parte delle tradizioni marinaresche della Sardegna, e che rappresenta una possibilità di sviluppo economico per l’isola. «Ognuno di noi ha una responsabilità nei confronti della Vela Latina – ha proseguito Nuvoli incalzando i partecipanti – a partire da chi organizza regate o dirige associazioni, dall’armatore al singolo componente dell’equipaggio. Chi di voi si assume la responsabilità di far morire la Vela Latina? Chi invece si assume l’onere di tenerla in vita? Non possiamo perdere la storia, il nostro passato, l’eredità lasciataci dai nostri padri che abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri figli». Un primo incontro per riconoscersi, riallacciare i contatti e ricercare soluzioni, questo lo scopo del simposio. In sala rappresentate le città marittime dell’isola: da Stintino a Carloforte, Porto Torres, La Maddalena, Alghero, Castelsardo, Calasetta etc. Presenti tra gli altri Marcello Schirru dell’associazione Italiana Vela Latina e Salvatore Scopelliti; la Compagnia delle Vele Latine di La Spezia con Antonello Marras e in videoconferenza la marineria ligure rappresentata da Cecconi, Ramagnino e Dodero in collegamento da Varazze.
«Dobbiamo tornare in mare tutti insieme – è intervenuto Alessandro Balzani rappresentante per Alghero – e per farlo è necessaria una standardizzazione del regolamento affinché le barche siano in grado di competere a pari condizioni, tenendo tuttavia presente che ogni marineria ha delle proprie specificità. E’ poi necessario creare eventi di qualità e manifestazioni collaterali a margine delle regate». Tra le proposte quelle che hanno portato all’idea comune di stabilire una suddivisione in due macro classi, Regata e Tradizione, che possano abbracciare le diverse anime della vela latina; richiesto poi meno tecnicismo nei regolamenti e una diminuzione dei costi per tessere e spostamenti. «Quest’incontro apre uno spiraglio contro la crisi della vela latina, – ha chiuso Pietrino Fois armatore di Liberata – ritengo vincente la proposta delle due categorie, che permetteranno ad equipaggi familiari di ritornare a veleggiare con naturalezza senza troppe pressioni e costi eccessivi e agli agonisti che potranno esprimersi al meglio in classe regata».
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