Ddl Gelmini, gli studenti Erasmus
fanno varcare i confini alla protesta
di Grazia Sini
Barcellona (foto: facebook)
SASSARI. Ci sono Dublino, Malaga, Lyon, Coimbra e Nijmegen. Sono soltanto alcuni esempi delle città dove in questi giorni gli studenti Erasmus sassaresi e di tutta Italia protestano contro il Ddl Gelmini perché, come si legge in uno striscione sventolato a Heidelberg, «la lotta non ha confini».
«Si tratta di un movimento spontaneo nato sul web» spiegano i quattro studenti ora a Dublino provenienti dalla facoltà di Economia di Sassari.
«No al Ddl Gelmini, no alla fuga di cervelli» da Nord a Sud, da Est a Ovest, il mantra è sempre lo stesso. Alcuni striscioni sono scritti in italiano, altri nella lingua del Paese che li ospita e qualcuno bilingue. La protesta, infatti, è stata appoggiata anche dagli studenti del posto. Finora hanno aderito 46 città in tutta Europa e su facebook è nato un gruppo per coordinare il movimento e dove possono essere caricate le foto della protesta.
«L’essere lontani non ci fa dimenticare la situazione in cui versano i nostri Atenei di provenienza» si legge nel comunicato diffuso dal movimento.
«Rifiutiamo con forza questa proposta di riforma, ancora una volta a costo zero, che va a limitare ancora di più la democrazia all’interno degli organi di governance degli atenei, che mina le basi del diritto allo studio e che, nonostante le dichiarazioni dei promotori del DDL, non appare in grado di aggredire i veri mali del sistema universitario italiano, come il clientelismo, il baronato e la cronica mancanza di considerazione nei confronti della ricerca» gridano i ragazzi nei loro striscioni, con i più famosi monumenti europei come sfondo.
«Con la nostra esperienza Erasmus, possiamo testimoniare quanto in Europa si investa nell'istruzione pubblica e nel diritto allo studio. La patria della cultura, dell'arte e della scienza, così come l’Italia viene definita all'estero, non può chiudersi a questi bisogni primari. È necessario che anche il nostro Paese capisca che per uscire da questa crisi imperversante non c'è altra soluzione che investire in chi, con studio e sacrifici, vuole costruire e migliorare il futuro in Italia».
«Si tratta di un movimento spontaneo nato sul web» spiegano i quattro studenti ora a Dublino provenienti dalla facoltà di Economia di Sassari.
«No al Ddl Gelmini, no alla fuga di cervelli» da Nord a Sud, da Est a Ovest, il mantra è sempre lo stesso. Alcuni striscioni sono scritti in italiano, altri nella lingua del Paese che li ospita e qualcuno bilingue. La protesta, infatti, è stata appoggiata anche dagli studenti del posto. Finora hanno aderito 46 città in tutta Europa e su facebook è nato un gruppo per coordinare il movimento e dove possono essere caricate le foto della protesta.
«L’essere lontani non ci fa dimenticare la situazione in cui versano i nostri Atenei di provenienza» si legge nel comunicato diffuso dal movimento.
«Rifiutiamo con forza questa proposta di riforma, ancora una volta a costo zero, che va a limitare ancora di più la democrazia all’interno degli organi di governance degli atenei, che mina le basi del diritto allo studio e che, nonostante le dichiarazioni dei promotori del DDL, non appare in grado di aggredire i veri mali del sistema universitario italiano, come il clientelismo, il baronato e la cronica mancanza di considerazione nei confronti della ricerca» gridano i ragazzi nei loro striscioni, con i più famosi monumenti europei come sfondo.
«Con la nostra esperienza Erasmus, possiamo testimoniare quanto in Europa si investa nell'istruzione pubblica e nel diritto allo studio. La patria della cultura, dell'arte e della scienza, così come l’Italia viene definita all'estero, non può chiudersi a questi bisogni primari. È necessario che anche il nostro Paese capisca che per uscire da questa crisi imperversante non c'è altra soluzione che investire in chi, con studio e sacrifici, vuole costruire e migliorare il futuro in Italia».
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