Epolis riparte da Bari, ma il sindacato
è preoccupato e chiede chiarimenti
di Grazia Sini
SASSARI. Non sempre l'unione fa la forza, se è vero che a Bari Epolis è di nuovo in circolazione. Un nuovo direttore, un nuovo editore. La notizia è stata accolta dal sindacato nazionale con preoccupazione, con sconcerto dalla sezione regionale sarda.
«La notizia, diffusa oggi, della ripresa delle pubblicazioni di EPolis Bari, in totale autonomia dalla precedente esperienza, a cura dell'editore Gorjux, è una buona notizia in sé ma non lo è in assoluto. L'annuncio, anzi, propone inquietanti interrogativi sull'intera vicenda EPolis, di cui i giornalisti sono vittime ancora in attesa di tre mesi di stipendi mai pagati e, dal mese di ottobre scorso, in cassa integrazione (ancora in attesa di convalida del Ministero del Lavoro) per cessazione dell'attività» ha dichiarato l'FNSI. L'assostampa sarda tuona invece contro l'imprenditore Alberto Rigotti e contro alcune sue affermazioni che oggi sarebbero state riportate su Epolis Bari: «Rigotti presidente della società Epolis per la quale è stata già chiesta la dichiarazione di fallimento presso il tribunale di Cagliari, annuncia che altri giornali del gruppo si starebbero attrezzando per la ripartenza. Pare faccia riferimento a un progetto più volte annunciato e mai realizzato che prevedeva una redazione centrale a Cagliari e il riassorbimento prioritario dei giornalisti che già lavoravano per Epolis. Nulla dice degli oltre 100milioni di debiti che Epolis ha fin qui accumulato. Tace sul fatto che non ha pagato ai 118 giornalisti dipendenti gli stipendi di luglio, agosto e settembre. Non dice che si era impegnato a pagarli a rate e che non ha rispettato l’impegno. Nulla fa sapere dei milioni di debiti accumulati con gli Enti previdenziali dei giornalisti. Se davvero riuscisse a pubblicare altri giornali lo farebbe dunque a spese dei giornalisti e dei loro enti. Tutto ciò sarebbe inaccettabile».
«La notizia, diffusa oggi, della ripresa delle pubblicazioni di EPolis Bari, in totale autonomia dalla precedente esperienza, a cura dell'editore Gorjux, è una buona notizia in sé ma non lo è in assoluto. L'annuncio, anzi, propone inquietanti interrogativi sull'intera vicenda EPolis, di cui i giornalisti sono vittime ancora in attesa di tre mesi di stipendi mai pagati e, dal mese di ottobre scorso, in cassa integrazione (ancora in attesa di convalida del Ministero del Lavoro) per cessazione dell'attività» ha dichiarato l'FNSI. L'assostampa sarda tuona invece contro l'imprenditore Alberto Rigotti e contro alcune sue affermazioni che oggi sarebbero state riportate su Epolis Bari: «Rigotti presidente della società Epolis per la quale è stata già chiesta la dichiarazione di fallimento presso il tribunale di Cagliari, annuncia che altri giornali del gruppo si starebbero attrezzando per la ripartenza. Pare faccia riferimento a un progetto più volte annunciato e mai realizzato che prevedeva una redazione centrale a Cagliari e il riassorbimento prioritario dei giornalisti che già lavoravano per Epolis. Nulla dice degli oltre 100milioni di debiti che Epolis ha fin qui accumulato. Tace sul fatto che non ha pagato ai 118 giornalisti dipendenti gli stipendi di luglio, agosto e settembre. Non dice che si era impegnato a pagarli a rate e che non ha rispettato l’impegno. Nulla fa sapere dei milioni di debiti accumulati con gli Enti previdenziali dei giornalisti. Se davvero riuscisse a pubblicare altri giornali lo farebbe dunque a spese dei giornalisti e dei loro enti. Tutto ciò sarebbe inaccettabile».
Aggiunge l'FNSI: «In queste condizioni - prosegue il sindacato - è immorale che si riproponga EPolis, senza adeguata trasparenza e assunzione delle responsabilità in tema di obblighi sociali. Urge una verifica a 'raggi x'. Gli organismi giurisdizionali, a questo punto, non potranno non dare uno sguardo in profondità a una vicenda così traumatica. E una domanda, anche per questi organismi, avanza: dove vanno a finire i soldi della vendita dei marchi editoriali di EPolis, a cominciare da quello di Bari, e perché non vengono utilizzati per far fronte agli obblighi di legge?»
Intanto a Bari il quotidiano free-pay è ripartito, con tiratura di 15mila copie distribuite ai lettori in 400 punti della città.
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