Finanziaria, l'appello di Cappellacci
«Bisogna evitare l'ostruzionismo»
La risposta del presidente al gesto di protesta dell'opposizione
di Michele Spanu | Twitter: @MicheleSpanu84
CAGLIARI. Non si è fatta attendere la replica di Cappellacci al gesto di protesta dei consiglieri di opposizione, che ieri hanno occupato l'aula del consiglio regionale. "Sulla vertenza entrate non ci sono misteri. Ci sono dei passi in avanti nel confronto con lo Stato, che occorre immediatamente registrare senza alcuna rinuncia. Anzi, vi è la piena disponibilità ad attivare anche un ricorso alla Corte Costituzionale", ha detto Cappellacci in una nota congiunta con l'assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa. "Sarebbe paradossale se l'illustrazione della Manovra fosse rinviata proprio a causa del comportamento di chi ha richiesto tali chiarimenti - argomentano il governatore e l'assessore - L'approvazione della Finanziaria entro l'anno non è un vantaggio formale. Si tratta di mettere a disposizione i fondi a vantaggio dei sardi e, in particolare, delle categorie più deboli. Ricordiamo che l'articolo 3 della Finanziaria prevede lo stanziamento di ulteriori 200 milioni per interventi per il lavoro e lo sviluppo. Il ritardo della finanziaria sarebbe un ritardo nella spesa di queste somme". Cappellacci e La Spisa auspicano che, "fatto salvo il normale svolgimento della dialettica maggioranza-opposizione, essa sia indirizzata verso un contributo positivo e non sfoci in un puro e semplice ostruzionismo, dannoso per i cittadini e poco edificante anche per chi lo dovesse mettere in pratica. Il gioco delle parti non può prevalere sul merito della questione".
Intanto dall'aula occupata ieri sera alle 21 è arrivato un messaggio da parte del capogruppo della sinistra Luciano Uras. "Abbiamo occupato l’aula su una questione chiara come il sole, sulla quale vi è poco da dire. Poco da ricamare. Il Governo rifiuta di adempiere alle leggi che impongono il trasferimento del dovuto alle casse regionali sulla base delle compartecipazioni fiscali che valgono – ad oggi - due miliardi e 300 milioni. Ossigeno per una economia devastata dalla crisi come quella sarda. E’ incredibile scoprire che per avere ciò che tutti, amministratori locali, sindacati, associazioni dell’impresa, Giunta regionale e opinione pubblica dicono sia un diritto violato, non si promuova una battaglia istituzionale unanime di tutte le forze politiche sarde. Anzi che si accusi chi prova a richiamare il Governo alle proprie responsabilità di irresponsabilità".
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