vinyls
Dietrofront della Ramco
Una doccia fredda rompe l'attesa
«Ora intervenga il governo», l'appello delle istituzioni e del sindacato
L'ingresso della Vinyls a Porto Torres (foto: SassariNotizie.com)
PORTO TORRES. Questa mattina era solo una giornata d'attesa e preoccupazione. Da qualche ora sulla vertenza Eni Ramco per l'acquisizione degli impianti Vinyls in Sardegna ma anche Porto Marghera e Ravenna (sono in ballo centinaia di posti di lavoro) è scesa una doccia fredda. La Ramco non è più in ballo per la cessione degli impianti, lo ha comunicato al ministero dello Sviluppo. Anche se, secondo l'Unione sarda, l'Eni avrebbe smentito.
La Ramco. La società del Qatar è l'unica ad aver presentato una manifestazione di interesse per gli impianti fermi da mesi. La scorsa settimana sedeva al tavolo degli accordi con Eni a Roma, il giorno dopo le dimissioni del ministro allo Sviluppo economico Claudio Scajola. La Ramco ha preso tempo e valutato le condizioni e qualche ora fa avrebbe comunicato con una nota al minstero dello Sviluppo economico la volontà di non voler più proseguire nelle trattative. La notizia è stata data dal telegiornale dell'emittente locale, Videolina e poi ripresa dal sito dell'Unione sarda e ora confermata anche a Sassarinotizie.com da fonti ufficiali.
Il ministero dello Sviluppo economico. Secondo una nota il Dicastero ha invitato i vertici della Ramco a «chiarire la loro posizione in un incontro che verrà fissato per l'inizio della prossima settimana».
La trattativa. Al centro del ripensamento sembra ci sia il rifiuto da parte dell'Eni di far rientrare nella vendita anche le saline Contivecchi e le saline di Cirò Marina in Calabria: strutture importanti per la filiera del cloro-soda.
Le reazioni. Sconcerto e disperazione si sono sostituite alla preoccupazione di stamattina. Sul web, sulla bacheca di Facebook che coordina la protesta dei cassintegrati si rincorrono le voci e i messaggi di solidarietà. Il sindaco di Porto Torres, Luciano Mura, commenta così: «È un cosa terribile, una notizia che non ci aspettavamo. Non riesco a capire che stia strumentalizzando questa vicenda, giocando una partita veramente sporca sulla testa dei lavoratori e delle loro famiglie. Ora il Governo nazionale ci dica cosa è accaduto, perché non si è arrivati alla firma di un accordo che sembrava fatto e cosa intende fare per uscirne».
Anche il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici auspica l'intervento del governo per far sedere di nuovo Ramco al tavolo delle trattative: «Ci appelliamo al governo affinchè non lasci inascoltato il grido di dolore di questo territorio e si faccia carico delle proprie responsabilità. Il nostro primo pensiero - aggiunge - va ai lavoratori, che ho sentito pochi minuti fa e che da mesi portano avanti una battaglia di speranza per un territorio che non vuole soccombere».
Il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau esprime solidarietà ai lavoratori: «Prendo atto con grande rammarico del fallimento della trattativa di acquisizione degli stabilimenti italiani della Vinyls da parte della Ramco.Dopo tre mesi di logorante attesa, il ritiro della multinazionale araba chiama ora Eni e Governo nazionale ad un’assunzione piena di responsabilità che induca, di fronte alla sostenibilità del mercato, a procedere in autonomia alla realizzazione di un piano industriale di integrazione completa che porti poi alla realizzazione dell’ intera filiera del clorosoda, da gestire direttamente o da cedere sul mercato. È triste prendere atto che dopo oltre un anno di rassicurazioni e promesse da parte del Governo e di Eni, ci troviamo oggi ad un passo dal fallimento e dalla chiusura definitiva degli stabilimenti della Vinyls».
La posizione della Cgil. Anche il sindacato chiede a gran voce l'intervento del governo sulla vicenda. Antonio Rudas, segretario della Camera del lavoro di Sassari richiama anche l'attenzione della Regione Sardegna e punta il dito sull'Eni: «Da 19 mesi la Cgil di Sassari sostiene che l’Eni non voglia fare chimica in Italia né in Sardegna e non la lasci fare agli altri. Ci meraviglia che altri si sorprendano per l’esito che in queste ore sta avendo la trattativa con Ramco sulla cessione degli stabilimenti italiani, tra cui quello di Porto Torres. A questo punto, il Governo nazionale e la Regione sarda devono assumersi la responsabilità di imporre immediatamente la riapertura degli impianti. Come Cgil, inoltre, stiamo ancora aspettando, come auspicato da tempo, la disponibilità delle altre organizzazioni sindacali per costruire una grande mobilitazione territoriale».
La Ramco. La società del Qatar è l'unica ad aver presentato una manifestazione di interesse per gli impianti fermi da mesi. La scorsa settimana sedeva al tavolo degli accordi con Eni a Roma, il giorno dopo le dimissioni del ministro allo Sviluppo economico Claudio Scajola. La Ramco ha preso tempo e valutato le condizioni e qualche ora fa avrebbe comunicato con una nota al minstero dello Sviluppo economico la volontà di non voler più proseguire nelle trattative. La notizia è stata data dal telegiornale dell'emittente locale, Videolina e poi ripresa dal sito dell'Unione sarda e ora confermata anche a Sassarinotizie.com da fonti ufficiali.
Il ministero dello Sviluppo economico. Secondo una nota il Dicastero ha invitato i vertici della Ramco a «chiarire la loro posizione in un incontro che verrà fissato per l'inizio della prossima settimana».
La trattativa. Al centro del ripensamento sembra ci sia il rifiuto da parte dell'Eni di far rientrare nella vendita anche le saline Contivecchi e le saline di Cirò Marina in Calabria: strutture importanti per la filiera del cloro-soda.
Le reazioni. Sconcerto e disperazione si sono sostituite alla preoccupazione di stamattina. Sul web, sulla bacheca di Facebook che coordina la protesta dei cassintegrati si rincorrono le voci e i messaggi di solidarietà. Il sindaco di Porto Torres, Luciano Mura, commenta così: «È un cosa terribile, una notizia che non ci aspettavamo. Non riesco a capire che stia strumentalizzando questa vicenda, giocando una partita veramente sporca sulla testa dei lavoratori e delle loro famiglie. Ora il Governo nazionale ci dica cosa è accaduto, perché non si è arrivati alla firma di un accordo che sembrava fatto e cosa intende fare per uscirne».
Anche il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici auspica l'intervento del governo per far sedere di nuovo Ramco al tavolo delle trattative: «Ci appelliamo al governo affinchè non lasci inascoltato il grido di dolore di questo territorio e si faccia carico delle proprie responsabilità. Il nostro primo pensiero - aggiunge - va ai lavoratori, che ho sentito pochi minuti fa e che da mesi portano avanti una battaglia di speranza per un territorio che non vuole soccombere».
Il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau esprime solidarietà ai lavoratori: «Prendo atto con grande rammarico del fallimento della trattativa di acquisizione degli stabilimenti italiani della Vinyls da parte della Ramco.Dopo tre mesi di logorante attesa, il ritiro della multinazionale araba chiama ora Eni e Governo nazionale ad un’assunzione piena di responsabilità che induca, di fronte alla sostenibilità del mercato, a procedere in autonomia alla realizzazione di un piano industriale di integrazione completa che porti poi alla realizzazione dell’ intera filiera del clorosoda, da gestire direttamente o da cedere sul mercato. È triste prendere atto che dopo oltre un anno di rassicurazioni e promesse da parte del Governo e di Eni, ci troviamo oggi ad un passo dal fallimento e dalla chiusura definitiva degli stabilimenti della Vinyls».
La posizione della Cgil. Anche il sindacato chiede a gran voce l'intervento del governo sulla vicenda. Antonio Rudas, segretario della Camera del lavoro di Sassari richiama anche l'attenzione della Regione Sardegna e punta il dito sull'Eni: «Da 19 mesi la Cgil di Sassari sostiene che l’Eni non voglia fare chimica in Italia né in Sardegna e non la lasci fare agli altri. Ci meraviglia che altri si sorprendano per l’esito che in queste ore sta avendo la trattativa con Ramco sulla cessione degli stabilimenti italiani, tra cui quello di Porto Torres. A questo punto, il Governo nazionale e la Regione sarda devono assumersi la responsabilità di imporre immediatamente la riapertura degli impianti. Come Cgil, inoltre, stiamo ancora aspettando, come auspicato da tempo, la disponibilità delle altre organizzazioni sindacali per costruire una grande mobilitazione territoriale».
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