Il trionfo della Turandot di Puccini inaugura la stagione lirica 2017
di SSN
Record di spettatori al Comunale e quasi dieci minuti di applausi per i protagonisti: non poteva andare meglio la ‘prima’ della Stagione lirica 2017 dell’Ente Concerti di Sassari che ieri ha fatto il suo debutto con Turandot di Giacomo Puccini. Un’opera particolarmente ostica dal punto di vista musicale, valorizzata dall’apprezzatissimo allestimento del regista Filippo Tonon, che ha confermato a Sassari il grande successo già riscosso a Maribor - da cui proviene l’allestimento - e al Filarmonico di Verona.
Il meccanismo mortale di Turandot, bloccato dal coraggioso Calaf, e il difficile “sgelamento” della principessa di ghiaccio hanno da sempre messo in difficoltà interpreti e musicisti per la complessa partitura; allo stesso modo, critici e musicologi da novant’anni (la prima assoluta è del 1926) si interrogano sul finale lasciato incompiuto da Puccini: per la morte dell’autore, certo, ma anche per la difficoltà di rendere in musica il mutamento della “principessa altera”. Ieri a Sassari, però, il percorso di Turandot e Calaf verso il trionfo finale è stato accompagnato da convinti applausi che hanno segnato il battesimo della nuova direzione artistica di Stefano Garau in un esordio difficilmente superabile. Il teatro praticamente esaurito ha tributato a tutti un affetto che mancava da anni, impreziosito all’inizio del terzo atto dalle richieste del ‘bis’ (che a Sassari non si sentivano da anni) per la più popolare aria dell’opera, il Nessun dorma, concesso dal tenore Walter Fraccaro, una solida garanzia. Ha stupito tutti la potenza della Turandot di Rebeka Lokar, così come il debutto nel ruolo della giovane Elisa Balbo, una dolcissima e appassionata Liù. Apprezzato il giovane ma già convincente Timur del basso macedone Vladimir Sazdovski, così come i tre dignitari Ping (Enrico Marrucci), Pang (Manuel Pierattelli), e Pong (Cosimo Vassallo). I due sardi della compagnia, Enrico Zara (l’Imperatore Altoum) e Nicola Ebau (Un Mandarino) si sono disimpegnati bene in ruoli secondari ma non per questo semplici, insieme alle ancelle di Turandot, Veronica Abozzi e Maria Ladu.
La complessità della partitura è stata risolta dall’applauditissima direzione di Francesco Ivan Ciampa, che ha guidato l’Orchestra dell’Ente Concerti. In un’opera come questa, in cui le parti corali hanno un ruolo fondamentale, è stato particolarmente apprezzato il Coro dell’Ente Concerti, preparato da Antonio Costa. Si sono fatti valere anche i piccoli del Coro di voci bianche “Le note colorate”, istruiti da Claudia Dolce. La bellezza di regia, scene e luci è stata affiancata dai fiabeschi costumi di Cristina Aceti. Turandot torna domani in un Comunale ‘tutto esaurito’ per l’unica replica prevista, con inizio alle 16,30.
Il meccanismo mortale di Turandot, bloccato dal coraggioso Calaf, e il difficile “sgelamento” della principessa di ghiaccio hanno da sempre messo in difficoltà interpreti e musicisti per la complessa partitura; allo stesso modo, critici e musicologi da novant’anni (la prima assoluta è del 1926) si interrogano sul finale lasciato incompiuto da Puccini: per la morte dell’autore, certo, ma anche per la difficoltà di rendere in musica il mutamento della “principessa altera”. Ieri a Sassari, però, il percorso di Turandot e Calaf verso il trionfo finale è stato accompagnato da convinti applausi che hanno segnato il battesimo della nuova direzione artistica di Stefano Garau in un esordio difficilmente superabile. Il teatro praticamente esaurito ha tributato a tutti un affetto che mancava da anni, impreziosito all’inizio del terzo atto dalle richieste del ‘bis’ (che a Sassari non si sentivano da anni) per la più popolare aria dell’opera, il Nessun dorma, concesso dal tenore Walter Fraccaro, una solida garanzia. Ha stupito tutti la potenza della Turandot di Rebeka Lokar, così come il debutto nel ruolo della giovane Elisa Balbo, una dolcissima e appassionata Liù. Apprezzato il giovane ma già convincente Timur del basso macedone Vladimir Sazdovski, così come i tre dignitari Ping (Enrico Marrucci), Pang (Manuel Pierattelli), e Pong (Cosimo Vassallo). I due sardi della compagnia, Enrico Zara (l’Imperatore Altoum) e Nicola Ebau (Un Mandarino) si sono disimpegnati bene in ruoli secondari ma non per questo semplici, insieme alle ancelle di Turandot, Veronica Abozzi e Maria Ladu.
La complessità della partitura è stata risolta dall’applauditissima direzione di Francesco Ivan Ciampa, che ha guidato l’Orchestra dell’Ente Concerti. In un’opera come questa, in cui le parti corali hanno un ruolo fondamentale, è stato particolarmente apprezzato il Coro dell’Ente Concerti, preparato da Antonio Costa. Si sono fatti valere anche i piccoli del Coro di voci bianche “Le note colorate”, istruiti da Claudia Dolce. La bellezza di regia, scene e luci è stata affiancata dai fiabeschi costumi di Cristina Aceti. Turandot torna domani in un Comunale ‘tutto esaurito’ per l’unica replica prevista, con inizio alle 16,30.
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