Chiude con successo l'edizione numero quattordici di "Prendas de Ittiri"
La pioggia ha costretto a qualche cambio di sede per alcuni eventi della giornata di sabato, ma venerdì sera e soprattutto domenica i visitatori arrivati per Prendas de Ittiri sono rimasti entusiasti della manifestazione organizzata dall'omonima associazione in collaborazione col Comune. Con 60 espositori e laboratori, più una ventina di eventi artistici e sportivi, Prendas de Ittiri ha proposto un viaggio emozionale nel passato, presente e futuro dell'attivissimo centro del Coros.
E chi già conosceva Ittiri come “la terra degli ulivi” per il pluripremiato olio, o lo conosceva per la bellezza dell'abbigliamento tradizionale della festa, è rimasto piacevolmente sorpreso anche da altri aspetti. Anche perché la nuova formula “dae domo in domo” ha consentito di trasformare le abitazioni in piccoli musei. In alcuni casi è stato come entrare nella macchina del tempo e capire come si viveva agli inizi del secolo, fra telai in legno, catini nelle camere da letto e l'abbigliamento quotidiano, fatto di materiale povero ma ricco nei disegni grazie alle abili tessitrici ittiresi.
E poi la maestria degli artigiani nel lavorare il ferro, il legno, il vetro, la trachite e la graniglia. Mantenere la cura nella lavorazione e adeguare le forme ai gusti odierni: questo il segreto degli artigiani e degli orafi.
Un altro tuffo nel passato delle comunicazioni lo ha proposto il fornitissimo Museo della radio curato dall'Associazione Ari-Radioamatori di Porto Torres: radioline e radio grandi quanto un mobile, valvole e proiettori, telefoni e telegrafi: quasi duecento pezzi dai primi del '900 agli anni '70.
La tradizione agro-pastorale di Ittiri si esprime poi nei carciofi, negli oli e sottoli, nei formaggi e nei salumi, nei dolci, nei vini e naturalmente nel pane, sia quello di uso quotidiano, sia quello “scolpito” per le feste. Tutti di altissima qualità.
Significativo che alle esposizioni e laboratori si siano affiancati eventi sportivi, musicali e folkloristici, poetici ( grazie alla collaborazione con Ottobre in Poesia) e ludici dedicati ai bambini.
Dulcis in fundo, la “Missa in munnedda” celebrata domenica mattina nella Chiesa di San Francesco, con oltre sessanta tra adulti e bambini che si sono presentati con le diverse varianti dell'abbigliamento tradizionale. Uno spettacolare colpo d'occhio assai gradito anche ai turisti.
E chi già conosceva Ittiri come “la terra degli ulivi” per il pluripremiato olio, o lo conosceva per la bellezza dell'abbigliamento tradizionale della festa, è rimasto piacevolmente sorpreso anche da altri aspetti. Anche perché la nuova formula “dae domo in domo” ha consentito di trasformare le abitazioni in piccoli musei. In alcuni casi è stato come entrare nella macchina del tempo e capire come si viveva agli inizi del secolo, fra telai in legno, catini nelle camere da letto e l'abbigliamento quotidiano, fatto di materiale povero ma ricco nei disegni grazie alle abili tessitrici ittiresi.
E poi la maestria degli artigiani nel lavorare il ferro, il legno, il vetro, la trachite e la graniglia. Mantenere la cura nella lavorazione e adeguare le forme ai gusti odierni: questo il segreto degli artigiani e degli orafi.
Un altro tuffo nel passato delle comunicazioni lo ha proposto il fornitissimo Museo della radio curato dall'Associazione Ari-Radioamatori di Porto Torres: radioline e radio grandi quanto un mobile, valvole e proiettori, telefoni e telegrafi: quasi duecento pezzi dai primi del '900 agli anni '70.
La tradizione agro-pastorale di Ittiri si esprime poi nei carciofi, negli oli e sottoli, nei formaggi e nei salumi, nei dolci, nei vini e naturalmente nel pane, sia quello di uso quotidiano, sia quello “scolpito” per le feste. Tutti di altissima qualità.
Significativo che alle esposizioni e laboratori si siano affiancati eventi sportivi, musicali e folkloristici, poetici ( grazie alla collaborazione con Ottobre in Poesia) e ludici dedicati ai bambini.
Dulcis in fundo, la “Missa in munnedda” celebrata domenica mattina nella Chiesa di San Francesco, con oltre sessanta tra adulti e bambini che si sono presentati con le diverse varianti dell'abbigliamento tradizionale. Uno spettacolare colpo d'occhio assai gradito anche ai turisti.
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