Sardegna. Sequenziato il gene N del Coronavirus nei laboratori dell’AOU di Cagliari
Il gene N del Coronavirus è stato sequenziato all’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari dall’equipe di Biologia Molecolare del professor Germano Orrù. Si tratta di una scoperta fondamentale per la ricerca dei farmaci antivirali e per i vaccini e che ha permesso anche di individuare il paziente zero sardo. Professor Orrù guida un’equipe tutta al femminile: le ricercatrici Alessandra Scano, Sara Fais, Miriam Loddo, Giuseppina Palmieri, Carmen del Rio e Rosetta Scioscia e lavora a stretto contatto con il laboratorio analisi dell’Aou di Cagliari, diretto dal dottor Ferdinando Coghe. Al gruppo di scienziati sardi arrivano le congratulazioni del presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas: «È un segnale forte e importante per chi oggi è in trincea contro il Coronavirus. La Sardegna è unita in questa battaglia e la vinceremo». Grande soddisfazione anche del direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino: «La nostra azienda è orgogliosa di questa scoperta: è una grande speranza per tutti».
«Il Covid 19 – spiega Orrù - contiene circa 30mila basi nucleotidiche, cioè il codice genetico del Coronavirus. Nei laboratori dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari abbiamo sperimento, primi in Italia, un kit diagnostico che è stato anche in grado di rilevare il paziente zero».
Le ricerche sono state effettuate su un sistema diagnostico che è stato battezzato “Caterina” dai biologi molecolari dell’Aou. Ed è proprio grazie a “Caterina”, sulle base anche delle indicazioni del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) di Atlanta è stato realizzato un kit speciale che ha permesso non solo di scovare il Coronavirus ma anche di studiarlo.
«Ogni virus – spiega Orrù - ha una sorta di codice a barre, il codice genetico appunto. Abbiamo costruito questo sistema che ci ha consentito di individuare subito i primi pazienti. Siamo riusciti a realizzare un miniradar che riesce a riconoscere un gene particolare, il gene N, che è il nostro gene bersaglio.
Il codice genetico è stato depositato in GenBank, la banca dati per eccellenza dove vengono depositate tutte le sequenze di tutti gli organismi viventi. «La nostra forza – spiega Orrù – è il la strettissima collaborazione tra biologici e medici, tra chi fa ricerca e i clinici».
Una scoperta, quella fatta dai ricercatori dell’Aou di Cagliari fondamentale. «Il sequenziamento – dice ancora Orrù - serve a livello diagnostico per individuare le particolarità del nostro coronavirus, evitando errori diagnostici. Il sequenziamento porta a valutazioni dei bersagli che sono ottimi punti di partenza per trovare vaccini e farmaci antivirali».
Orrù non ha dubbi: «La battaglia contro il coronavirus può essere vinta e per farlo la trasmissione delle informazioni è fondamentale. Noi mettiamo la nostra scoperta a disposizione della comunità scientifica mondiale».
«Il Covid 19 – spiega Orrù - contiene circa 30mila basi nucleotidiche, cioè il codice genetico del Coronavirus. Nei laboratori dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari abbiamo sperimento, primi in Italia, un kit diagnostico che è stato anche in grado di rilevare il paziente zero».
Le ricerche sono state effettuate su un sistema diagnostico che è stato battezzato “Caterina” dai biologi molecolari dell’Aou. Ed è proprio grazie a “Caterina”, sulle base anche delle indicazioni del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) di Atlanta è stato realizzato un kit speciale che ha permesso non solo di scovare il Coronavirus ma anche di studiarlo.
«Ogni virus – spiega Orrù - ha una sorta di codice a barre, il codice genetico appunto. Abbiamo costruito questo sistema che ci ha consentito di individuare subito i primi pazienti. Siamo riusciti a realizzare un miniradar che riesce a riconoscere un gene particolare, il gene N, che è il nostro gene bersaglio.
Il codice genetico è stato depositato in GenBank, la banca dati per eccellenza dove vengono depositate tutte le sequenze di tutti gli organismi viventi. «La nostra forza – spiega Orrù – è il la strettissima collaborazione tra biologici e medici, tra chi fa ricerca e i clinici».
Una scoperta, quella fatta dai ricercatori dell’Aou di Cagliari fondamentale. «Il sequenziamento – dice ancora Orrù - serve a livello diagnostico per individuare le particolarità del nostro coronavirus, evitando errori diagnostici. Il sequenziamento porta a valutazioni dei bersagli che sono ottimi punti di partenza per trovare vaccini e farmaci antivirali».
Orrù non ha dubbi: «La battaglia contro il coronavirus può essere vinta e per farlo la trasmissione delle informazioni è fondamentale. Noi mettiamo la nostra scoperta a disposizione della comunità scientifica mondiale».
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