Sardegna. "C’era una volta la scuola"
Pubblichiamo il comunicato del Coordinamento dei Presidenti di Consiglio di Circolo e di Istituto della Sardegna sull'ennesimo rinvio della riapertura delle scuole superiori nell'Isola
L’ennesimo rinvio della riapertura delle scuole superiori, seppur non uniformato a livello nazionale, e con le varie Regioni che, nella loro autonomia, sanciscono date e modalità di fruizione, oltre che aumentare le preoccupazioni, dimostra –qualora non fosse chiaro – che l’istruzione è l’ultima delle priorità nelle agende politiche.
L’idea che la Didattica Digitale Integrata possa sostituire la Scuola in presenza, dimostra il disinteresse generale verso la socializzazione, l’inclusione, la partecipazione, la collaborazione tra pari; distrugge la sana ambizione e valorizzazione personale, che sono le basi per la crescita di uno studente affinché possa diventare adulto.
La Didattica Digitale Integrata aumenta le difficoltà di apprendimento dovute alle differenze sociali e alla inadeguatezza degli apparati informatici.
La Didattica Digitale Integrata, determina la disuguaglianza, che nella scuola si concretizza in un diritto a ricevere le stesse opportunità educative per tutti i ragazzi e le ragazze, come sancito dalla Costituzione. Non c’è dubbio che tutti gli studenti e le studentesse abbiano gli stessi diritti.
La Didattica Digitale Integrata aumenta il tasso di dispersione scolastica: dal punto di vista territoriale, e riferendoci ai dati dell’ultimo quinquennio, la Sardegna è la Regione ad avere la maggior percentuale di studenti dispersi, con un tasso del 37,4% a fronte del 14,5% nazionale, ben oltre l’obiettivo del 10% che l’Unione Europea ha fissato per la fine del 2020.
La Didattica Digitale Integrata sacrifica il ruolo sociale della Scuola. La non presenza preclude un alto numero di attività formative, crea discriminazione, obbliga le famiglie a ricoprire un ruolo che non è il proprio.
La Didattica Digitale Integrata, non può definirsi “Didattica”, in una nazione tra le meno digitalizzate d’Europa.
L’ennesimo rinvio della riapertura delle scuole superiori, seppur non uniformato a livello nazionale, e con le varie Regioni che, nella loro autonomia, sanciscono date e modalità di fruizione, oltre che aumentare le preoccupazioni, dimostra –qualora non fosse chiaro – che l’istruzione è l’ultima delle priorità nelle agende politiche.
L’idea che la Didattica Digitale Integrata possa sostituire la Scuola in presenza, dimostra il disinteresse generale verso la socializzazione, l’inclusione, la partecipazione, la collaborazione tra pari; distrugge la sana ambizione e valorizzazione personale, che sono le basi per la crescita di uno studente affinché possa diventare adulto.
La Didattica Digitale Integrata aumenta le difficoltà di apprendimento dovute alle differenze sociali e alla inadeguatezza degli apparati informatici.
La Didattica Digitale Integrata, determina la disuguaglianza, che nella scuola si concretizza in un diritto a ricevere le stesse opportunità educative per tutti i ragazzi e le ragazze, come sancito dalla Costituzione. Non c’è dubbio che tutti gli studenti e le studentesse abbiano gli stessi diritti.
La Didattica Digitale Integrata aumenta il tasso di dispersione scolastica: dal punto di vista territoriale, e riferendoci ai dati dell’ultimo quinquennio, la Sardegna è la Regione ad avere la maggior percentuale di studenti dispersi, con un tasso del 37,4% a fronte del 14,5% nazionale, ben oltre l’obiettivo del 10% che l’Unione Europea ha fissato per la fine del 2020.
La Didattica Digitale Integrata sacrifica il ruolo sociale della Scuola. La non presenza preclude un alto numero di attività formative, crea discriminazione, obbliga le famiglie a ricoprire un ruolo che non è il proprio.
La Didattica Digitale Integrata, non può definirsi “Didattica”, in una nazione tra le meno digitalizzate d’Europa.
Questo Coordinamento dei Presidenti di Consiglio di Circolo e di Istituto, per concludere, si domanda se, in questo periodo dove si chiede con sempre più insistenza di adeguare la formazione dei nostri giovani ad un apprendimento e una conoscenza sempre più vicina al mondo del lavoro, per un incremento della produttività futura, sia il caso di continuare ad insistere con questo modo di NON fare insegnamento.
Coordinamento dei Presidenti di Consiglio di Circolo e di Istituto della Sardegna
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