Antonello Peru, recupero liste d'attesa: "Il piano è sbagliato e occorre ritirarlo"
Antonello Peru (foto: Facebook)
Sassari. “Il piano di recupero della giunta regionale deve ridurre le liste di attesa in tutta la Sardegna e per farlo la ripartizione delle risorse deve essere fatta su base territoriale. Così era stato stabilito in commissione sanità che aveva votato favorevolmente una mia proposta che prevedeva proprio il riequilibrio delle risorse tra nord e sud dell’isola.
La giunta regionale ha avuto il merito di trovare le risorse aggiuntive per le prestazioni sanitarie private, ma i criteri utilizzati dall’ATS per la ripartizione sono ancora quelli vecchi e mantengono una disparità di trattamento tra sud e nord, con questo territorio che rischia di rimanere ancora una volta indietro ed in piena emergenza.
La delibera del Commissario straordinario deve essere ritirata e riformulata sulla base di quanto deciso dalla commissione.
Ho detto più volte che c’è un disequilibrio nella ripartizione dei budget di spesa sia alle case di cura che per la specialistica convenzionata esterna. Con questa delibera e con questa scelta si va ancora nella direzione di favorire le strutture sanitarie che hanno i tetti di spesa più alti, e di conseguenza si favoriscono territori che hanno più case di cura e più strutture sanitarie convenzionate rispetto ad altri.
Il criterio a mio parere deve essere quello di una distribuzione delle risorse in base alla popolazione di riferimento dei singoli territori, altrimenti si concentra tutto in aree dove effettivamente si riducono le liste di attese, e ci si dimentica invece quasi del tutto delle altre zone che si ritrovano ancora liste di attesa infinite.
E non si può neanche far riferimento alla qualità delle prestazioni offerte perché, sia nel caso di strutture ospedaliere come il Policlinico sassarese, l’unica realtà privata del nord ovest Sardegna, e sia nella specialistica ambulatoriale, questo territorio può contare su eccellenze riconosciute a tutti i livelli. È evidente che il rapporto delle risorse distribuite non può rimanere 10 a 1 in favore di un territorio e a discapito di un altro. L’altra conseguenza è che da Sassari, e da altri centri dell’isola, si dovrà per forza andare a richiedere prestazioni ospedaliere e specialistiche in strutture private dall’altra parte dell’isola. E questo ha riflessi non solo dal punto di vista della riduzione delle prestazioni sanitarie ma anche della stessa economia nei territori, perché strutture sanitarie private che ottengono più di altre vogliono dire anche posti di lavoro in più.
La giunta regionale ha avuto il merito di trovare le risorse aggiuntive per le prestazioni sanitarie private, ma i criteri utilizzati dall’ATS per la ripartizione sono ancora quelli vecchi e mantengono una disparità di trattamento tra sud e nord, con questo territorio che rischia di rimanere ancora una volta indietro ed in piena emergenza.
La delibera del Commissario straordinario deve essere ritirata e riformulata sulla base di quanto deciso dalla commissione.
Ho detto più volte che c’è un disequilibrio nella ripartizione dei budget di spesa sia alle case di cura che per la specialistica convenzionata esterna. Con questa delibera e con questa scelta si va ancora nella direzione di favorire le strutture sanitarie che hanno i tetti di spesa più alti, e di conseguenza si favoriscono territori che hanno più case di cura e più strutture sanitarie convenzionate rispetto ad altri.
Il criterio a mio parere deve essere quello di una distribuzione delle risorse in base alla popolazione di riferimento dei singoli territori, altrimenti si concentra tutto in aree dove effettivamente si riducono le liste di attese, e ci si dimentica invece quasi del tutto delle altre zone che si ritrovano ancora liste di attesa infinite.
E non si può neanche far riferimento alla qualità delle prestazioni offerte perché, sia nel caso di strutture ospedaliere come il Policlinico sassarese, l’unica realtà privata del nord ovest Sardegna, e sia nella specialistica ambulatoriale, questo territorio può contare su eccellenze riconosciute a tutti i livelli. È evidente che il rapporto delle risorse distribuite non può rimanere 10 a 1 in favore di un territorio e a discapito di un altro. L’altra conseguenza è che da Sassari, e da altri centri dell’isola, si dovrà per forza andare a richiedere prestazioni ospedaliere e specialistiche in strutture private dall’altra parte dell’isola. E questo ha riflessi non solo dal punto di vista della riduzione delle prestazioni sanitarie ma anche della stessa economia nei territori, perché strutture sanitarie private che ottengono più di altre vogliono dire anche posti di lavoro in più.
Tutto questo non può essere accettato e sono certo che il presidente Solinas rispetterà l’impegno a suo tempo assunto nel riequilibrare la distribuzione delle risorse. Per rispettare quell’impegno bisogna iniziare dal ritiro di questa delibera e dall’individuazione di criteri territoriali e dei reali fabbisogni dei cittadini e delle popolazioni interessate e non solo legati ai budget di spesa.”
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