Si all'eolico ma non deturpiamo la Sardegna
Pale eoliche (foto: Wikimedia.org)
«Mi sono battuta con successo per impedire definitivamente che la Sardegna ospitasse depositi di scorie nucleari, mi batterò perché l'eolico e le altre forme di produzione delle energie rinnovabili, vengano installate solo dove non deturpino il paesaggio» ha affermato la Deputata sarda del Centro Democratico nell'annunciare la presentazione di un'interrogazione al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani.
Il sindaco di Villanovaforru Maurizio Onnis qualche settimana fa aveva denunciato sui social di aver scoperto di una trattativa per la vendita di 30 ettari delle colline di Villanovaforru ai costruttori di pale eoliche, col rischio di ipotecare per almeno vent’anni il territorio del paese, deturpandone l’ambiente, gravandolo di vincoli, per un vantaggio economico che sarebbe andato solo ai compratori.
La parlamentare Mara Lapia, ha presentato un'interrogazione al ministero competente in cui chiede quali iniziative intenda intraprendere il Ministro Cingolani in merito, affinché venga rispettata la convenzione di Aarhus, che prevede appunto il coinvolgimento delle comunità interessate dagli effetti così impattanti che un impianto eolico potrebbe produrre.
La Regione Sardegna secondo il sindaco Maurizio Onnis dovrebbe dotarsi al più presto anche in virtù dello statuto speciale di cui gode, di una mappa che definisca con precisione quali possono essere le aree idonee a ospitare questo genere di impianti, anche in concorrenza con le decisioni del Governo se necessario. «Circa sei mesi fa – spiega il primo cittadino di Villanovaforru - con altri sindaci e le Associazione ambientaliste abbiamo chiesto formalmente alla Regione che venisse approvata una moratoria per l'installazione di questi impianti almeno in area agricola, ma non abbiamo ottenuta nessuna risposta».
Con questa interrogazione che si riferisce a un luogo in particolare, Villanovaforru, si vuole in realtà creare un precedente per evitare che la stringente necessità di produrre energie rinnovabili renda la Sardegna terra di speculazioni: «Dobbiamo assolutamente impedire che la Sardegna - ha concluso Lapia - una terra con una vocazione turistica così importante, venga deturpata per diventare il luogo in cui si produce energia che poi verrà distribuita al resto d'Italia e i cui proventi andranno esclusivamente a privati che nemmeno risiedono nella nostra terra».
Il sindaco di Villanovaforru Maurizio Onnis qualche settimana fa aveva denunciato sui social di aver scoperto di una trattativa per la vendita di 30 ettari delle colline di Villanovaforru ai costruttori di pale eoliche, col rischio di ipotecare per almeno vent’anni il territorio del paese, deturpandone l’ambiente, gravandolo di vincoli, per un vantaggio economico che sarebbe andato solo ai compratori.
La parlamentare Mara Lapia, ha presentato un'interrogazione al ministero competente in cui chiede quali iniziative intenda intraprendere il Ministro Cingolani in merito, affinché venga rispettata la convenzione di Aarhus, che prevede appunto il coinvolgimento delle comunità interessate dagli effetti così impattanti che un impianto eolico potrebbe produrre.
La Regione Sardegna secondo il sindaco Maurizio Onnis dovrebbe dotarsi al più presto anche in virtù dello statuto speciale di cui gode, di una mappa che definisca con precisione quali possono essere le aree idonee a ospitare questo genere di impianti, anche in concorrenza con le decisioni del Governo se necessario. «Circa sei mesi fa – spiega il primo cittadino di Villanovaforru - con altri sindaci e le Associazione ambientaliste abbiamo chiesto formalmente alla Regione che venisse approvata una moratoria per l'installazione di questi impianti almeno in area agricola, ma non abbiamo ottenuta nessuna risposta».
Con questa interrogazione che si riferisce a un luogo in particolare, Villanovaforru, si vuole in realtà creare un precedente per evitare che la stringente necessità di produrre energie rinnovabili renda la Sardegna terra di speculazioni: «Dobbiamo assolutamente impedire che la Sardegna - ha concluso Lapia - una terra con una vocazione turistica così importante, venga deturpata per diventare il luogo in cui si produce energia che poi verrà distribuita al resto d'Italia e i cui proventi andranno esclusivamente a privati che nemmeno risiedono nella nostra terra».
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