"Forza Dinamo", stasera Gara 2 playoff LBA contro Brescia
Gentile (foto: Dinamobasket.com)
Sassari. La Dinamo ha dimostrato di avere grandissimo cuore, di lottare, di non mollare mai contro una squadra che ha dovuto veramente tirare fuori il meglio per riuscire a respingere i Giganti, sempre in partita e capaci di ricucire 4 volte i micidiali break della Leonessa. Nei “famosi” 10 comandamenti per vincere gara 1, il Banco ne ha rispettati parecchi, il punto 1 limitare Della Valle e Mitrou-Long deve essere l’imperativo di gara 2, 54 punti in due 14 assist, un peso specifico sull’attacco lombardo pazzesco, sia nel creare vantaggio, sia nel finire. Brescia non gioca mai post basso, è perfetta nella costruzione del pick and roll con i 2 main actors, nella circolazione di palla e di trovare le situazioni per battere la zona, lì è la chiave se la Dinamo vuole impattare la serie.
Già perché ci sono tante note positive all’interno di un match giocato senza esclusioni di colpi, allo strenuo delle forze, Bilan è stato devastante, Brescia ha speso su di lui 3 centri come Burns, Cobbins e Brown III per cercare di limitarlo, dentro l’area la squadra di Bucchi ha tirato con oltre il 70%, il centro croato ha prodotto l’impossibile nonostante un trattamento non sempre elegante.
A rimbalzo Sassari ha tenuto, è partita molto bene, ha subito il ritorno di Brescia ma non è andata sotto, lasciando agli avversari un divario netto, anzi ha finito per essere pericolosa anche in questo fondamentale.
L’ultimo quarto di Bendzius e le folate di Logan sono state fondamentali per riuscire ad arrivare a – 4 a 2’ dalla fine con due triple aperte sbagliate, lì Brescia ha avuto il guizzo per riuscire ad acciuffare gara 1.
La panchina è stata determinante, Laquintana a nostro modo di vedere è stato l’MVP occulto della Germani, break del 2° quarto e di fine 3° quarto propiziati da lui e da uno strepitoso Moss. La Dinamo ha dimostrato di poter avere l’equilibrio e la lucidità per opporsi a Brescia, ha perso 3 palloni in 27’ dopo aver passato 5 minuti di inferno nel 2° quarto, ha bilanciato benissimo l’attacco dentro fuori, ha costruito tanti tiri aperti che non sono entrati (altra chiave di lettura per il 7/25 finale dall’arco), ma ha sempre dato l’impressione di poter rientrare.
Se vuoi vincere a Brescia non devi concedere 104 punti pur giocandola fino alla fine, devi fare uno step difensivo proprio dell’identità che aveva costruito il Banco in questi mesi. È ovvio che di fronte hai un attacco atomico ma Sassari è lì che deve giocare le sue fiche per vincere gara 2.
Burnell è un altro capitolo importante di questa serie, il suo impatto permette alla Dinamo di avere equilibrio, di riuscire ad attaccare in post basso se la Leonessa gioca con Petrucelli da 3, di avere un’alternativa a Bilan e al tiro da 3 punti.
La Dinamo sa che per vincere a Brescia deve fare qualcosa in più, deve trovare il modo di incastrare l’ingranaggio della Germani che se gioca faccia a faccia diventa difficilmente battibile, altrimenti è una squadra che può andare in difficoltà come ha fatto nel corso del match, anche Sassari è stata capace di break micidiali per rientrare in partita, anche Sassari ha le sue frecce, anche Sassari può riuscire a mettere paura e pressione agli avversari, a patto di gestire meglio il ritmo e di aver continuità per 40’, facile a dirsi, difficili a farsi, ma questi sono i playoff Scudetto e se si vuole andare in semifinale, a volte bisogna sapere andare oltre i propri limiti.
Già perché ci sono tante note positive all’interno di un match giocato senza esclusioni di colpi, allo strenuo delle forze, Bilan è stato devastante, Brescia ha speso su di lui 3 centri come Burns, Cobbins e Brown III per cercare di limitarlo, dentro l’area la squadra di Bucchi ha tirato con oltre il 70%, il centro croato ha prodotto l’impossibile nonostante un trattamento non sempre elegante.
A rimbalzo Sassari ha tenuto, è partita molto bene, ha subito il ritorno di Brescia ma non è andata sotto, lasciando agli avversari un divario netto, anzi ha finito per essere pericolosa anche in questo fondamentale.
L’ultimo quarto di Bendzius e le folate di Logan sono state fondamentali per riuscire ad arrivare a – 4 a 2’ dalla fine con due triple aperte sbagliate, lì Brescia ha avuto il guizzo per riuscire ad acciuffare gara 1.
La panchina è stata determinante, Laquintana a nostro modo di vedere è stato l’MVP occulto della Germani, break del 2° quarto e di fine 3° quarto propiziati da lui e da uno strepitoso Moss. La Dinamo ha dimostrato di poter avere l’equilibrio e la lucidità per opporsi a Brescia, ha perso 3 palloni in 27’ dopo aver passato 5 minuti di inferno nel 2° quarto, ha bilanciato benissimo l’attacco dentro fuori, ha costruito tanti tiri aperti che non sono entrati (altra chiave di lettura per il 7/25 finale dall’arco), ma ha sempre dato l’impressione di poter rientrare.
Se vuoi vincere a Brescia non devi concedere 104 punti pur giocandola fino alla fine, devi fare uno step difensivo proprio dell’identità che aveva costruito il Banco in questi mesi. È ovvio che di fronte hai un attacco atomico ma Sassari è lì che deve giocare le sue fiche per vincere gara 2.
Burnell è un altro capitolo importante di questa serie, il suo impatto permette alla Dinamo di avere equilibrio, di riuscire ad attaccare in post basso se la Leonessa gioca con Petrucelli da 3, di avere un’alternativa a Bilan e al tiro da 3 punti.
La Dinamo sa che per vincere a Brescia deve fare qualcosa in più, deve trovare il modo di incastrare l’ingranaggio della Germani che se gioca faccia a faccia diventa difficilmente battibile, altrimenti è una squadra che può andare in difficoltà come ha fatto nel corso del match, anche Sassari è stata capace di break micidiali per rientrare in partita, anche Sassari ha le sue frecce, anche Sassari può riuscire a mettere paura e pressione agli avversari, a patto di gestire meglio il ritmo e di aver continuità per 40’, facile a dirsi, difficili a farsi, ma questi sono i playoff Scudetto e se si vuole andare in semifinale, a volte bisogna sapere andare oltre i propri limiti.
Fonte: Dinamobasket.com
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