Elezioni Sassari/ Il terzo uomo
Il voto di rottura per A Manca
Il candidato sindaco Bellomonte ha preso l'1,29 per cento
Cristiano Sabino, a Manca (foto: SassariNotizie.com)
SASSARI. Ieri notte nel cortile di Palazzo Ducale dove venivano proiettati i risultati delle elezioni comunali c'era anche un esponente di A Manca pro s'Indipendentzia. Bruno Bellomonte, il candidato sindaco detenuto a Catanzaro, alla fine dello spoglio ha ricevuto l'1,29 per cento (931 voti).
Con questi numeri però non riesce ad entrare nel consiglio comunale. Per Cristiano Sabino «Il risultato è di una forte rottura storica, il nostro candidato è un prigioniero politico, a cui è stato tolto il diritto di voto. La lista A Manca pro s'Indendentzia ha condotto una campagna elettorale diversa, con un budget di 100/150 volte inferiore rispetto ai grossi partiti, quelli che hanno i manifesti con i faccioni ovunque. Tra 20 e 30 anni quando nessuno si ricordeà di Ganau, si ricorderanno di noi».
Le proposte. Cristiano Sabino fa il bilancio della campagna elettorale e delle proposte: «I toni sono stati bassi, da condominio o da piazzetta. In città la disoccupazione supera il 54%, il capogruppo Pdl in consiglio comunale, Giovanni Fadda, ha riportato dati sbagliati. Noi abbiamo avanzato, al di là del voto di protesta, delle proposte concrete. Ad esempio il polo agroalimentare della Nurra, perché in questo stato di crisi bisogna sfruttare il circolo virtuoso tra agroalimentare e artigianato. Sassari ha un terziario molto elevato, più di una città come Milano...».
E poi Cristiano Sabino riprende le denunce del movimento
lanciate durante la campagna elettorale: «Attorno al Puc cittadino ci sono interessi trasversali ai gruppi politici, e ai gruppi di potere sassarese».
Il voto non democratico. Per i sostenitori del movimento Bruno Bellomonte è un «Deportato in attesa di giudizio a cui è stato tolto il diritto di voto, una decisione politica. Questo stato non è democratico come le elezioni, mancherà sempre il voto di Bellomonte».
L'ex ferroviere, ora licenziato, è stato arrestato nel 2009 nell'ambito dell'inchiesta sulle nuove Br, ora è detenuto in attesa di giudizio nel carcere di Catanzaro. Per lui qualche giorno fa si era profilata la possibilità di esser trasferito e quindi anche quella del diritto al voto. Poi c'è stata l'opposizione del Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria) e quindi il trasferimento nel carcere cittadino è sfumato, come anche il diritto di voto.
Con questi numeri però non riesce ad entrare nel consiglio comunale. Per Cristiano Sabino «Il risultato è di una forte rottura storica, il nostro candidato è un prigioniero politico, a cui è stato tolto il diritto di voto. La lista A Manca pro s'Indendentzia ha condotto una campagna elettorale diversa, con un budget di 100/150 volte inferiore rispetto ai grossi partiti, quelli che hanno i manifesti con i faccioni ovunque. Tra 20 e 30 anni quando nessuno si ricordeà di Ganau, si ricorderanno di noi».
Le proposte. Cristiano Sabino fa il bilancio della campagna elettorale e delle proposte: «I toni sono stati bassi, da condominio o da piazzetta. In città la disoccupazione supera il 54%, il capogruppo Pdl in consiglio comunale, Giovanni Fadda, ha riportato dati sbagliati. Noi abbiamo avanzato, al di là del voto di protesta, delle proposte concrete. Ad esempio il polo agroalimentare della Nurra, perché in questo stato di crisi bisogna sfruttare il circolo virtuoso tra agroalimentare e artigianato. Sassari ha un terziario molto elevato, più di una città come Milano...».
E poi Cristiano Sabino riprende le denunce del movimento
lanciate durante la campagna elettorale: «Attorno al Puc cittadino ci sono interessi trasversali ai gruppi politici, e ai gruppi di potere sassarese».
Il voto non democratico. Per i sostenitori del movimento Bruno Bellomonte è un «Deportato in attesa di giudizio a cui è stato tolto il diritto di voto, una decisione politica. Questo stato non è democratico come le elezioni, mancherà sempre il voto di Bellomonte».
L'ex ferroviere, ora licenziato, è stato arrestato nel 2009 nell'ambito dell'inchiesta sulle nuove Br, ora è detenuto in attesa di giudizio nel carcere di Catanzaro. Per lui qualche giorno fa si era profilata la possibilità di esser trasferito e quindi anche quella del diritto al voto. Poi c'è stata l'opposizione del Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria) e quindi il trasferimento nel carcere cittadino è sfumato, come anche il diritto di voto.
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