salute
Sassari "Città per l'Alzheimer",
mentre il Centro diurno è in difficoltà
Domani alle 17.30 un convegno nell'Aula magna della Facoltà di Medicina in viale San Pietro
di Valentina Guido
Tomografia a emissione di positroni di un cervello affetto da Alzheimer (foto: Wikimedia commons)
SASSARI. Per qualche giorno il capoluogo turritano si trasformerà in una “Città per l'Alzheimer”: la campagna nazionale di sensibilizzazione verso una malattia neurodegenerativa che in Sardegna colpisce 15mila persone, vivrà il suo momento centrale domani, in occasione del convegno che avrà luogo alle 17.30 nell'Aula Magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia in viale San Pietro. Tutto questo accade mentre il Centro diurno sperimentale di San Camillo diretto da Gianfranco Favini vive ancora momenti di grande difficoltà.
I segnali da non trascurare. L' Alzheimer è la forma di demenza più diffusa nei Paesi occidentali. «Esistono forme di esordio pre-senile, per cui noi sollecitiamo i controlli anche per persone intorno ai 50-60 anni- afferma la dottoressa Maria Rita Piras, responsabile dell'Unità valutativa Alzheimer n. 1, presso la Clinica neurologica dell'Azienda mista sassarese- I campanelli d'allarme da non sottovalutare sono le dimenticanze, ma anche la perdita dell’orientamento, i disturbi delle attività di programmazione e progettazione, quelle che noi chiamiamo funzioni esecutive; disturbi del linguaggio, come l'anomia, la perdita della capacità di trovare la parola giusta al momento giusto: le modificazioni sul piano cognitivo devono essere segnalate al proprio medico curante, che deve poter inviare all’Unità Valutativa Alzheimer le persone che riferiscono questi cambiamenti. Tutti questi aspetti devono essere presi subito in considerazione e assolutamente non trascurati».
La popolazione invecchia precocemente, perciò il numero delle persone affette da Alzheimer è destinato a crescere. Secondo il dottor Antonio Nieddu, direttore di Geriatria e responsabile dell'Unità valutativa Alzheimer del Policlinico sassarese, «in Italia nei prossimi 15 anni si prevede un aumento del 200 per cento della popolazione sopra i 65 anni: in Sardegna, dove si stima che ci siano circa 15.000 pazienti con demenza di Alzheimer, questo raddoppio è previsto in soli sette anni e mezzo. Un altro aspetto che secondo me caratterizzerà i prossimi anni è l’entrata nella fascia di età più a rischio per l’Alzheimer, cioè quella tra i 60 ed i 65 anni, dei cosiddetti babyboomers, ovvero le persone nate nell’immediato dopoguerra, in un momento di grande impennata del numero delle nascite. Alla luce di questo e dei dati epidemiologici, prevediamo dunque nell’immediato futuro un grande aumento delle persone con demenze ed in particolare con demenza di Alzheimer, ed anche un aumento considerevole della disabilità degli anziani».
Il Centro diurno di San Camillo. Per tutti questi motivi è importante dare informazioni sulla malattia e favorire la diagnosi precoce, creare una rete di supporto per i pazienti e i loro familiari, incentivare il ricorso a terapie farmacologiche più efficaci e interventi riabilitativi. Al momento in Sardegna esiste un unico centro diurno sperimentale che offre servizi di riabilitazione cognitiva, fisica e terapia occupazionale, assistenza psicologia alla famiglia; si trova a San Camillo, poco fuori Sassari. «Naturalmente anche noi appoggiamo questa campagna, e domani al convegno la nostra associazione sarà rappresentata- dichiara Gianfranco Favini, direttore e presidente del Centro e dell'Associazione Alzheimer- ma devo dire che il nostro centro sta andando avanti con grandi difficoltà. Noi continueremo a lavorare con la consueta professionalità, anche se stiamo subendo la terribile politica di tagli dell'Assessorato regionale alla Sanità». Dunque non sono migliorate le cose per l'Associazione Alzheimer, pochi mesi dopo lo sciopero della fame che Gianfranco Favini aveva fatto per ottenere un incontro con il Commissario della Asl, Paolo Manca.
La campagna “Una città per l'Alzheimer” è realizzata con il patrocinio di Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Sassari, ASL Sassari, Azienda Ospedaliero Universitaria Sassari, Associazione Alzheimer Italia onlus e Associazione Italiana Malattia di Alzheimer onlus. E' cominciata il 28, 29 e 30 maggio con la distribuzione di materiale informativo nel Policlinico sassarese.
I segnali da non trascurare. L' Alzheimer è la forma di demenza più diffusa nei Paesi occidentali. «Esistono forme di esordio pre-senile, per cui noi sollecitiamo i controlli anche per persone intorno ai 50-60 anni- afferma la dottoressa Maria Rita Piras, responsabile dell'Unità valutativa Alzheimer n. 1, presso la Clinica neurologica dell'Azienda mista sassarese- I campanelli d'allarme da non sottovalutare sono le dimenticanze, ma anche la perdita dell’orientamento, i disturbi delle attività di programmazione e progettazione, quelle che noi chiamiamo funzioni esecutive; disturbi del linguaggio, come l'anomia, la perdita della capacità di trovare la parola giusta al momento giusto: le modificazioni sul piano cognitivo devono essere segnalate al proprio medico curante, che deve poter inviare all’Unità Valutativa Alzheimer le persone che riferiscono questi cambiamenti. Tutti questi aspetti devono essere presi subito in considerazione e assolutamente non trascurati».
La popolazione invecchia precocemente, perciò il numero delle persone affette da Alzheimer è destinato a crescere. Secondo il dottor Antonio Nieddu, direttore di Geriatria e responsabile dell'Unità valutativa Alzheimer del Policlinico sassarese, «in Italia nei prossimi 15 anni si prevede un aumento del 200 per cento della popolazione sopra i 65 anni: in Sardegna, dove si stima che ci siano circa 15.000 pazienti con demenza di Alzheimer, questo raddoppio è previsto in soli sette anni e mezzo. Un altro aspetto che secondo me caratterizzerà i prossimi anni è l’entrata nella fascia di età più a rischio per l’Alzheimer, cioè quella tra i 60 ed i 65 anni, dei cosiddetti babyboomers, ovvero le persone nate nell’immediato dopoguerra, in un momento di grande impennata del numero delle nascite. Alla luce di questo e dei dati epidemiologici, prevediamo dunque nell’immediato futuro un grande aumento delle persone con demenze ed in particolare con demenza di Alzheimer, ed anche un aumento considerevole della disabilità degli anziani».
Il Centro diurno di San Camillo. Per tutti questi motivi è importante dare informazioni sulla malattia e favorire la diagnosi precoce, creare una rete di supporto per i pazienti e i loro familiari, incentivare il ricorso a terapie farmacologiche più efficaci e interventi riabilitativi. Al momento in Sardegna esiste un unico centro diurno sperimentale che offre servizi di riabilitazione cognitiva, fisica e terapia occupazionale, assistenza psicologia alla famiglia; si trova a San Camillo, poco fuori Sassari. «Naturalmente anche noi appoggiamo questa campagna, e domani al convegno la nostra associazione sarà rappresentata- dichiara Gianfranco Favini, direttore e presidente del Centro e dell'Associazione Alzheimer- ma devo dire che il nostro centro sta andando avanti con grandi difficoltà. Noi continueremo a lavorare con la consueta professionalità, anche se stiamo subendo la terribile politica di tagli dell'Assessorato regionale alla Sanità». Dunque non sono migliorate le cose per l'Associazione Alzheimer, pochi mesi dopo lo sciopero della fame che Gianfranco Favini aveva fatto per ottenere un incontro con il Commissario della Asl, Paolo Manca.
La campagna “Una città per l'Alzheimer” è realizzata con il patrocinio di Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Sassari, ASL Sassari, Azienda Ospedaliero Universitaria Sassari, Associazione Alzheimer Italia onlus e Associazione Italiana Malattia di Alzheimer onlus. E' cominciata il 28, 29 e 30 maggio con la distribuzione di materiale informativo nel Policlinico sassarese.
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