un dibattito
Clima impazzito e agricoltura
Cosa fare per trovarsi preparati
SASSARI. Ormai non ci sono più dubbi: il clima sta cambiando, servono interventi mirati per scongiurare danni irreparabili non solo all'agricoltura ma anche alla vita di tutti i giorni.
Se ne è parlato ieri mattina nella facoltà di agraria nel corso di un dibattito sulla tutela ambientale organizzato dalla Confederazione italiana agricoltori, insieme a Confagricoltura e Lega coop. Al centro della tavola rotonda il tema legato al modello di sviluppo economico adottato in Sardegna (e ovviamente nel resto del Continente) ritenuto co-responsabile del degrado ambientale sardo (il 52 % del territorio), del processo di desertificazione (il 50%) e del dissesto idrogeologico che al momento interessa il 70% dei nostri Comuni.
In particolare gli interventi dei vari relatori: dal presidente della Cia Sassari Eugenio Maddalon, alla docente dell'Università di Sassari Donatella Spano, passando per i deputati Guido Melis e Susanna Cenni, sono stati tutti all'insegna di un invito ad adottare misure precise per la produzione di energie rinnovabili, a cambiare il sistema dei trasporti e della mobilità e alla tenace difesa delle biodiversità. L'obiettivo dichiarato è quello di ridurre il riscaldamento del pianeta, o al massimo fare qualcosa per non trovarsi impreparati.
«Lo scenario per il 2020 – spiega la docente Donatella Spano – prevede un aumento della temperatura da 4 a 6 gradi con conseguente mutamento della geografia delle colture agricole. Servono quindi nuove strategie di adattamento che devono essere guidate da piani regionali, nazionali , oltre che da ulteriori acquisizioni scientifiche».
I cambiamenti climatici, se da un lato portano un bagaglio di rischi elevatissimi, dall'altro potrebbero rivelare potenzialità insperate.
«Paradossalmente – spiega il deputato Susanna Cenni – questi fenomeni potranno servire per determinare una nuova centralità dell'agricoltura, il cui problema non riguarda più solo gli addetti ai lavori ma il mondo interno. La rivalutazione della biodiversità, in questo senso, potrebbe servire per trovarsi preparati quando le nuove condizioni climatiche renderanno necessarie colture diverse. Ma occorre rivedere da subito il sistema dei consumi e dare maggiore credibilità al rapporto produttore-consumatore»..
I politici del governo nazionale e regionale sono quindi chiamati a provvedere subito con strategie a medio lungo termine.
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