l'attesa
Pasqua di protesta ancora all'Asinara
per gli operai cassintegrati della Vinyls
In settimana non è arrivato l'accordo tra Ramco e Eni
Operai Vinyls nell'Isola dei cassintegrati (foto: Per gentile concessione di Andrea Spanu)
PORTO TORRES. «Mi sa che quest'anno Pasqua e Pasquetta le faccio all'Asinara». Così scherzava amaramente qualche giorno fa uno degli operai della Vinyls che da più di un mese occupano per protesta l'isola dell'Asinara. In tutto sono 120 che rischiano il posto di lavoro. Lo spirito era quello grintoso e anche orgoglioso di chi sta portando avanti una lotta non violenta e originale, la prima del genere seguita da migliaia di sostenitori virtuali, su Facebook, ma anche da quelli in carne e ossa che fanno la spola tra la Sardegna e la piccola isola. Ora qualcosa è cambiato anche nell'umore di chi lì trascorre le feste pasquali. Sarà l'autoreclusione forzata, sarà perché la soluzione della vertenza era e resta lontana o vaga. È stata infatti una settimana di trattative e tavoli nella capitale (al ministero dello Sviluppo produttivo) che hanno lasciato però invariata la situazione. L'unico passo ufficiale è stata la pubblicazione del bando di vendita. La Pasqua passa quindi senza nessun accordo concreto tra Eni e la Ramco del Qatar, l'unica che ha manifestato interesse per l'impianto. Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, in visita lo scorso martedì all'Isola dei cassintegrati aveva dato come prima scadenza venerdì 2 aprile.
Ma venerdì santo è passato e le promesse di Cappellacci sono state disattese. D'altronde lo scetticismo degli operai non aveva lasciato spazio all'entusiasmo. La firma non c'è stata e la Pasqua degli operai resta sospesa, allietata comunque dalle visite delle mogli, bimbi e amici ma non da una buona notizia sulla vertenza. Il via vai dalla Sardegna all'Asinara non si è mai fermato, come anche il pellegrinaggio dei politici. Tra loro anche l'ex presidente della Sardegna, Renato Soru, accompagnato da Mario Bruno, capogruppo del Pd in Regione.
Le preoccupazioni. La lettera di interessamento vincolante della Ramco per l'acquisizione è già in mano all'Eni ma parrebbe non sia stata restituita. Giovedì a Roma si sono incontrati i tre commissari della Vinyls con il direttore del ministero, Andrea Bianchi, e i sindacati nazionali. Hanno anche discusso dello sblocco, da parte dell'Unione europea, delle fidejussioni, note come «garanzie di Stato». Diverse le posizioni sul loro utilizzo: per i sindacati quei fondi dovrebbero essere usati per far ripartire gli impianti e reintegrare i cassintegrati; per i commissari prima di riavviare il ciclo produttivo sarebbe necessario avere la certezza di non andare in perdita. Nulla di concreto dunque, resta la scadenza finale del 24 aprile come ultimo limite prima del fallimento.
Per ora Pasqua e Pasquetta sono solo giorni di festa e di attesa. Non mancano, come sempre, la solidarietà e gli auguri nella bacheca della pagina di Facebook dedicata alla protesta che ha superato ormai 80mila iscritti. E se il vento altrove rovina la gita fuori porta, nell'Isola dei Cassintegrati amplifica il malumore e la perplessità sul futuro.
Ma venerdì santo è passato e le promesse di Cappellacci sono state disattese. D'altronde lo scetticismo degli operai non aveva lasciato spazio all'entusiasmo. La firma non c'è stata e la Pasqua degli operai resta sospesa, allietata comunque dalle visite delle mogli, bimbi e amici ma non da una buona notizia sulla vertenza. Il via vai dalla Sardegna all'Asinara non si è mai fermato, come anche il pellegrinaggio dei politici. Tra loro anche l'ex presidente della Sardegna, Renato Soru, accompagnato da Mario Bruno, capogruppo del Pd in Regione.
Le preoccupazioni. La lettera di interessamento vincolante della Ramco per l'acquisizione è già in mano all'Eni ma parrebbe non sia stata restituita. Giovedì a Roma si sono incontrati i tre commissari della Vinyls con il direttore del ministero, Andrea Bianchi, e i sindacati nazionali. Hanno anche discusso dello sblocco, da parte dell'Unione europea, delle fidejussioni, note come «garanzie di Stato». Diverse le posizioni sul loro utilizzo: per i sindacati quei fondi dovrebbero essere usati per far ripartire gli impianti e reintegrare i cassintegrati; per i commissari prima di riavviare il ciclo produttivo sarebbe necessario avere la certezza di non andare in perdita. Nulla di concreto dunque, resta la scadenza finale del 24 aprile come ultimo limite prima del fallimento.
Per ora Pasqua e Pasquetta sono solo giorni di festa e di attesa. Non mancano, come sempre, la solidarietà e gli auguri nella bacheca della pagina di Facebook dedicata alla protesta che ha superato ormai 80mila iscritti. E se il vento altrove rovina la gita fuori porta, nell'Isola dei Cassintegrati amplifica il malumore e la perplessità sul futuro.
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