Nella Giornata regionale del Ringraziamento gli agricoltori e gli allevatori non dimenticano chi soffre ed ha meno possibilità, donando oltre 5 quintali di prodotti della propria terra, 100 per cento sardo, di alta qualità ed a km 0. Lo hanno fatto questa mattina a Nuoro attraverso la Caritas locale donando gli oltre 50 cesti arrivati da tutta la Sardegna dell’offertorio nella Messa presieduta per la concelebrazione eucaristica nella Cattedrale di Santa Maria della Neve da Monsignor Antonello Mura con l’assistenza del responsabile ecclesiastico di Coldiretti Sardegna don Mario Tanca e dal responsabile ecclesiastico di Coldiretti Nuoro Ogliastra, Oristano e Cagliari don Totoni Cossu, don Fabio Marras e don Giuseppe Orrù con l’accompagnamento musicale del coro del coro gli Amici del folklore di Nuoro.

Un’attenzione che fa parte della cultura del mondo delle campagne cresciuta in questi ultimi anni di severa crisi economica in particolare nei mercati di Campagna Amica dove si tiene la spesa sospesa in collaborazione con i clienti.  Come emerge anche dall’ultimo Report su povertà ed esclusione sociale in Sardegna elaborato proprio dalla Caritas in Sardegna la povertà sta crescendo con percentuali più alte di tutto il resto d’Italia e anche del Mezzogiorno dove i dati sono purtroppo in aumento. In Sardegna l’indice di povertà relativa infatti p cresciuta del 2,2 per cento nel 2021 (16,1%) rispetto al 2020 (13,9%), con circa 110mila famiglie sarde in grande difficoltà.

La Giornata del Ringraziamento – spiega Coldiretti Sardegna – è il capodanno delle campagne, l’inizio dell’annata agraria, un momento di ringraziamento e gratitudine per il dono della terra. È nata nel 1951 grazie alla Coldiretti che volle dare un nuovo significato alla celebrazione di San Martino per l’inizio dell’annata agraria (San Martino in tutta Europa è la data cruciale dell’anno agricolo, ha segnato per secoli in tutto l’Occidente la scadenza dei rapporti di lavoro e il rinnovo dei contratti d’affitto). Una scelta che coincide con l’avvio nel 1950 della rivoluzionaria riforma agraria che aveva dato il via all’unica redistribuzione di ricchezza mai avvenuta in Italia con 3,6 milioni di terra sottratta al latifondo incolto e improduttivo e redistribuita a oltre un milione di contadini.

La Conferenza Episcopale Italiana, a sua volta, l’ha assunta tra le ricorrenze del calendario liturgico e la celebra, secondo la tradizione iniziata dalla Coldiretti, ogni seconda domenica di novembre in tutte le chiese della Nazione. Sui territori, in ogni angolo d’Italia, la Giornata viene organizzata dalla Coldiretti fino a sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, l’altra grande festa delle campagne italiane. La Giornata nazionale quest’anno si è tenuta in Campania nella diocesi di Sessa Aurunca, lo scorso anno si tenne invece in Sardegna a Porto Torres. Lo slogan scelto dai Vescovi italiani per l’edizione 2022 è “Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto”, passo del profeta Amos, in cui la Terra viene presentata come un giardino espressione della bellezza del “disegno divino”. “Messaggio dei vescovi che facciamo nostro – continua don Mario Tanca responsabile ecclesiastico regionale della Coldiretti – che richiede l’impegno di tutti per curare il giardino che ci ha donato il Signore, non solo dei produttori agricoli e allevatori, ma anche dei consumatori”. “Novembre – spiega ancora don Mario Tanca – è il mese in cui il mondo agricolo si ritrova per rivolgere il proprio grazie a Dio per i doni ricevuti e per chiedere la benedizione per una nuova annata agraria. La Giornata del Ringraziamento è anche una giornata di riflessione sulle tematiche che riguardano l’agricoltura, l’allevamento e tutto ciò che riguarda questi settori”.

“Una giornata molto sentita da tutta la Coldiretti – dice il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – come testimonia la presenza ogni anno di tanti nostri soci provenienti da tutta la Sardegna. Giornata appunto di gratitudine in cui, nonostante il momento difficile dal punto di vista economico attraversato dalle campagne, non si dimentica chi soffre di più portando in dono i frutti della propria azienda come del resto le aziende stanno facendo tutto l’anno con la spesa sospesa nei mercati di Campagna Amica e in tante altre occasioni, come per esempio, durante l’arrivo dei profughi dall’Ucraina”.