L’e-commerce si rivela sempre più strategico per la crescita economica del nostro Paese, con un peso di oltre il 40% sulla crescita totale del fatturato delle imprese private italiane, un valore che evidenzia ancora una volta l’importanza dello sviluppo digitale e degli interventi, anche dal punto di vista istituzionale, per supportare il settore. Qual è dunque il punto della situazione?

E-commerce e sviluppo economico italiano: un binomio inscindibile

 Parlare di crescita economica dell’Italia senza guardare alle potenzialità dell’e-commerce sarebbe oggi da folli: i dati più recenti riguardo al mondo del commercio elettronico, infatti, parlano di un trend di crescita costante che dal 2019 a oggi ha portato lo shopping online a essere una delle attività più rilevanti a livello nazionale. Con un fatturato complessivo di 71 miliardi di euro (+4,4% rispetto al 2020, anno in cui il valore era schizzato a 68 miliardi), l’e-commerce si rivela uno dei settori più in salute in assoluto, determinante per le sorti dell’intero Paese e dunque da supportare e valorizzare a tutti i livelli.

Il numero di imprese coinvolte nella filiera ha superato ormai le 700mila unità e ciò evidenzia quanto il commercio via internet non sia più una semplice tendenza del momento ma una vera e propria opportunità economica anche e soprattutto per le numerose piccole e medie imprese che cercano di far fronte alla crisi aprendosi in questo modo a un mercato più ampio e avanzato. È interessante notare anche come dal punto di vista della distribuzione geografica, le aziende attive nell’e-commerce risultano equamente ripartite nelle varie Regioni, anche se a livello di fatturato oltre la metà (il 51,1%) al momento risulta generato dalla Lombardia e dal Nord-Ovest.

Il fenomeno peraltro si pone perfettamente in scia con quanto avvenuto anche a livello di servizi digitali, dove abbiamo potuto sperimentare iniziative di grande successo nel campo delle telecomunicazioni e dell’intrattenimento online, non da ultimo con la trasposizione in digitale delle tradizionali sale casino, che oggi permettono da PC e da mobile non solo di giocare ma anche di approfondire come funzionano le slot machine o quali siano le migliori strategie da utilizzare durante le partite.

E-commerce ed export digitale

 L’e-commerce va dunque visto come una grande opportunità per l’intero sistema Italia, anche in termini di export e valorizzazione del Made in Italy, dal momento che la rete permette di abbattere le barriere geografiche e di rendere molto più semplici comunicazioni e scambi con l’estero. Non è un caso, infatti, che alcune delle insegne italiane di maggior successo online siano proprio quelle che commercializzano prodotti tipici e specialità nostranesia alimentari che nel campo dell’abbigliamento, del design e della moda in generale.

A detta degli esperti il canale digital va pertanto considerato prioritario per lo sviluppo non soltanto del mercato interno ma anche per favorire le esportazioni e migliorare l’immagine del Paese all’esterno, motivo per cui l’intervento delle istituzioni risulta determinante al fine di aiutare le imprese a lavorare nel migliore dei modi.

Il commercio elettronico e il mercato del lavoro

 Alla crescita dell’e-commerce non può non corrispondere un’espansione anche del mercato del lavoro connesso a questo comparto: l’aumento delle imprese attive online e il loro sviluppo sta infatti favorendo un incremento delle richieste di personale specializzato in ambito digital, dagli sviluppatori che si occupano della realizzazione di software, siti web e applicazioni per dispositivi mobili ai creatori di contenutiattivi per esempio sui social e nell’ambito del marketing, passando per esperti legali alle prese con i temi della privacy e della cybersecurity e analisti di dati impegnati dal punto di vista della raccolta, dell’analisi e dell’utilizzo strategico dei dati raccolti.

Da un punto di vista professionale, dunque, il fenomeno potrebbe avere risvolti ancora più interessanti e spingere verso l’alto le percentuali sia per ciò che riguarda le assunzioni dirette che in termini di collaborazioni esterne con freelance che operano in autonomia. Un altro tassello da non sottovalutare nell’ottica del rilancio del Paese, al quale sia i soggetti pubblici che quelli privati devono guardare con attenzione e lungimiranza.