Sassari. Il 7-1 subito dalla Torres contro l’Atalanta Under 23 sta facendo discutere in città. C’è un aspetto strettamente sportivo, con le legittime aspettative e la fortissima delusione della tifoseria; un altro societario che riguarda le scelte della dirigenza, ma deve anche tener conto della sostenibilità economica e delle ambizioni future del progetto Torres; un altro ancora di orgoglio campanilistico, storico e politico, nel senso che a Sassari e ai sassaresi può sembrare quasi impossibile non aver mai raggiunto neanche la serie B, con la coscienza che sicuramente non siamo una città di serie C.
Su queste riflessioni ci sembra interessante innestare i contributi postati su Facebook da due tifosi, due amici di Sassari Notizie, sito che ha già ospitato alcune loro riflessioni: Marco Ticca, presidente della Torres Tennis, e don Gaetano Galia, cappellano del carcere di Bancali.
Ticca ragiona diffusamente sul rapporto tra la squadra, la proprietà, la città, con un bilancio che è già da considerare positivo di questi anni di gestione Abinsula:
“Delusione, dispiacere e tristezza. Questi sono gli stati d’animo che mi suscita la tremenda sconfitta della nostra amata Torres, dei nostri amici, anzi direi fratelli, con cui orgogliosamente condividiamo nome e colori. Questo e niente altro deve governare le nostre reazioni, non rabbia, non cattiveria, non disfattismo.
La sconfitta brucia parecchio, è vero, soprattutto per le assurde dimensioni, in questa maledetta domenica in cui sono naufragati i sogni di una città intera che in pochi anni ha finalmente ritrovato il gusto di innamorarsi della propria squadra di calcio e di quei colori che rappresentano la nostra storia e la nostra identità.
Può bastare una partita assurda, una delusione cocente, una prestazione probabilmente indecorosa, per buttare al macero questi meravigliosi anni di rinascita?
E’ sufficiente una serata dove non ha funzionato assolutamente niente, per trasformare la legittima delusione in rabbia, cattiveria ed insulti gratuiti?
Lo sport è questo cari tifosi, si cade tante, tantissime volte, talvolta come ieri in maniera fragorosa, ma queste sconfitte devono far parte di un percorso di crescita e apprendimento e non usate per disprezzare tutto ed insultare tutti.
Conosco personalmente quasi tutti i ragazzi della rosa, li sento parlare tra di loro durante le sessioni di palestra svolte presso il nostro circolo e più di una volta ho avuto modo di chiacchierare con loro. Seri, educati, senza grilli per la testa e da quel che vedo e sento, professionisti ineccepibili.
Conosco bene anche Pierluigi Pinna e tutti i dirigenti, con in testa Stefano Udassi, artefici della rinascita di una società che sembrava ormai condannata a vivere nella mediocrità.
Lo dico sempre, lo sport non è matematica e due più due non fa quasi mai quattro. Si fanno continuamente errori, si subiscono torti e sfortune ma non ci si può, né ci si deve mai arrendere.
E’ in questi momenti che si deve misurare la maturità e la capacità di una società, di un gruppo, di una intera città di poter non solo sognare, ma raggiungere determinati traguardi.
La città, badate bene, non è una cosa astratta ma è ognuno di noi, che non deve sprecare l’occasione di stare vicino alla squadra, allo staff, ai dirigenti ed alla proprietà nel momento sicuramente più brutto della loro avventura rossoblù.
Abbiamo perso una partita, probabilmente una stagione, ma vediamo tutti insieme di non rischiare di perdere molto di più, facendo vacillare la voglia e la passione di chi sta mettendo, per la nostra Torres, soldi e anima.
Questo si, non sarebbe perdonabile!
Poi magari un giorno la Lega capirà che le squadre satellite sono solo un immeritato regalo alle società di serie A, ad assoluto discapito di realtà come la nostra che vorrebbero lottare ad armi pari, senza dirigenti nazionali che si preoccupano principalmente di ‘salvaguardare brand’ piuttosto che l’equità di trattamento… ma questa è un’altra storia”.
Ed ecco l’appello di don Gaetano Galia a non abbandonare e anzi a onorare la squadra nella partita di mercoledì 14 maggio al Vanni Sanna, sulla stessa lunghezza d’onda di quello fatto da Pier Luigi Piredda sul nostro sito.
“Il vero tifoso della Torres mercoledì sarà al Vanni Sanna! Sarà arrabbiato per la sconfitta e per come è maturata! Ma poi riflette e pensa che due campionati fa eravamo in D e poi abbiamo fatto due campionati al vertice di un campionato di C dove sono al centro classifica squadre che hanno militato in A: Pescara, Perugia, Ascoli, Spal…! Che la società è sana, sta investendo seriamente, ma con accuratezza, perché tornare in promozione per fallimento è un attimo. Se posso ci sarò anche io! Questi sono i veri tifosi della Torres. Chi non la pensa così è Cagliaritano! Detto da uno che tifa anche Cagliari! (seguito da quattro cuoricini – ndr). Forza Torrese! soprattutto quando si perde. È facile tifare quando si vince! Sempre a testa alta. Lo sport è questo: rialzarsi con orgoglio dopo una sconfitta. Anche se un ‘bè pisanti!’