«Si tratta di un’importante opportunità da cogliere anche per rafforzare successivamente l’organico con figure che possono garantire alle stesse aziende la risoluzione di problemi complessi, ricerca industriale e innovazione tecnologica», dichiara Achille Carlini, presidente di Confindustria Centro Nord Sardegna.
I corsi di dottorato, di durata triennale, costituiscono il più alto grado di formazione accademica e rappresentano il terzo livello universitario, dopo laurea e laurea magistrale. In particolare, sono attivati all’Università di Sassari dieci corsi: Archeologia, Storia e Scienze dell’Uomo; Architetture e Ambiente; Culture, Letterature, Diritti, Turismo e Territorio; Economics, Management and Quantitative Methods; Life Sciences and Biotechnologies; Scienze e Tecnologie Chimiche; Scienze Agrarie; Scienze Mediche, Chirurgiche e Sperimentali; Scienze Giuridiche; Scienze Veterinarie.
Dal 38° ciclo il PNNR ha permesso una collaborazione molto stretta con le aziende del territorio, che hanno subito gradito la proposta di cofinanziare le borse dei singoli dottorandi: nel 2024 le domande complessive erano state ben 42. Da quest’anno, senza PNRR, con il 41° ciclo, si ritorna alla vecchia tipologia, con costi a carico di università e imprese o dei docenti attraverso i loro progetti di ricerca. «Il dottorato è importante perché consente di formare nuovi professionisti, ma può permettere anche di trattenere i nostri laureati nel territorio. In questo momento non ci sono più vincoli: con il finanziamento interno possiamo decidere noi la struttura del percorso, come i periodi in azienda e in università», ha spiegato il professor Garribba. Il costo complessivo della borsa di dottorato è di 70mila euro e la Scuola di Dottorato è sempre a disposizione di aziende e imprese per fornire eventuali informazioni o supporto tecnico e amministrativo.