di Daniela Piras
Sassari. L’associazione culturale musicale Ellipsis chiude in bellezza l’edizione 2025 della rassegna “I concerti di primavera”. Al centro del palco dell’aula Sassu del Conservatorio Canepa, il duo composto da Claudio Mondini al violino e Luigi Stillo al pianoforte ha portato in scena i capolavori del Romanticismo. Le ultime note suonate nella stagione sono state quelle composte da Robert Schumann e César Franck.
Il duetto tra i due esperti musicisti – la lettura delle numerose tappe della loro lunga biografia da parte del pubblico ha scandito i minuti precedenti all’esibizione – si è presentato da subito come una danza austera e malinconica. Un dialogo di note aulico e intenso, reso solenne, oltre che dall’impeccabilità delle interpretazioni, anche dall’evidente tensione emotiva disegnata sui loro volti. Il suono dolce del Maestro Claudio Mondini, a tratti fragoroso, si è accostato alle tonalità morbide del Musicologo Luigi Stillo, dando vita a un concerto malinconico e vibrante.
Un’atmosfera quasi irreale e rarefatta, quella respirata nella sala Sassu, interrotta solo da una breve presentazione del bis offerto dal duo. Le parole di Claudio Mondini – tanto umane quanto reali – hanno riportato il pubblico al presente, facendolo entrare in una dimensione più profana e spezzando il rigoroso silenzio. Tanto è bastato per dar luogo a un insolito frinire prodotto dalla carta delle caramelle gentilmente offerte dagli organizzatori all’ingresso, insieme ai libretti. Solo chi sedeva in prima fila, come chi scrive, ha potuto cogliere il sorriso indulgente del Mondini, che ha aspettato pochi ma cruciali istanti che l’operazione di scarto terminasse, prima di riportare l’attenzione sull’ultimo brano.
La magia della musica classica risiede anche questo: nella sua capacità di adattarsi a epoche e pubblici diversi, mantenendo gli echi di malinconia originari ed emozionando allo stesso modo. Oggi come nel dicembre del 1886, quando la Sonata in la maggiore di César Franck fu eseguita per la prima volta al Museo d’Arte Moderna di Bruxelles, nella completa oscurità per proteggere i dipinti, con i musicisti costretti a suonare a memoria.
Cambiano le ambientazioni, e cambia il pubblico, ma ciò che conta resta: ossia la sensazione di aver preso parte a qualcosa di profondamente autentico. E con un lungo e caloroso applauso, il pubblico sassarese ha salutato il duo, suggellando la chiusura di una stagione colma di musica ed emozioni.
