di Pier Luigi Piredda
Dopo la delusione, l’attesa. La delusione per l’inopinata e pesante
eliminazione da parte dell’Atalanta Under 23 non poteva non lasciare
strascichi.
Il silenzio assordante di questo periodo da parte della società è
la logica reazione per una delusione cocente. Non tanto per l’eliminazione
dai play off ma per come è maturata. Troppo pesante la batosta subita.
Troppo grande e amaro il boccone da ingoiare. Logicamente per farlo
serve tempo. Anche se un primo passo è stato fatto. Il saluto all’allenatore:
Alfonso Greco non sarà il prossimo tecnico della Torres.
Le parti si sono incontrate e hanno deciso di separarsi, nonostante un contratto che
prevedeva la permanenza di Greco sulla panchina per un altro anno. Ma
entrambe le parti hanno deciso che non era il caso: “Lasciamoci così senza
rancor…”. Anche se la partenza del tecnico non è stata delle migliori.
Alfonso Greco ha scritto pagine importanti della storia della Torres. Ha
portato la squadra per due volte a giocarsi i playoff per la promozione con
un secondo e un terzo posto in campionato. Ha perso ai playoff, ma questo
non inficia il buon lavoro svolto soprattutto a livello di coesione di gruppo.
E allora continuo a chiedermi da quasi 15 giorni: perché è scappato da
Sassari come insalutato ospite? Non è stato un gran gesto. È vero che
Alfonso Greco non è mai stato troppo loquace, ma una chiusura di un ciclo
così entusiasmante, anche se con la cocente delusione finale, avrebbe
meritato un’analisi da parte del tecnico. Sarebbe stato bello poter
scambiare con lui i pareri di noi giornalisti e della piazza sportiva e sentire
le sue argomentazioni su alcune prestazioni della Torres. Ma non è stato
possibile. Sarebbe anche stato bello chiacchierare con lui delle sue quattro
stagioni trascorse a Sassari e infine sapere che ne avrebbe pensato della
finalissima dei playoff tra la Ternana e il Pescara, due squadre del nostro
girone.
Niente da fare. E allora l’analisi ce la facciamo da soli. La Ternana
durante il campionato aveva dimostrato di essere la squadra più forte in
assoluto, con una rosa di tutto rispetto ma soprattutto con un gioco
spumeggiante grazie anche alle nozioni impartite dal suo tecnico: il
giovane e preparatissimo Ignazio Abate. Un allenatore che negli anni
precedenti aveva guidato con sapienza le formazioni giovanili del Milan.
Alla prima chiamata importante ha dimostrato di avere tutte le carte in
regola per fare una grande carriera da tecnico. Peccato che sulla sua strada
abbia incontrato un presidente poco illuminato che nel momento topico
della stagione l’ha esonerato senza alcuna motivazione tecnica e ha
chiamato al suo posto l’esperto Fabio Liverani che però ha perso
malamente il treno della promozione diretta e ora sta recuperando nei play
off grazie soprattutto a un parco giocatori di altissimo livello qualitativo.
Il Pescara al contrario ha un allenatore di grandissima qualità. Un tecnico
esperto come Silvio Baldini, che ha navigato a lungo tra Serie A e Serie B
con risultati lusinghieri, con idee moderne, che ha stentato in campionato
anche per mancanza di qualche elemento chiave nei momenti decisivi, ma
che è riuscito a mantenere la quarta posizione e rilanciare la squadra nei
playoff. Un allenatore che si è caricato tutte le responsabilità sulle spalle,
che ha ammesso di aver commesso qualche errore di valutazione ma che ci
ha sempre messo la faccia. E quando all’inizio dei play off ha sbottato in
conferenza stampa: li vinciamo noi e saliamo in Serie B, era stato preso
per visionario e illuso. E invece sta dimostrando con i fatti di avere
ragione. Ha ben saldo il polso della squadra e sta sfruttando tutti i suoi
giocatori nel migliore dei modi. Saranno sicuramente due finali
entusiasmanti.
Per noi sassaresi c’è logicamente un pizzico di rabbia
perché ci sarebbe potuta essere la Torres a giocarsi la serie B se non avesse
sbandato clamorosamente a Caravaggio contro l’Atalanta. Ma è inutile
piangere sul latte versato. Ora bisogna pensare al futuro. Le ripartenze
dopo le delusioni non sono mai facili, ma non dimentichiamoci che questa
società ha preso una squadra che fino a quattro anni fa stava giocando in
Serie D e l’ha portata nel salotto buono della Serie C facendo parlare tutta
Italia della Torres. La società deve ora pensare a puntellare in maniera
efficace la struttura, partendo da alcune certezze che sono il direttore
sportivo e alcuni componenti dello staff tecnico. Il direttore sportivo
Andrea Colombino è uno dei più promettenti DS di tutta Italia. È giovane,
non aveva grande esperienza quando ha cominciato l’avventura con la
Torres e neppure troppa disponibilità economica, ma ha dimostrato di
sapersi muovere con sapienza nel difficile mondo del calcio.
Bravo davvero. Ha portato a Sassari giocatori di alto livello e giovani interessanti
con grandi prospettive. Ha sempre lavorato in silenzio e ci ha messo
sempre la faccia. Senza mai tirarsi indietro nei momenti difficili, riuscendo
sempre a far quadrare i conti nonostante le logiche difficoltà di una società
giovane e priva della necessaria malizia e dei fondamentali appoggi a
livello di federazione e di Lega. Colombino deve essere uno degli
intoccabili se si vuole programmare il futuro della Torres in maniera
intelligente e con lungimiranza, evitando promesse e voli pindarici ma
puntando esclusivamente sulla concretezza. Altrettanto si può dire di Tore
Pinna, icona della Torres, uno che ha sangue rossoblù che gli scorre nelle
vene, che è stato espulso più volte proprio per il grande amore e il legame
fortissimo che ha con la Torres. Perché ho citato solo Tore Pinna dello staff
tecnico del fuggiasco Greco? Lo spiego subito con motivazioni tecniche
che ritengo siano assolutamente condivisibili da qualsiasi esperto di calcio.
La Torres all’inizio della sua avventura in Serie C aveva acquistato Andrea
Zaccagno, un portiere proveniente dal Rimini senza grandi credenziali.
Zaccagno aveva immediatamente dimostrato di essere stato sottovalutato
fino al suo arrivo a Sassari e a suon di parate fantastiche si è conquistato la
fiducia e la stima di tutto il popolo rossoblù. Ma qualche pecca ce l’aveva
e fai un errorino oggi, fanne uno domani qualcuno stava cominciando a
storcere il naso sulle qualità del portiere soprattutto nelle uscite, in
particolare in quelle alte. E qui arriva Tore Pinna. Il grande ex portierone
rossoblù ha cominciato un lavoro impressionante con Zaccagno. Prima
psicologico e poi tecnico e ora il nostro portiere è probabilmente il miglior
portiere di tutti e tre i gironi della Serie C e probabilmente potrebbe ambire
a giocare anche in Serie B vista la sua crescita esponenziale negli ultimi
anni. E questo è merito di Tore Pinna che l’ha preso sotto la sua ala
protettrice e ne ha fatto un grandissimo portiere. Dove lo si trova un altro
preparatore dei portieri come Tore Pinna?
Per quanto riguarda l’analisi sulla stagione appena trascorsa e i giudizi su
tutti i giocatori ne parleremo in un prossimo articolo.