Operai, Zingonia, 1977

Sassari. Resta aperta fino al 20 giugno (lunedì- venerdì 10-13/16-19; sabato: 10-13) nella Sala Duce di Palazzo Ducale, a Sassari, la mostra “A Journey Back/Un viaggio di ritorno” del fotografo italoamericano Lou Dematteis, inaugurata lil 7 giugno, alla presenza dell’autore, come evento del festival di cinema documentario e fotografia Asincronie, conclusosi domenica scorsa. Nato in California nel 1948 da una famiglia di origine italiana, dagli anni Ottanta Lou Dematteis ha iniziato a collaborare con la prestigiosa agenzia Reuters, documentando guerre e conflitti in diverse zone del mondo e realizzando reportage pubblicati su importanti riviste internazionali.

La mostra in Sala Duce, a cura di Claudio Domini e Paolo Pisanelli, racconta, però, un lato molto più personale del grande fotografo. E allo stesso tempo riporta

Lou Dematteis, A Journey Back (foto Elisa Casula)

alla memoria un’Italia di oltre mezzo secolo fa, ormai scomparsa. Negli anni Settanta, prima di diventare un fotoreporter, Dematteis compie infatti 4 viaggi nel Bel Paese alla ricerca delle proprie radici. Si confronta, così, con una realtà che fino ad allora aveva solo immaginata, e attraversa la Penisola in lungo e in largo toccando, oltre ai paesi d’origine dei nonni paterni, tutte le principali città e spingendosi fino in Sicilia.

«Tutti i miei nonni venivano dalla Liguria e dal Piemonte. I miei genitori erano molto orgogliosi di essere italiani e hanno instillato quell’orgoglio anche in noi figli» ha raccontato Dematteis durante l’inaugurazione. «Da bambino ero affascinato dalle storie che i miei parenti mi raccontavano sull’Italia. E credo sia allora che ho capito di volere essere anche io uno storyteller. Così, dopo essermi laureato, ho deciso di andare a cercare le mie radici. La prima volta sono venuto in Italia senza una macchina fotografica, ma sono rimasto così affascianto dall’architettura, dalla gente, dalla bellezza del paese che ho deciso di tornare per scattare delle foto, ed è così che è iniziata la mia carriera di fotografo».

Nelle fotografie di “A Journey Back”, accanto a scatti più intimi e famigliari, in cui è protagonista la famiglia di Dematteis, si affaccia l’Italia di allora, tra battaglie popolari per i diritti e la vita nelle strade, il quotidiano della gente comune, i riti sociali, la fabbrica e la scuola, il lavoro nero di adulti e bambini e quello nei campi.

Un incredibile carosello, scandito, come in un poetico contrappunto, dai testi del poeta ed editore della beat generation Lawrence Ferlinghetti (1919 – 2021), anche lui italoamericano, anche lui affascinato dalla ricerca delle proprie radici. A più di mezzo secolo di distanza, “A Journey Back” rappresenta un documento storico ed emotivo, che ci racconta come eravamo e ciò che si è irrimediabilmente perduto.