di Daniela Piras
Qual è il futuro della civiltà occidentale? Quali sono le sfide da superare, le minacce e le speranze presenti nei vari ambiti dello scibile e dell’arte? È il quesito a cui proveranno a rispondere diversi esponenti dell’Accademia Europea delle Arti e delle Scienze – studiosi, ricercatori, scienziati – con un simposio online dal titolo: “Reimmaginare la civiltà occidentale: fondamenti storici, sfide contemporanee e direzioni future”, in programma il 23 e il 24 giugno. Due giorni di conferenze in cui si cercherà di fare il punto sull’evoluzione degli strumenti educativi, sulla formazione e sulla crescita stessa dell’essere umano nell’epoca contemporanea.
Studiosi di diverse discipline esploreranno come la civiltà occidentale – radicata nelle tradizioni classiche, cristiane e umanistiche – possa rispondere alle sfide odierne come la frammentazione culturale, le politiche identitarie e l’imperare delle nuove tecnologie digitali.
Attraverso la riflessione critica, il simposio si propone di analizzare la civiltà occidentale, incoraggiando un dialogo interdisciplinare su come uno spazio culturale in evoluzione possa adattarsi e prosperare nell’ambito di un contesto globale in continuo mutamento. Tanti i temi di cui si discuterà, sia sociali che educativi, tra cui l’inclusione, la funzione della religione nei fondamenti del pensiero occidentale, l’innovazione tecnologica e il ruolo che assume nell’educazione alle arti, l’intelligenza artificiale e le sue controverse applicazioni nel campo dell’arte e della creatività. Spazio anche al delicato tema della salute mentale – quanto mai fragile in un mondo in cui le debolezze paiono continuamente dover essere affossate al fine di indossare una patina di benessere standardizzato – e a quello della partecipazione culturale e artistico-musicale. In sintesi: come si può ripensare la società, alla luce di un potenziale di rinnovamento capace di contrastarne il declino?
L’invito a partecipare è esteso a tutti, perché tutti siamo chiamati a partecipare del cambiamento sociale e storico, e poiché tutti possiamo – e dobbiamo – fare la nostra parte per riuscire ad affrontare sfide universali.
Tra gli interventi in programma, il 24, è previsto anche quello della musicista sassarese Giovanna Dongu, membro della prestigiosa Accademia. Dongu discuterà una relazione incentrata sui pro e sui contro della tecnologia applicata al campo dell’educazione musicale, dal titolo: “Dal corpo al suono: un approccio didattico sensoriale nell’era digitale”. Un contributo importante, che spazia tra diversi approcci: si va dall’esplorazione del concetto, apparentemente astratto e romantico, di afferrare il suono, a un’analisi riguardante progetti multisensoriali legati alla musica e non solo.
Giovanna Dongu esporrà inoltre il suo lavoro riguardante le scuole d’infanzia di musica, dal titolo “Sulle tracce dei suoni. Le prime esperienze sonore”: un articolato metodo in cui si esplorano gli aspetti fondamentali del suono e della musica attraverso l’esperienza diretta. In un momento storico in cui la tecnologia pervade ogni angolo della conoscenza, la pianista sassarese utilizza una filosofia ludica e sensoriale per spiegare ai bambini come poter integrare la visione dei colori e il proprio movimento per arrivare, infine, a sentire il suono, e a farlo proprio. Il corpo è visto alla stregua di uno strumento musicale, attraverso il quale toccare il suono non solo con le dita, ma con il cuore, e la musica è vista come un linguaggio delle emozioni.
Il senso del tatto e l’emozione provocata dalla musica evoca un brano degli Scorpions, datato 1977, dal titolo “Born to touch your feelings”:
I was born from the sound of the strings
For someone to give everything
To be a song just for your feeling
Close your eyes and I’ll try to get in
Touching your heart like the spring
‘Cause I was born to touch your feelings
Un intervento che si preannuncia emozionante, oltre che culturalmente alto, quello di Giovanna Dongu, musicista di grande spessore e straordinaria sensibilità.
La composizione “Evocazione su Dowland” per chitarra e pianoforte, verrà presentata al simposio: si tratta di un ponte tra passato e presente: prendendo ispirazione da Dowland, un compositore di un’epoca pre-digitale, Dongu sottolinea l’importanza delle radici e della tradizione musicale, che spesso sono intrinsecamente legate alla fisicità dello strumento e alla produzione acustica. La musica stessa, con la sua sonorità, dovrebbe “evocare” quella connessione profonda tra corpo e suono che è al centro del suo approccio.
Modalità di partecipazione
La partecipazione al simposio è gratuita e aperta a tutti. Per iscriversi e accedere agli incontri online del 23 e 24 giugno, è sufficiente inquadrare il QR code presente nel file del programma completo indicato qui sotto: