Sassari. L’accordo di pace promosso dal presidente statunitense Donald Trump sta prendendo forma in questi giorni, ma il comitato che dal mese di luglio organizza le “domeniche per Gaza” in piazza d’Italia ritiene che sia ancora importante far sentire la propria voce per chiedere  per chiedere “una pace giusta in Palestina”.

La manifestazione è convocata per le 19.30 di oggi, 12 ottobre. Questo il comunicato dei promotori:

“In questi giorni di incertezza e di attesa ancora una volta il mondo dell’associazionismo chiama i cittadini ad incontrarsi nelle ‘domeniche per Gaza’ per chiedere una pace giusta in Palestina.
Come ai tempi della guerra in Vietnam in tutto il mondo, e anche nel nostro paese, si è creato un grande movimento della società civile che ha influenzato i governi e portato all’isolamento internazionale di Israele, isolamento ben rappresentato da quell’aula vuota all’Assemblea delle Nazioni Unite durante il discorso di Netanyahu. Oggi il compito di questo movimento è stare al fianco del popolo palestinese perché venga rispettato il suo diritto all’autodeterminazione.
Ora più che mai è il momento di non distogliere l’attenzione da Gaza e dalla Palestina.
Mentre restiamo col fiato sospeso per l’arrivo di un cessate il fuoco che sembra aprire uno spiraglio alla cessazione della strage di Gaza, nell’immediato ancora troppo poco si sa di quando arriveranno gli aiuti alla popolazione, se saranno sufficienti e da chi saranno gestiti. Le difficoltà che i gazawi dovranno affrontare, anche in assenza di bombardamenti, sono comunque inimmaginabili, ammassati come sono in due milioni in un territorio piccolissimo e in cui niente è rimasto in piedi.
Se comunque, assieme ai sopravvissuti di Gaza, ci rallegriamo per il cessate il fuoco ci è chiaro che questa è a tutti gli effetti solo una tregua. Nel lungo periodo invece il cosiddetto ‘Piano di Pace’ appare come una imposizione coloniale in cui alcune potenze occidentali decidono assieme ad Israele, potenza occupante, il futuro della Palestina scavalcando completamente la volontà e gli interessi legittimi dei Palestinesi.
Una tregua è meglio di una strage continua ma una tregua non è ancora la pace; e solo una pace giusta può essere una vera pace.

La Global Sumud Flotilla, sfidando pacificamente con la sua coraggiosa azione la forza bruta dell’occupante, ha mostrato l’illegalità del blocco degli aiuti e l’ignavia e la complicità dei nostri governi.

Nel sit-in della prossima domenica 12 ottobre:
– Chiederemo un’immediato soccorso della popolazione di Gaza
– Esprimeremo il nostro sostegno al popolo Palestinese e al suo diritto all’autodeterminazione
– Continueremo a chiedere al nostro governo di interrompere ogni scambio col governo di Israele
– Esprimeremo il nostro sostegno ai generosi volontari della Flotilla, molti dei quali sono ancora nelle carceri israeliane.

Invitiamo tutti i partecipanti a portare pentole, mestoli, fischietti, sirene e ogni cosa che serva per fare rumore.
Sarà possibile contribuire alla raccolta di fondi per Gaza.

Come le altre volte ci saranno brevi interventi, letture di testimonianze e poesie e momenti di raccoglimento, intervallati ogni volta dal frastuono delle pentole sbattute che ci ricordano il fragore delle bombe e la fame che incombe sui bambini di Gaza”.