di Pier Luigi Piredda
Sassari. Un’altra sconfitta. Brutta. Senza scusanti. Senza gioco. Senza nulla di nulla. Una sconfitta che fa male. A tutti. Alla squadra. Alla società. Ai tifosi. Una sconfitta che lascia senza parole tanto che anche fare un’analisi di questa ennesima batosta casalinga è complicato. Come è stata complicata la partita per la Torres. Due, forse tre tiri in porta. Niente altro se non tanto caos e pasticci.
Il Forlì ha vinto senza fare niente di trascendentale. Ha giocato la sua onesta partita, come deve fare una squadra in trasferta, con ripartenze veloci e tanta densità a centrocampo. Ha trovato il primo gol grazie a un errore della difesa. E il secondo gol anche per la pignoleria e scarsa attenzione dell’arbitro che ha giudicato che Zaccagno, che stava per rilanciare velocemente l’azione dei suoi, sia uscito dall’area e poi rientrato con il pallone tra le mani, trascurando però il fatto che il portiere torresino avesse subito un fallo dagli attaccanti forlivesi che volevano ostacolare la ripartenza. La conseguente punizione è stata calciata in maniera strepitosa da Macri che ha mandato il pallone sotto la traversa con un diagonale imprendibile. A quel punto sulla Torres e sul Vanni Sanna è calato il buio, seguito poi dalla delusione per l’ennesima sconfitta.
Peccato. Perché dalla trasferta di Pesaro sembrava fossero arrivati segnali di risveglio. Invece, è arrivata l’ennesima battuta d’arresto pesantissima: la sesta sconfitta in dieci giornate. La situazione di classifica sta diventando sempre più pericolosa visto che la Torres sta navigando in zona play out con appena 6 punti.
Quella vista contro il Forlì è stata una squadra senza identità, senza gioco e anche messa in campo in maniera discutibile. Il tecnico Pazienza ha schierato l’ennesima formazione diversa dall’inizio del campionato. Ha tenuto in panchina il bomber Musso e l’altra punta Di Stefano, sembra che entrambi non fossero al meglio dal punto di vista fisico, e ha fatto giocare in attacco con il solito generoso Diakitè l’evanescente, inconcludente, irritante e chi più ne ha più ne metta Starita che non ha azzeccato una giocata.
Stessa cosa in difesa dove il povero Scheffer è stato schierato da quinto sulla fascia sinistra, in una zona che non mai stata la sua e in cui non è infatti mai riuscito a incidere. Inspiegabile questa scelta dell’allenatore di schierarlo fuori ruolo, anche perché nelle ultime settimane sulla fascia sinistra aveva mandato interessanti segnali di crescita Dumani, che è un mancino naturale. Continuare a fare esperimenti e variare continuamente ruoli, compiti dei giocatori e formazioni non è certamente il momento migliore per farlo. E infatti la Torres ha pagato a caro prezzo queste scelte non giocando il primo tempo e prendendo anche un gol per un pasticcio difensivo frutto della poca serenità dei giocatori che non riescono a fare neppure le giocate più semplici quando sono pressati.
Il morale sotto i tacchi e un pizzico di sfortuna non stanno aiutando la squadra, ma è anche vero che le partite non si possono vincere se non si tira in porta o almeno ci si avvicina pericolosamente all’area avversaria. Ma questa Torres proprio non riesce mai ad arrivare pericolosamente nei sedici metri e soprattutto si perde sempre nell’ultimo passaggio. Secondo il nostro punto di vista per mancanza di qualità nell’imbeccare le punte. Quella qualità che si è vista soltanto negli ultimi 10 minuti quando Pazienza ha rischiato Mastinu, rientrante dopo l’intervento al menisco, e Carboni. I due insieme a centrocampo con lo straripante Sala e l’ordinato Brentan a coprirgli le spalle hanno fatto due o tre giocate di buona fattura e inventato alcune belle imbeccate, una delle quali sciupata in maniera clamorosa dal generoso Di Stefano, anche lui tenuto inspiegabilmente in panchina per oltre 75 minuti. Come Musso, il bomber della squadra, che dovrebbe sempre giocare anche a una gamba, perché ha una grinta fuori dal comune e una tecnica incredibile soprattutto nel proteggere il pallone e far salire la squadra. E per questi motivi è ancora più inspiegabile la scelta iniziale di schierare Starita. Ora è crisi nera. Dichiarata. Non ci si può più nascondere. La Torres è sull’orlo del baratro.
LE PAGELLE
ZACCAGNO 5,5: se non avesse fatto quell’errore sul secondo gol ospite, sarebbe stato uno dei migliori.
MERCADANTE 6: un’indecisione sul primo gol del Forlì, poi la solita partita da gladiatore.
ANTONELLI 6: ha combattuto come un leone contro un avversario tosto. Non ha sbagliato nulla.
FABRIANI 5: dalla sua parte i giocatori del Forli entravano senza problemi. Si è un po’ ripreso nel secondo tempo.
ZECCA 6: nel primo tempo ha fatto alcune discese travolgenti e nel complesso è stato il trascinatore della Torres, ma i suoi cross non sono stati sfruttati.
BRENTAN 5,5: ordinato, ha giocato decine di palloni senza fronzoli ma anche con poche idee.
SALA 7: un combattente. Se la Torres avesse almeno altre due o tre come lui non sarebbe in fondo alla classifica. Ha sradicato decine di palloni dai piedi degli avversari e rilanciato l’azione. Ha anche provato la conclusione ma senza fortuna.
SCHEFFER 4: uno dei due peggiori in campo. Non è mai entrato in partita. Si è capito subito che era spaesato sulla fascia sinistra e infatti non ha combinato nulla né in fase di copertura, né in quella di rilancio., Perché non sostituirlo alla fine del primo tempo?
STARITA 4: l’altro peggiore in campo. Ha corso a vuoto finché è rimasto in campo. Non si capisce perché il tecnico l’abbia fatto partire titolare e soprattutto perché non l’abbia sostituito dopo quel primo tempo disastroso.
LUNGHI 4,5: alcune belle giocate all’interno di una prestazione da nulla cosmico. Ha classe ma non riesce a metterla al servizio della squadra. Gigioneggia con il pallone tra i piedi, tenta dribbling impossibili e quando gli riesce la giocata anziché tirare in porta cerca assist impossibili.
DIAKITÈ 5: ha preso botte per cercare di difendere i pochi palloni che arrivavano dalle sue parti. Non è mai stato messo in condizione di tirare in porta.
MASTINU, CARBONI, DUMANI, MUSSO, DI STEFANO s.v.: sono entrati in campo troppo tardi, ma quel poco che hanno giocato hanno creato scompiglio nella retroguardia del Forlì. Con loro in campo si è vista quella qualità che alla Torres manca dall’inizio del campionato. Peccato che i cinque talentuosi giocatori siano rimasti in panchina per quasi tutta la partita insieme a Giorico e al dimenticato Nunziatini che fino a qualche settimana sembrava insostituibile.
PAZIENZA 3,5: dispiace dare un voto così basso a un tecnico che sta lavorando duramente e si sta impegnando per portare la Torres fuori dal tunnel. Ma il voto così basso, Pazienza se l’è andato a cercare. Perché ha schierato nell’11 titolare Starita, sacrificando il bomber Musso e il talentuoso Di Stefano? Perché ha schierato Scheffer sulla fascia sinistra, anche dopo la tentennante prestazione di Pesaro, preferendolo al grintoso difensore Dumani o al talentuoso Nunziatini che su quella fascia hanno sempre giocato essendo entrambi mancini? E perché non ha concesso una pausa a Fabriani, ultimamente in difficoltà sia in copertura sia in appoggio, mandando in campo l’esperto Idda o l’esuberante Biagetti che dopo la discreta apparizione di qualche settimana fa è sparito dai radar? E il giovane talentuoso Bonin che fine ha fatto? Forse sarebbe stato più convincente dello spento Starita e comunque è uscito dalle rotazioni nonostante avesse sempre fornito ottime prestazioni. Che altro dire se non che a nostro parere la Torres è una squadra che ha paura anche della sua ombra ed è compito dell’allenatore riuscire a risolvere il problema se non si vuole sprofondare nei bassifondi della classifica. Dove, sempre a nostro parere, la Torres non ci fa nulla perché ha un organico con individualità di rilievo e può puntare a ben altre posizioni.
Occorre ancora pazienza, con la p minuscola, quella che Pazienza, con la P maiuscola, ci sta però facendo perdere.
Torres (3-4-1-2): Zaccagno; Fabriani, Antonelli (C), Mercadante; Sala, Brentan, Zecca (Di Stefano dal 65), Scheffer (Dumani dal 55’); Lunghi (Carboni dal 65’); Starita (Musso dal 55’), Diakite. A disposizione: Petriccione, Marano, Biagetti, Nunziatini, Masala, Mastinu, Idda, Giorico, Bonin, Lattanzio. Allenatore Michele Pazienza.
Forlì: (4-3-3): Martelli; Manetti, Saporetti (C), Elia, Spinelli (Graziani dal 62’); Franzolini, Menarini (Scorza dal 71’), De Risio (Ripani dal 62’); Macri, Petrelli (Manuzzi dal 71’), Farinelli (Saporetti dal 79’). A disposizione Calvani, Velaj, Mandrelli, Vallentini, Giovannini, Cavallini, Coveri, Pellizzari. Allenatore Alessandro MIramari.
Arbitro Signor Vittorio Emanuele Teghille, assistente 1 Signor Giampaolo Jorgji, assistente 2 Signor Cosimo Da Tommaso, quarto uomo Signor Enrico Cappai, FVS Signor Marco Pileri.
Reti: Franzolini 32’, Macri 82’
Ammonizioni: Lunghi 7’, Menarini 21’, De Risio 58’, Sala 78’, Musso 83’, Ripani 84’
Spettatori 3005
