Erano mille gli agricoltori che ieri mattina hanno preso parte all’assemblea convocata da Coldiretti Sardegna a Cagliari, per fare il punto collettivo sulle problematiche dei settori ortofrutta, vitivinicolo, apistico, olivicolo, cerealicolo. Settori che concorrono nella PLV della Sardegna per quasi 1 miliardo del miliardo e mezzo complessivamente prodotto in Sardegna.

Dalla discussione è emersa una piattaforma rivendicativa firmata da tutti i presenti che sarà presentata da una delegazione nei prossimi giorni al presidente della Giunta Christian Solinas e del Consiglio Michele Pais ai quali sarà chiesta udienza. Attraverso i legali di Coldiretti Sardegna è stata annunciata inoltre una class action per il mancato pagamento della siccità del 2017.

“Da oltre 20 anni assistiamo inermi all’abbandono progressivo della programmazione politica strategica di diversi settori dell’agricoltura sarda – ha detto in apertura il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. È uno stillicidio continuo, causato soprattutto dall’assenza di visione d’insieme, dalla mancata conoscenza dei numeri, dall’impossibilità di avere una cabina di regia che si occupi della programmazione di lungo termine. Si tratta di molte migliaia di aziende che a loro volta continuano a dare regolarmente altrettanti migliaia di posti di lavoro ad operai e maestranze agricole. Si tratta di settori da sempre presenti nel panorama dell’agricoltura sarda su cui sono mancati investimenti dedicati”.

“Tutti questi settori del comparto agricolo, che da anni pagano l’assenza di politiche agricole dedicate e attendono anni per il riconoscimento dei ristori dovuti alle calamità naturali – ha evidenziato il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – stanno affrontando da soli il periodo più duro dal secondo dopo guerra: il Covid, gli effetti collaterali della guerra in Ucraina, le bolle speculative sempre più diffuse, regolamenti sull’utilizzo di fitofarmaci sempre più stringenti per le aziende europee rispetto al resto del mondo autorizzato a produrre ed esportare nei nostri Paesi con qualsiasi principio attivo; costo del gasolio alle stelle, costo dell’Urea triplicato, costo delle materie prime raddoppiato e con lo spettro dell’impossibilità di quantificare i costi attuali e futuri dell’energia elettrica pongono il mondo imprenditoriale sardo di fronte alla scelta di continuare o mollare tutto”.

La discussione è stata animata dagli interventi degli agricoltori in rappresentanza dei diversi settori, ed hanno affrontato le diverse problematiche che sono andate a ampliare la piattaforma.

Era presente anche l’Anbi Sardegna e i sette Consorzi di Bonifica che hanno ancora una volta sottolineato le difficoltà che stanno vivendo per il mancato arrivo dei contributi regionali e per il caro energia che gli stanno costringendo ad interrompere le attività.