La parrocchia di Sant’Apollinare ha preparato le celebrazioni del Santissimo Crocifisso Miracoloso che, come ogni anno, si terranno il 14 Dicembre. La festa patronale è caratterizzata da una serie di appuntamenti che prevedono preghiere, incontri e celebrazioni eucaristiche.
Ad aprire il programma è il Triduo che si svolgerà tra l’11 e il 13 Dicembre e che prevede diversi eventi. Da

non perdere lunedì 12 Dicembre alle ore 17, l’appuntamento culturale “Crocifisso, soglia e focolare” organizzato dalla Fondazione Accademia. Un’occasione per riflettere sulla figura del Crocifisso e del mistero della Chiesa-casa. Interverranno l’Arcivescovo di Sassari Mons. Gian Franco Saba, Don Andrea Stara, la Dott.ssa Alma Casula e il Dott. Mirko Casu, sotto la moderazione di Antonello Canu. A seguito della discussione, Don Angelo Demontis celebrerà la Santa Messa delle ore 19.
Martedì 13 Dicembre, invece, è previsto il Santo Rosario alle ore 17:30 e a seguire la Santa Messa presieduta da Don Dino Emanuele Pittalis, Parroco della Chiesa del Cristo Redentore di Sassari.
Il clou si raggiungerà mercoledì 14 Dicembre con la Solennità del Santissimo Crocifisso Miracoloso. Alle ore 11, il Parroco Don Andrea Stara celebrerà la Santa Messa alla quale seguirà la tradizionale Supplica al Crocifisso. Nel tardo pomeriggio, alle ore 18:30, S.E.R. Mons. Gianfranco Saba, Arcivescovo di Sassari presiederà la Solenne Concelebrazione Eucaristica che concluderà il programma.

L’appuntamento giunge ormai alla sua 90esima edizione anche se la storia del Crocifisso risale al XVII Secolo. Fu un decreto Papale del 1932 a istituire la festa Patronale il 14 Dicembre e decretare il Crocifisso come Patrono della Parrocchia. La data è stata scelta per memorare il salvataggio del Crocifisso da un incendio che, nel 1650, rischiò di distruggerlo. Fortunatamente, grazie al prodigioso intervento di un fedele la reliquia venne messa in salvo. Nonostante le fiamme l’avessero già avvolto per intero, il corpo del Cristo subì solo dei leggeri danni alle gambe. Questo contribuì ulteriormente alla già profonda venerazione di cui godeva dalla popolazione per l’aver salvato la città da una rovinosa siccità.