Non si cancellano diecimila anni di storia del vino che rappresenta uno degli alimenti più antichi sulle tavole di tutto il mondo, ora messo a rischio da scelte e politiche insensate. È quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’apertura nel proprio stand al Vinitaly della prima mostra sulla Storia millenaria del vino, dalle antichissime origini nel Caucaso fino alla stazione internazionale orbitante Iss passando per popoli, artisti, scrittori, scienziati e condottieri.

Una eclatante iniziativa della Coldiretti per contrastare il tentativo di demonizzare il consumo di vino attraverso allarmi salutistici in etichetta già adottati per le sigarette, l’aumento della tassazione o l’esclusione dalle politiche promozionali dell’Unione Europea. Un approccio ideologico che colpisce un prodotto che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, ma che si fonda anche sul consumo equilibrato di tutti gli alimenti a partire dal bicchiere di vino ai pasti il cui effetti benefici sono stati raccontati nel corso dei secoli

Le prime tracce del vino nel mondo – ricorda la Coldiretti – sono state individuate nel Caucaso diecimila anni fa mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.C. conquistando nel tempo ogni angolo del Pianeta. Ma è già nella Bibbia che si ricorda come Noè, l’uomo scelto da Dio per salvare flora e fauna dal diluvio universale, “coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna” (Genesi 9,20). E da allora – ricorda Coldiretti – il vino è diventato protagonista della storia dei popoli, dell’arte, della religione, della poesia e della scienza, da Noè alla stazione spaziale internazionale ISS in orbita attorno alla terra.

Gli antichi egizi furono tra i primi, circa 3000 anni a.C. a codificare un sistema di etichettatura infatti – spiega Coldiretti – nell’anfora si indicava il vino con nefer (buono) nefer nefer (più che buono) nefer nefer nefer (molto buono), mentre fra i greci Il prezioso vino Greco di Bianco, introdotto in Calabria nel VII secolo a. C. da coloni greci era offerto come premio ai vincitori delle Olimpiadi nell’antica Grecia.

Il vino entra poi di diritto nella storia del Cristianesimo attorno al 30 d.C. con il primo miracolo di Gesù che alle nozze di Cana tramuta l’acqua nella preziosa bevanda di cui era rimasto sguarnito il banchetto al quale era stata invitata anche la famiglia del Cristo. Ma è con il passare dei secoli che il vino – spiega Coldiretti – raffina le proprie qualità e anche le metodologie di produzione. Carlo Magno, imperatore del Sacro Romano Impero dice basta alla pigiatura dell’uva con i piedi a favore di una più tecnologica torchiatura, e se nel 1300 per Dante il vino è l’anima della vite anche Leonardo Da Vinci ci tiene alla coltivazione delle viti per ottenere un vino di alta qualità.

Mentre per Michelangelo – evidenzia Coldiretti – nel 1549 vede nel vino anche un ottimo investimento: meglio un podere in Chianti che tenere i danari sotto il materasso. Con l’occhi di oggi e con il valore dei terreni dei grandi vini in Toscana si può benissimo dire che ci ha visto lungo. E che il vino sia parte della cultura e dell’arte lo evidenzia anche il dipinto Bacco del Caravaggio esposto in originale al Vinitaly che mostra un calice colmo di vino rosso appena versato in segno di amicizia e nello stesso periodo, intorno al 1600, Galileo che studia gli astri e lo Spazio si spinge a dire che “Altro il vino non è se non la luce del Sole mescolata con l’umido della vite”.

Ma il vino viene considerato anche come cura visto che lo stesso Re Sole, Luigi XIV, per alleviare i dolori di una gamba in cancrena, la immerse, su consiglio del proprio medico, in una vasca di vino caldo aromatizzato e un secolo e mezzo dopo il grande scienziato e scopritore dei primi vaccini Louis Pasteur definisce il vino come “la più sana e la più igienica delle bevande”.

E se nel 1883 il Carducci celebra il ribollir dei tini e l’aspro odore dei vini, nel 2022 il vino finisce nello Spazio con la consegna all’Asi (Agenzia spaziale italiana) delle prime piantine da mandare in orbita. E la Storia – conclude Coldiretti – non è ancora finita.