“Il processo di disimpegno da parte di Glencore, date le caratteristiche tecniche degli impianti, ogni giorno diventa sempre più irreversibile ed è urgente una reazione rapida ed efficace della Regione e del governo nazionale a questo ennesimo atto dell’azienda, che continua ad agitare il tema del costo dell’energia nonostante nei vari incontri si sia palesato che quel tema non è centrale ma che c’è un rimpallo di responsabilità non più tollerabile.” Così il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante, che considera le lettere inviate dalla direzione della Portovesme srl un segnale grave, a conferma, al di là e oltre gli aspetti legati a obblighi informativi di legge, dei timori sulle reali intenzioni della Glencore rispetto alla conferma del suo impegno in Sardegna e le preoccupazioni sul futuro delle attività nelle produzioni di piombo e zinco a Portoscuso, oltre che della fonderia di San Gavino.

“Alla luce del contenuto delle comunicazioni aziendali – prosegue Durante – le dichiarazioni dei vertici Glencore sul fatto che la ripresa delle attività delle produzioni tradizionali sia da considerarsi altamente improbabile assumono un tratto di sinistra e drammatica prospettiva concreta”.

Per questo, cogliendo l’occasione di un confronto sui temi delle prospettive industriali del Sulcis che la Cgil della Sardegna Sud Occidentale ha organizzato per il Primo Maggio proprio alla fonderia di San Gavino, “proporremo a tutte le organizzazioni sindacali una adeguata iniziativa per contrastare il disegno aziendale di lento disimpegno, una risposta di mobilitazione e di lotta che chiami in causa la responsabilità sociale dell’impresa e i suoi obblighi nei confronti dei dipendenti, del territorio, di tutta la Sardegna”.

La convocazione del gruppo di lavoro istituito presso il Ministero delle Imprese dopo gli ultimi incontri, fino ad ora mai riunito, diventa urgentissima: “É arrivato il momento – conclude il segretario generale della Cgil – di dire in modo inequivocabile che le produzioni della Portovesme srl rivestono carattere strategico irrinunciabile per
il Paese: se la Glencore non intendesse continuare occorrerà individuare soluzioni alternative, solide sul piano industriale e credibili su quello degli impegni verso la Sardegna, verso il Paese”.