Quando la vita o le circostanze sono così terrificanti e insopportabili che le gambe iniziano a tremare, si dice che queste facciano “giacomo giacomo”. È un modo di dire, elegante e, purtroppo, sempre meno diffuso, con il quale si definiscono situazioni estreme e imbarazzanti di cui non si ha un pieno controllo. Tenendo conto di questo significato, adattandone l’uso a una serie di singolari peripezie esistenziali, Giuseppe Pulina ha deciso di dare vita al suo primo romanzo. S’intitola appunto “Giacomo Giacomo”, lo ha dato alle stampe la casa editrice maxottantotto, e racconta in non più di cento pagine la storia di un adolescente che prova a farsi strada nella vita combattendo contro mille insidie e ostacoli. L’arma di cui con maggiore successo fa uso è l’ironia, e la sua può dirsi davvero una vita vissuta sotto il segno della più dissacrante forma di ironia.

Può essere considerato un romanzo di formazione, se non che, come ha osservato qualche volta proprio l’autore, non è detto che eventi, circostanze e letture per così dire deformanti siano meno formative e istruttive di certi buoni consigli. Come direbbe Leo, uno dei personaggi del romanzo, la vita non può essere confusa con una bella sulla spalla, anche se, per citare sempre lo stesso personaggio, la vita appare spesso come una frase fatta.

“Giacomo Giacomo” è un romanzo che abbonda di riferimenti, sottili intuizioni e trovate da felice impatto cinematografico. È l’allegro, ma non scanzonato e sguaiato, racconto di un mondo triste, che molti, preferendo la classica pillola di colore blu, preferirebbero non guardare in faccia. Giacomo, invece, prova a farlo, o così dice o è convinto di fare. Gli anni che racconta sono quelli della scoperta della filosofia e dei primi amori difficili. Sulla sua pelle scoprirà che l’amore, la cosa più genuina che dovrebbe esserci e che dovrebbe essere alla portata di tutti, può essere un’impresa ad alto rischio di fallimento. Gli amici (pochi, in realtà) e la sua passione per la filosofia gli sono di conforto. Nella sua testa convivono gli ammonimenti al sapor di miele di Winnie the Pooh e le fustiganti intuizioni filosofiche di Cioran. Sente di essere un personaggio “indie”, tanto per la musica che ascolta, quanto perché ha consapevolezza di essere uno poco etichettabile. Piange per il destino di un albero abbandonato all’incuria e sogna una vita su Marte, come David Bowie. Vorrebbe agire segretamente e altrettanto discretamente togliere il disturbo quando giungerà l’ora. Vorrebbe fare mille cose, come gli suggerisce la sua giovane età, e trovare la forza che non ha per metterne a segno almeno una parte. Tutto questo in una quindicina di brevi capitoli che prendono di petto la vita con quell’onestà di cui solo certi adolescenti sono forse capaci.

Una data da segnare nell’agenda è giovedì 25 maggio. Sarà il giorno, a Sassari, nella Biblioteca comunale (ore 18), della prima presentazione pubblica di “Giacomo Giacomo”, ospite, insieme al suo autore e a Laura Fadda, della rassegna del “Maggio dei libri”.