Cambiamenti climatici e tempo instabile, inquinamento e cattiva gestione del suolo ma anche attacco alle produzioni nazionali da parte dei mieli in arrivo dall’estero (+12% solo nel 2022 con 26,5 milioni di chili di miele su base nazionale). Anche in Sardegna le api devono fronteggiare questi problemi così come il settore del miele isolano. Ma la luce, nel Belpaese come nell’Isola, per Coldiretti Sardegna può essere rappresentata dalla valorizzazione delle nostre biodiversità, anche considerato che proprio nella biodiversità del comparto l’Italia è in testa in Europa con ben 60 varietà. E proprio per sensibilizzare su una tematica importante per la stessa sopravvivenza di questi insetti impollinatori e di conseguenza dell’ecosistema mediterraneo sull’isola, Coldiretti Giovani Impresa di Oristano e Nuoro hanno organizzato nei mercati Campagna Amica delle due città una serie di attività, inserite nella giornata mondiale delle api.

GIOVANI IMPRESA. Sia a Nuoro che Oristano la gente ha sfidato la pioggia proprio per andare al mercato di Campagna Amica dove si è focalizzata l’attenzione sul problema che colpisce le api e di conseguenza i tanti produttori isolani. A Oristano c’è stata anche la partecipazione del vice Questore vicario, Adriana Cammi e del comandante della stazione Forestale, Maria Giovanna Mele, mentre a Nuoro, oltre alla giornata di sensibilizzazione sulle api, è stato un grande successo anche per la raccolta di 23 sacche di sangue grazie alla collaborazione tra Coldiretti e l’Avis. “Quello della sopravvivenza delle api è un argomento che deve interessare tutti i cittadini considerato il ruolo fondamentale di questi insetti, maggiori impollinatori nel sistema animale. La loro sopravvivenza non è importante solo per loro ma anche per la vita di piante e frutti, dunque, dell’uomo stesso – sottolineano Debora Castangia, delegata Coldiretti Giovani Impresa Nuoro e Nicola Mette di Oristano – con la loro salvaguardia si aiuta la stessa biodiversità e la salute dell’uomo. Ecco perché la giornata di oggi è stata fondamentale per sensibilizzare su questi temi, oltre che per ricordare l’importanza del miele sardo per sostenere l’economia circolare nei territori – concludono Castangia e Mette – ma anche per garantire la salute alimentare del consumatore, bocciando i mieli che arrivano dall’estero senza tracciablità e utilizzando quelli dei nostri mercati, in particolare Campagna Amica, che effettua tutti i controlli sui prodotti certificandone la filiera”.

SARDEGNA. A confermare l’importanza delle tipologie di miele nell’isola in tema di biodiversità sono anche i dati. Nell’isola, infatti, sono tante le varietà di miele in crescita. Secondo un’elaborazione Coldiretti Sardegna sul rapporto dell’Osservatorio nazionale del miele sull’andamento produttivo e di mercato per il 2022, le maggiori produzioni sono arrivate dal miele di asfodelo ed eucalipto. Proprio sull’asfodelo la Sardegna risulta leader in Italia per produzione e il rapporto segnala, diversamente dalla precedente stagione estremamente negativa, buone produzioni con circa 20-30 chili per alveare. Bene anche il miele di eucalipto con risultati piuttosto eterogenei e rese rilevate su apiari in produzione nelle province di Cagliari, Nuoro, Oristano comprese prevalentemente tra 15 e 25 chili per alveare. Un trend questo tra i più alti del Paese. Molto bene anche il miele di cardo che vede la Sardegna in linea con Puglia e soprattutto Sicilia nella produzione avendo registrato raccolti di circa 10-12 chili per alveare. Il millefiori primaverile è stato prodotto, in media, per circa 14 chili per alveare con rese variabili comprese tra 6 e 20 chili per alveare a seconda delle zone (dati rilevati su alveari in produzione nelle province di Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari). Nelle zone della Marmilla, Bassa Ogliastra e Sarrabus nelle produzioni di millefiori sono confluite anche quelle di agrumi e di sulla durate troppo poco a causa delle altissime temperature. Sul fronte agrumi, poi, anche se gli areali vocati non sono estesi, erano stati stimati 10 chili per alveare in media. In crescita, anche se con numeri attorno ai 5/7 chili per alveare il miele di corbezzolo (che vede la Sardegna la regione che detiene quasi l’esclusiva della produzione) e di sulla (7 chili per alveare).

ITALIA. Ma sulle api e sul miele in Italia permangono ancora forti minacce. Già lo scorso anno l’Italia, sottolinea Coldiretti, il Paese ha detto addio a quasi 1 vasetto di miele su 4 (23%) rispetto a poco più di un decennio fa. Le difficoltà delle api sono un pericolo grave per la biodiversità tanto che ben 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, angurie e meloni, secondo la Fao. Da tenere sotto controllo anche le produzioni che hanno registrato un calo, ripianato dalle importazioni dall’estero che nel 2022 sono cresciute del 12% per un quantitativo di oltre 26,5 milioni di chili, provenienti anche da Paesi che non sempre brillano per trasparenza e sicurezza alimentare. Per Coldiretti, infatti, fra i campioni di miele importati nella UE fra il 2021 e il 2022, quasi 1 su 2 (46%) è sospettato di adulterazione, secondo l’indagine “From the hives” del Centro Comune di Ricerca (Ccr) della Commissione europea. Il numero assoluto più alto viene fatto registrare dalla Cina (74%), con la Turchia che ha la percentuale relativa maggiore di campioni sospetti (93%) mentre il Regno Unito ha registrato un tasso campioni dubbi ancora più elevato (100%), probabilmente perchè si tratta di miele prodotto in altri paesi e ulteriormente miscelato prima di essere rispedito in Europa. Uno scenario preoccupante in cui, conclude Coldiretti, l’Italia ha importato dall’estero oltre 26,5 milioni di chili di miele nel 2022, con gli arrivi dalla Turchia cresciuti del +146%, dalla Cina del +66%, dalla Romania del +134% e dall’Ucraina del +83%.