Sassari. Un momento di confronto fra rappresentanti di discipline diverse, ognuno dei quali ha portato il proprio punto di vista sulla città. Questo, ma anche tanto altro, è stato l’incontro “Punto sull’architettura”, organizzato dall’Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti conservatori della Provincia di Sassari, che si è svolto venerdì 14 luglio a Sassari, nel salone del Padiglione Tavolara.

Un’occasione anche per festeggiare il centenario della fondazione dell’Ordine nazionale, e per consegnare una targa ai professionisti che hanno raggiunto i cinquant’anni di iscrizione.

Dopo i saluti del presidente dell’Ordine Pietro Peru, la serata si è articolata in due “chiacchierate”, moderate da Elisabetta Mattu ed Eugenio Lintas. Nella prima, dal tema “sinergie fra architettura e realtà del territorio” largo spazio ha trovato il confronto sul “genius loci”, ossia lo “spirito del luogo” di Sassari con il mondo del cinema, con Lucia Cardone, docente dell’Università di Sassari che ha parlato del rapporto con la Sardegna della grande attrice Monica Vitti, che costruì una villa a Costa Paradiso con il regista Michelangelo Antonioni, mentre i registi sassaresi Antonello Grimaldi e Sergio Scavio hanno ammesso di trovarlo rispettivamente “nella fontana di Rosello”, nei Candelieri e nel professor Manlio Brigaglia” e “più nelle persone che nei luoghi”. Francesco Bellu, archeologo e giornalista ha sottolineato il fatto che nel campo della comunicazione dei beni culturali sopratutto in Sardegna, c’è ancora tanto da lavorare, dato che, per esempio, in un recente sondaggio sul Monte d’Accoddi “la maggior parte degli intervistati lo ha collocato nel Comune di Porto Torres e non in quello di Sassari”. Antonio Solinas, cofondatore di Abinsula, ha spiegato come l’azienda sia nata nel 2013 riunendo le competenze degli informatici sassaresi e sardi che all’epoca erano sparsi in giro per il mondo, ritrovando così il “genius loci” nella tipica testardaggine sarda di voler tornare a lavorare nell’isola, sviluppando ultimamente anche progetti fortemente legati al territorio. Marco Verde, dicente dell’Istituto Europeo di Design di Cagliari, ha infine affermato di credere in un approccio umanistico all’architettura “che porta ad una produzione non seriale, sposando le possibilità che offre la tecnologia con la lunga esperienza maturata dagli artigiani”.

Nella seconda parte dell’iniziativa invece si è parlato proprio della struttura che l’ha ospitata, ossia il Padiglione Tavolara, riaperto al pubblico il 20 dicembre del 2022. “Dopo questa prima fase transitoria, in cui ospita diverse esposizioni, diventerà il primo museo dedicato all’artigianato ed al design contemporaneo – ha spiegato Giuliana Altea, docente universitaria e presidente della Fondazione Nivola – quindi sarà per sua natura internazionale e interdisciplinare”. Sui lavori di ristrutturazione del padiglione si è soffermato invece uno dei loro autori, Pier Simone Simonetti. “Ritengo che sia la più bella architettura del ‘900 in Sardegna – ha affermato – ricrea un padiglione da giardino, racchiudendo in sé tutte le caratteristiche del verde mediterraneo”. La chiusura è stata affidata a Davide Virdis, architetto e fotografo, che proprio all’opera ha dedicato un libro fotografico realizzato assieme a Paolo Sanjust dell’Università di Cagliari. “Un lavoro che ho fatto quando ancora non avevo un committente – è stata la sua testimonianza – quindi senza usare un approccio fra virgolette professionale, per soddisfare qualcuno, ma strettamente personale ed emozionale”.

La serata si è conclusa con la consegna delle targhe per il raggiungimento dei 50 anni di iscrizione all’Ordine degli Architetti allo stesso Pier Simone Simonetti, Sergio Ticca e Alberto Ponis.