“Daniela, di Maracalagonis, amministratrice di sostegno del suo compagno Fabiano, allettato dal 2001, da quando a causa di un aneurisma ha avuto danni neurologici irreparabili, non ce la fa più. Racconta la sua battaglia per i diritti di Fabiano, al quale il servizio sanitario regionale non permette di avere una vita dignitosa senza che sia la famiglia a farsene carico.
Basti pensare che Daniela e Fabiano attendono da due mesi le forniture di presidi sanitari per incontinenza, i panni e le traverse, che la Asl deve spedire al domicilio del paziente con cadenza trimestrale. Una scadenza che in Sardegna non viene mai rispettata e che costringe le famiglie a pagare di tasca, anche quando le spese sono tante e insostenibili.
La storia di questa famiglia, purtroppo, non si discosta da quella di tante altre in cui, un familiare ha necessità di panni e traverse, e di cure a domicilio. Storie di quotidiane difficoltà che la Regione Sardegna sembra non voler vedere, non vuole guardare. L’immobilismo nella risoluzione di problematiche che potrebbero essere risolte, se solo ci fosse la volontà politica di farlo, è devastante”.
Questa la denuncia della consigliera regionale del Movimento 5 stelle Desirè Manca che già la settimana scorsa ha presentato un’interrogazione al Presidente Solinas e all’assessore alla Sanità Doria per chiedere che il servizio di consegna degli ausili ad assorbenza per incontinenti venga svolto senza arrecare danni ai malati e alle famiglie.

“I malati sardi sono abbandonati a loro stessi. Oltre alla carenza di panni e traverse, Daniela racconta che ogniqualvolta il suo compagno deve sottoporsi a visite urgenti sono costretti a rivolgersi a studi medici privati, dal momento che nel servizio pubblico non è possibile fissare un appuntamento nei dintorni di Cagliari. Anche la visita fisiatrica per poter fare la fisioterapia, racconta Daniela, è un miraggio, e anche quella sono costretti ad effettuarla privatamente a pagamento”.
“Queste sono reali condizioni, catastrofiche, in cui versa il servizio sanitario regionale e in cui sono costrette a vivere numerose famiglie”.