Sassari.  Il Rettore dell’Università di Sassari, professor Gavino Mariotti, lo aveva anticipato pochi giorni fa in occasione della presentazione dell’offerta formativa 2023/2024, e ora è ufficiale: è infatti stato emanato il Decreto Ministeriale con l’attribuzione di 200 posti per il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e chirurgia, in luogo dei 140 posti dell’anno scorso.

Un risultato a lungo inseguito, per il quale l’Università di Sassari si è adoperata e che permetterà un aumento del 38% degli immatricolati, nonché potenziali medici, da inserire nelle strutture sanitarie. Inizialmente il DM 76/2023 aveva assegnato i posti “provvisori” per tutti i corsi di laurea di Medicina e Chirurgia, attribuendo all’Università di Sassari solo 140 posti.

Da sottolineare l’impegno della Regione Autonoma della Sardegna e dell’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale della Regione Sarda, che avevano manifestato a più riprese la necessità di aumentare tali posti per far fronte alla cronica assenza di medici nel sistema sanitario regionale. La RAS aveva appoggiato in pieno l’impegno dell’Università di Sassari fin da quando, nel febbraio 2023, il Rettore aveva trasmesso apposita comunicazione alla Ministra dell’Università e della Ricerca, Senatrice Anna Maria Bernini, per formalizzare la richiesta di una deroga in aumento al numero massimo di studenti da ammettere al primo anno.

Questo maggiore afflusso di studenti richiederà un impegno ulteriore per garantire servizi qualitativamente adeguati agli studenti, che l’Ateneo è pronto ad affrontare, anche calcolando l’incremento per tutti i 6 anni di corso: l’aumento, che proiettato su tutto il corso sarà di 360 iscritti, comporterà la necessità di assicurare ancora più aule, spazi studio, laboratori, servizi di assistenza, tutorato ed attività pratiche a tutti gli studenti, garantendo il rispetto dei requisiti di accreditamento e di assicurazione di qualità dei corsi di studio.

Una scelta, quella dell’Ateneo, compiuta con convinzione per venire incontro alla richiesta del territorio, a conferma dell’importanza del ruolo sociale dell’Università nella formazione.