Granchio blu nella laguna del Calich. Il problema esiste, fenomeno globale, ma non è allarmante come in altre Regioni italiane. Va comunque affrontato in tempi brevi con rigore e competenza scientifica a partire da una puntuale conoscenza dei dati e con il coinvolgimento delle istituzioni, dell’Università, degli enti di ricerca e degli operatori economici a diverso titolo coinvolti. Il Parco con le sue professionalità non farà certo mancare il proprio supporto. Sterili le polemiche dettate da protagonismo politico locale. Il contratto di laguna strumento adeguato per affrontare correttamente il fenomeno.
I tecnici del Parco naturale regionale di Porto Conte hanno preso parte nei giorni scorsi sia alla riunione, che al sopralluogo, convocato dalla Commissione comunale ambiente sulle sponde del Calich per verificare fisicamente la presenza ormai nota del granchio blu (Callinectes sapidus) specie aliena ormai radicata nel Mediterraneo, da quasi mezzo secolo, e che però da qualche tempo sta costituendo un serio problema agli allevamenti di mitilicoltura e in generale ai pescatori delle zone umide dove la specie trova elettivamente spazio. Se, da un lato, l’aumento della densità di tale specie aliena rappresenta al livello locale fonte di preoccupazione in primis per il comparto produttivo ittico, il fenomeno è certamente da inquadrarsi su scala globale e nazionale dove, in alcune Regioni, ha superato i livelli di guardia e l’emergenza è tale da diventare difficilmente gestibile. Nel nostro caso non è così, e come è stato detto da più parti, la situazione del nostro contesto lagunare e costiero può essere adeguatamente affrontata in tempi brevi, con rigore e competenza scientifica. Serve una puntuale conoscenza dei dati sullo stato dell’arte del fenomeno da attuarsi rapidamente con il coinvolgimento delle istituzioni, dell’Università, dell’agenzia regionale di ricerca (Agris) e degli operatori economici a diverso titolo coinvolti. Il proliferare di opinioni e sterili polemiche, spesso infondate e dettate da protagonismo politico, non contribuisce di certo ad una corretta impostazione tecnico-scientifica delle soluzioni. La presenza del granchio blu è nota e registrata dagli uffici del Parco naturale regionale di Porto Conte già da qualche tempo, tanto è vero che negli strumenti di pianificazione e gestione quali il più recente aggiornamento del piano di gestione del SIC (sito di interesse comunitario) oggi zona speciale di conservazione (ZSC) in cui è inclusa anche la laguna del Calich, per la questione delle specie aliene (dove è incluso anche il granchio blu) sono già stati previsti specifici programmi di monitoraggio e contenimento, al momento in attesa di risorse finanziarie per la loro attuazione. Non compete certo al Parco di Porto Conte, invece, intervenire su specie ittiche che hanno o possono avere una valorizzazione commerciale, azioni che competono ad altri enti. Resta l’interesse ambientale del Parco per le implicazioni del fenomeno sulle specie e gli habitat prioritari per la conservazione ed in tale ottica ambientale, la laguna del Calich ha problemi molto più seri da affrontare sui quali invece il Parco è particolarmente impegnato. Il focus principale di attenzione e lo sforzo prioritario di attività del Parco di Porto Conte è concentrato sullo stato eutrofico delle acque da cui a cascata possono derivare molte criticità in ordine alla salvaguardia delle specie autoctone e al proliferare invece delle specie invasive e aliene. L’approccio al problema granchio blu messo in campo dal Parco, pertanto, è stato fino ad oggi indiretto e focalizzato sugli aspetti ecologici ed in particolare eco-sistemici. Di fronte ad una scelta di priorità ed al quesito se sia più urgente, oggi, “salvare” la laguna del Calich dal granchio blu o tutelare la stessa laguna prima di tutto dalle conseguenze delle attività antropiche impattanti su scala locale e che sono quelle che oggi stanno minacciando la sopravvivenza dell’area umida stessa, il Parco continua a preferire la seconda strada. Non a caso, in stretta sinergia con il Comune di Alghero, si sta lavorando per l’aggiornamento e il rilancio del contratto di laguna, unico vero strumento di governance, al cui interno sono chiamati a fare la propria parte tutti i portatori di interesse e gli attori istituzionali del territorio, con l’obbiettivo di affrontare la questione della salute, della tutela e della valorizzazione della laguna in modo veramente integrato ed eco-sistemico e non puntiforme. Il contenimento del granchio blu può diventare una specifica azione del contratto di laguna da attuarsi il prima possibile a partire da un maggiore sforzo di pesca e conseguente valorizzazione commerciale del granchio e da un auspicabile alleggerimento del prelievo nei confronti delle specie ittiche commerciali che rappresentano invece potenziali antagonisti nella lotta biologica. A tutela della laguna, inoltre, proseguono senza sosta le azioni già programmate dal contratto di laguna e attuate dal Parco di Porto Conte grazie all’ottenimento di specifici finanziamenti. Queste riguardano l’installazione di una stazione monitoraggio in continuo del parametri chimico – fisici delle acque e la realizzazione di un impianto di fitodepurazione a bocca dell’impianto di Santa Maria La Palma allo scopo di affinare ulteriormente le acque in uscita dall’impianto di depurazione, prima della loro immissione in laguna. Infine sono da ricordare i recenti provvedimenti dell’Area marina protetta Capo Caccia –Isola Piana del fermo pesca nel golfo di Porto Conte che vanno indirettamente anche a vantaggio del controllo biologico del granchio blu in quanto tutelano i principali predatori dello stesso, fra i quali anche il polpo comune (Octopus vulgaris), predatore potenziale del granchio blu a partire dagli stadi giovanili della specie.