Nel mese della campagna internazionale simboleggiata dal nastro rosa, il Comitato Sardegna di Fondazione AIRC organizza eventi e iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi per rendere sempre più curabili le forme aggressive di tumore al seno

Con Mara Venier nel ruolo di madrina, il primo di ottobre prende il via in Italia la “Breast Cancer Campaign”, la campagna internazionale contro il tumore al seno ideata oltre trent’anni fa da The Estée Lauder Companies, di cui Fondazione AIRC è partner ufficiale.

In questa occasione AIRC unisce ricercatori, pazienti e sostenitori per affrontare insieme la sfida più grande: trovare cure sicure ed efficaci per le donne colpite dalle forme più aggressive. Per questo il nastro rosa di AIRC è diverso dagli altri: incompleto, come l’obiettivo che non è stato ancora pienamente raggiunto. A rappresentare questa sfida sarà anche l’illuminazione in rosa di centinaia di monumenti e palazzi comunali, grazie alla collaborazione con ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani: in Sardegna si illumineranno di rosa la Torretta del Bastione S. Remy a Cagliari, il Palazzo Comunale a San Gavino Monreale, le rotatorie d’ingresso al Comune di Gonnesa e il Palazzo Comunale a Sindia.

I progressi della ricerca per la prevenzione e la cura del tumore al seno hanno portato all’88% circa la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi. Rimane un 12% che può sembrare poco, ma in realtà è ancora troppo, perché ogni anno solo in Italia 55.700 donne si ammalano e oltre 12.000 muoiono a causa delle forme più difficili da curare*. Per questo Fondazione AIRC, solo nel 2023, ha destinato oltre 14,5 milioni di euro a 139 progetti di ricerca sul tumore al seno, in corso nei laboratori di istituti, ospedali e università in tutta Italia.

Le iniziative organizzate in regione in favore del Comitato Sardegna di Fondazione AIRC per sensibilizzare il territorio e raccogliere fondi per sostenere il lavoro dei ricercatori impegnati in questa sfida sono:

Domenica 8 ottobre
– “Camminata in Rosa” a San Gavino. Camminata non competitiva, aperta a tutti, che si articola su un percorso di 4 km lungo le vie cittadine.

– “Fitwalking per la vita” a Porto Torres (SS). Manifestazione di sport, salute, benessere e solidarietà di cui AIRC sarà una delle organizzazioni beneficiarie. Si tratta di una camminata ludico motoria non competitiva, aperta a tutti, su un circuito di 5 km.

Per ulteriori informazioni: Comitato Sardegna AIRC Tel. 070664172 email: com.sardegna@airc.it

LA SPILLETTA NASTRO ROSA AIRC
Per mostrare vicinanza alle pazienti e sostenere il lavoro dei ricercatori possiamo indossare la spilletta con il nastro rosa di AIRC, distribuita a fronte di una donazione minima di 2 euro grazie ai partner e ai Comitati Regionali di Fondazione AIRC, in migliaia di farmacie e punti di distribuzione indicati sul sito nastrorosa.it (online alla fine di settembre).

Federfarma
La Federazione nazionale che rappresenta oltre 18.000 farmacie private convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale, presenti capillarmente sul territorio, ha rinnovato anche quest’anno l’adesione all’iniziativa Nastro Rosa AIRC, invitando le farmacie associate a partecipare alla distribuzione delle spillette.

I PROTAGONISTI DELLA CAMPAGNA
L’immagine scelta per la campagna Nastro Rosa AIRC riassume in un gesto il messaggio di vicinanza rivolto a tutte le donne che hanno ricevuto una diagnosi: l’abbraccio del ricercatore Emilio Bria alla sua paziente Emanuela.

“In questi anni la ricerca ha vissuto una rivoluzione, nel 2005 Emanuela si è sottoposta a una terapia sperimentale che poi è diventata pratica clinica: è la dimostrazione di come la ricerca possa diventare cura per tutte le pazienti” racconta Emilio Bria, ricercatore e medico del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma e membro del Comitato Tecnico Scientifico di Fondazione AIRC. “In questi anni sono nati nuovi trattamenti, nuove prospettive e possibilità di combinare farmaci molecolari innovativi con vecchi chemioterapici. Oggi la sfida è anticipare sempre più le diagnosi e trovare cure mirate per le forme più aggressive”.

“Ricevere una diagnosi di tumore al seno non è facile, soprattutto a 28 anni” ricorda Emanuela Sabbatini, che oggi di anni ne ha 46. “Quando sono uscita dalla sala operatoria ricordo che ero sollevata, il problema l’avevo risolto, ora dovevo solo affidarmi ai medici per intraprendere il percorso di cura. Questa esperienza mi ha fatto capire quanto sia importante il sostegno delle persone care, per questo sono stata vicina ad amiche che hanno affrontato lo stesso percorso. La ricerca è fondamentale, non esiste altro, è alla base di tutto, sostenerla è sostenere la vita”.