Sassari. Dopo la sentenza dello scorso fine settimana, il Consorzio industriale di Sassari potrà disporre di alcune centinaia di ettari nella zona industriale di Porto Torres, attualmente non utilizzate dalle società del gruppo ENI, che saranno destinate a nuovi insediamenti produttivi e progetti di sviluppo territoriale legati, in particolare, alla filiera dell’idrogeno e dell’economia del mare.
Un passaggio di estrema importanza per gli scenari legati allo sviluppo economico territoriale, analizzato e presentato questa mattina dal presidente Valerio Scanu insieme al consiglio di amministrazione. La sentenza del TAR, infatti, conferma il ruolo centrale dei consorzi industriali nel definire la programmazione strategica per lo sviluppo economico territoriale. I giudici amministrativi confermano che le azioni del Consorzio industriale sono corrette sotto il profilo normativo e che sono giustamente finalizzate a creare le migliori condizioni per gli insediamenti produttivi attuali e futuri.
“La nostra mission è anche quella di favorire la riqualificazione e la reindustrializzazione dell’area industriale di Porto Torres, abbandonata da decenni nonostante le enormi potenzialità di sviluppo – ha evidenziato il presidente del Consorzio industriale, Valerio Scanu- Potenzialità e progetti evidenziati nel documento di programmazione strategica elaborato di recente dal Consorzio che, con le aree pronte ad essere disponibili, dopo la sentenza dei giudici amministrativi, si intende puntare principalmente sullo sviluppo delle attività portuali e sulla realizzazione di un distretto dell’idrogeno.”
Il Consorzio industriale ha individuato, infatti, obiettivi chiari come: la riqualificazione del porto industriale con realizzazione di nuova banchina tra la diga foranea e il pontile secchi, progetto già condiviso con l’Autorità di Sistema dei Mari di Sardegna. Inoltre, nei vasti spazi retroportuali si potranno sviluppare numerose attività quali: cantieristica navale, hub per la logistica dei trasporti e più in generale tutte quelle attinenti all’economia del mare.
“Lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde è in costante crescita in Europa e in Italia e il progetto presentato da un gruppo industriale solido e qualificato potrà realizzarsi a Porto Torres in virtù delle ideali condizioni presenti sul sito industriale. – ha aggiunto Scanu – Per questo riteniamo valido e irrinunciabile il progetto presentato che, peraltro, si è aggiudicato un contributo dal PNRR di 10 milioni di euro per un investimento iniziale di circa 74 milioni euro.“
La produzione di idrogeno verde può diventare un fattore di attrattività per l’utilizzo in campo industriale come materia prima o come vettore energetico, oltre che per conseguire finalità legate alla transizione energetica. Ma non solo. Gli obiettivi del Consorzio rivestono una reale centralità per tutto il sistema. Cui è necessario contribuire con una visione comune.
I giudici amministrativi confermano che le azioni del Consorzio industriale sono corrette sotto il profilo normativo e che sono giustamente finalizzate a creare le migliori condizioni per gli insediamenti produttivi attuali e futuri.
“Questa sentenza conferma il ruolo proprio del Consorzio industriale assegnato dalla legge ma che non veniva riconosciuto da alcuni gruppi industriali presenti nell’agglomerato. – ha aggiunto il direttore generale del Cips, Salvatore Demontis- Le aree all’interno del Piano regolatore territoriale, infatti, sono soggette a vincolo amministrativo e le attività che possono essere realizzate devono essere coerenti con la programmazione strategica del Consorzio stesso.”
“L’auspicio è che a partire da oggi possano riprendere le giuste interlocuzioni che coinvolgano gli enti del territorio, il governo regionale e nazionale e che si possa definire un quadro complessivo degli interventi sull’area di crisi industriale complessa, tali da garantire una reale prospettiva di sviluppo per il nord ovest.” ha concluso il presidente Scanu.