Sassari. A partire dagli anni 50 la storia dell’autonomia della Sardegna è stata caratterizzata dai Piani di Rinascita che avrebbero dovuto secondo l’idea iniziale, superare la situazione di arretratezza tecnologica e infrastrutturale e la povertà in cui versava la Sardegna, in quegli anni subito successivi alla guerra. Vennero costituite commissioni di studio, stanziati tantissimi soldi, impiegati un numero incredibile di anni tra predisposizione, approvazione ed attuazione degli stessi, ed il tutto si concretizzò di fatto con l’insediamento dell’industria petrolchimica nonostante fosse chiara l’inadeguatezza della struttura demografica, economica e urbanistica a recepire il progetto industriale, meno che meno nelle zone interne come è il caso di Ottana.
La scelta quindi –  secondo Giovanni Columbu che la traspose nella sua tesi di laurea – fu essenzialmente politica con la finalità precisa di sovvertire il retroterra sociale della Sardegna centrale e sradicare la cultura agro pastorale, che secondo tanti parlamentari sarebbe stata il brodo di coltura del banditismo, una scelta in puro stile coloniale.
L’analisi contenuta nella tesi , poi pubblicata per conto della facoltà di Architettura di Milano nel libro “Il golpe di Ottana” ci dà l’opportunità di discutere su un periodo della nostra storia e su fatti che hanno determinato un tipo di sviluppo esogeno, estraneo alla Sardegna, esaminarne gli effetti ed i risultati per voltare pagina e ipotizzare un futuro che parta da noi, dalle nostre risorse e specificità, che realizzi il desiderio di autodeterminazione del nostro popolo.
Di questo si parlerà
Venerdì 1 dicembre alle ore 17,45 presso la sala Angioy, Palazzo della Provincia a Sassari con:
Giovanni Columbu regista ed autore del libro “Il golpe di Ottana”
Gian Paolo Marras ex sindaco di Ottana
Romina Deriu Sociologa dell’Università di Sassari
Costantino Cossu Giornalista
Coordina Caterina Tani Liberu