Riceviamo e diffondiamo le dichiarazioni dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico sulla sospensione della moratoria riguardante la pesca dei ricci di mare in Sardegna: 

«La credibilità delle Istituzioni regionali sarde è analoga a quella di una moneta da 3 euro e 33 centesimi.
Nella serata del 30 novembre 2023 il Consiglio regionale, grazie a un emendamento al disegno di legge regionale n. 396/A (Modifiche alla legge di stabilità 2023-2025, variazioni al bilancio 2023-2025 e riconoscimento di debiti fuori bilancio), ancora una volta presentato dall’on. Gianfranco Lancioni (Psd’Az), ha approvato una nuova sospensione della moratoria della pesca dei Ricci di mare. I Ricci potranno essere pescati fino al 5 maggio 2024.
L’anno scorso, nella serata del 30 novembre 2022, la maggioranza consiliare aveva approvato il disegno di legge n. 360 “Norme per il sostegno e il rilancio dell’economia, disposizioni di carattere istituzionale e variazioni di bilancio”, al cui art. 1 “è stato approvato … l’emendamento all’emendamento n.178 (Lancioni e più) collegato all’emendamento 108. La proposta prevede che, nelle more delle procedure di indennizzo per il fermo biologico, sono state autorizzate fino al 30 aprile 2023 (entro un massimo di 90 giornate lavorative) raccolta, trasporto e commercializzazione del riccio di mare e prodotti derivati”.
Il Consiglio regionale, su pressione di un’ennesima caotica manifestazione dei ricciai, aveva approvato la ripresa della pesca dei Ricci di mare nonostante la drammatica situazione nei mari isolani.
Un’autentica vergogna. Già nel febbraio scorso il Consiglio regionale aveva dato prova della sua imbelle incapacità di tutelare i mari sardi approvando con procedura d’urgenza in sede legislativa la sospensione della moratoria della pesca dei Ricci di mare (art. 13, commi 47° e 48°, della legge regionale Sardegna n. 17/2021) fino al successivo 15 aprile 2022 in aderenza alle proteste dei pescatori del settore.
Finora questi ultimi han visto partire con lentezza i programmi lavorativi alternativi (coinvolgimento nella ricerca scientifica, raccolta della plastica rinvenuta in mare, ecc.) con gli indennizzi previsti. Pigra attuazione di quanto previsto dalla deliberazione Giunta regionale n. 50/27 del 28 dicembre 2021 (+ allegato, Direttive di attuazione del fermo di pesca del Riccio di mare, Paracentrotus lividus), annunciato con enfasi dall’Amministrazione regionale Solinas.
La sempre più necessaria moratoria della pesca di fatto non è mai iniziata.
Come ben noto, il Riccio di mare (Paracentrotus lividus) è in via di rapida rarefazione, in particolare nei mari sardi a causa del pesante prelievo a fini gastronomici, tant’è che sempre più ristoratori, giustamente, li escludono dai propri menù. Imperversa, poi, il prelievo abusivo e non si contano i sequestri da parte delle Forze dell’ordine e, dalle indagini, emergono anche pericolose forme di associazioni a delinquere e di mercato nero.
Sono ancora allo stadio sperimentale gli allevamenti di Ricci.
La situazione è davvero grave e necessita forti misure di salvaguardia, quantomeno la sospensione della raccolta dei ricci per almeno tre anni.
Nel dicembre 2019 ben 7.089 cittadini con la petizione popolare per una moratoria della pesca dei Ricci di mare promossa dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) avevano chiesto a gran voce ai Ministri delle risorse agricole e dell’ambiente e all’Assessore regionale dell’agricoltura una moratoria di tre anni della pesca dei Ricci di mare, monitoraggi marini e provvedimenti di sostegno ai pescatori temporaneamente impossibilitati alla pesca.
Finalmente la legge regionale Sardegna n. 17/2021 aveva previsto una moratoria triennale della pesca, ora si riprende allegramente la razzìa.
E chi se ne frega, tanto si può dire e approvare tutto e il contrario di tutto. E i Ricci di mare, così continuando, diventeranno un sempre più sbiadito ricordo per i mari sardi.
Rinnoviamo con ancor più energia l’appello a non mangiare Ricci di mare, nessun Riccio nel nostro piatto!»