Sono 2 i milioni di euro che le imprese artigiane della Sardegna avranno a disposizione per svilupparsi sui mercati esteri attraverso azioni di internazionalizzazione.
I fondi sono stati messi a disposizione dalla Giunta e dal Consiglio, con l’Assessorato al Lavoro, nella Variazione di Bilancio approvata poche settimane fa, per promuovere e accrescere l’export delle micro, piccole e medie imprese sarde, formare imprenditori e dipendenti e puntare alla conquista di nuovi spazi commerciali.
Per questo, Confartigianato Imprese Sardegna esprime soddisfazione per un risultato fortemente atteso e raggiunto grazie alla fitta serie di interlocuzioni intraprese con l’Assessorato al Lavoro e all’impegno mantenuto dall’Assessora Ada Lai.

“Apprezziamo lo sforzo che la Regione e l’Assessorato hanno fatto anche in questa occasione concretizzatosi con questo importante finanziamento – commentano Maria Amelia Lai e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – e questo è il frutto del dialogo quotidiano che la nostra Associazione ha sempre avuto con tutte le Forze Politiche. Per quanto ci riguarda gli impegni sono stati mantenuti. Ovviamente siamo solo all’inizio di un percorso di sostegno, valorizzazione e promozione delle imprese artigiane sarde all’estero che dovranno essere messe nelle condizioni di promuovere e vendere i prodotti isolani nei mercati già conosciuti e in quelli nuovi, creando, allo stesso tempo, reddito e lavoro”.
Confartigianato Sardegna, inoltre, ha apprezzato, in particolar modo, la concretezza della Regione nel voler sostenere processi di miglioramento delle capacità e competenze del tessuto imprenditoriale artigiano sardo sull’internazionalizzazione delle produzioni e sullo sguardo a mercati esteri quale potenziale sbocco delle eccellenze isolane.

“Garantiamo fin d’ora – continuano la Presidente e il Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – il massimo impegno affinché le proposte progettuali e i percorsi formativi siano il più possibile efficaci e rispondenti alle concrete necessità del tessuto imprenditoriale che rappresentiamo”.
Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, lo scorso anno per le piccole e medie imprese manifatturiere della Sardegna (al netto della lavorazione del greggio e degli oli minerali) si è chiuso con 475milioni di euro di vendite all’estero con una crescita del 7% rispetto al 2021. Tra le categorie di beni che hanno trovato compratori all’estero ci sono gli alimentari con 205 milioni (+14,9% rispetto al 2020), i prodotti del comparto moda con 19 milioni (+5,2%), il legno-arredo con 24 milioni (+5,1%) e altri prodotti di altre imprese manifatturiere (occhiali, gioielli, ecc) con 14milioni (+2,9%).

“Le esportazioni dalla Sardegna rivestono un ruolo fondamentale nell’espansione delle opportunità economiche isolane. Ci sono tanti nuovi mercati in crescita che offrono potenziali significativi per i produttori sardi di diversi settori – continuano Lai e Serra – è cruciale per l’Isola diversificare le sue destinazioni di esportazione, Gli scambi commerciali, infatti, aprono nuovi orizzonti per i produttori e prodotti sardi, consentendo loro di accedere a vasti mercati tuttora inesplorati con una crescente domanda di beni di qualità”. E sono proprio qualità dei prodotti e sicurezza alimentare, le richieste dei mercati internazionali, tutte caratteristiche proprie del made in Sardegna e Italy e della cultura alimentare sarda e tricolore.

“Il problema, però, sta nella capacità delle nostre aziende di saper conquistare le piazze commerciali – continuano Presidente e Segretario – lontane ma ricche di opportunità. Una sfida spesso difficile per le piccole imprese sarde”.
Infatti, Confartigianato Sardegna ricorda come siano solo 633 le aziende sarde che, nel 2022, hanno piazzato i propri prodotti all’estero. Infatti, appena lo 0,6% delle attività imprenditoriali isolane ha intrapreso rapporti commerciali con l’Europa e il resto del Mondo, classificando la Sardegna al quart’ultimo posto in Italia tra le regioni esportatrici.

“Purtroppo le aziende isolane che hanno intrapreso la via dell’export sono ancora troppo poche – sottolinea Serra – e i numeri posizionano l’Isola in fondo alla classifica nazionale. Questi fondi messi a disposizione serviranno affinché il sistema imprenditoriale e le Istituzioni possano lavorare insieme per far crescere sia i numeri delle realtà che vogliono puntare sui mercati esteri e accrescere il proprio giro d’affari”. “Il finanziamento della Regione, potrebbe servire anche a incentivare il Digital Temporary Export Manager, figura che va ulteriormente rafforzata poiché consente di non caricare costi strutturali sulle piccole imprese e può rappresentare un’interfaccia formativo per risorse interne all’azienda – conclude il Segretario – è infatti importante consentire alle MPI di camminare sulle proprie gambe, anche al fine di poter approfittare delle occasioni offerte dall’incremento del commercio digitale”.