Sassari. «Su sanità, trasporti e investimenti per l’istruzione, Sassari e il nord ovest della Sardegna non possono rimanere ancora indietro: questo territorio deve riguadagnare coraggio, sguardo lungo e progetti nuovi»: l’ha detto ieri pomeriggio Renato Soru, nell’incontro con il Tips (Tavolo istituzioni parti sociali per lo sviluppo economico del nord-ovest Sardegna), tenutosi alla Camera di commercio di Sassari.

Nato nel 2021, il Tips mette insieme i rappresentanti dei sindacati confederali e delle associazioni datoriali e di categoria, la Camera di Commercio e il Consorzio industriale provinciale. Un’iniziativa
«preziosa – ha detto il candidato presidente della Coalizione sarda – perché tavoli di discussione come questo sono uno strumento operativo utile allo sviluppo della Sardegna. Questa modalità di discussione e stimolo delle istituzioni che state sperimentando andrebbe allargata a tutti i portatori di interesse del territorio, compresi i rappresentati del terzo settore, delle professioni, dell’Università: andrebbe, a mio
avviso, anche istituzionalizzata nella legge statutaria.»

E per Soru la legge statutaria è un punto centrale dell’azione di governo per la prossima legislatura. «La nuova programmazione comunitaria – ha detto – mette al centro la partecipazione democratica.
Occorre quindi aprire un nuovo confronto con lo Stato e proseguire nella strada della ripartizione dei poteri verso i livelli territoriali: è un processo che iniziammo nel 2004 ma va portato avanti. Questi principi di allargamento della partecipazione vanno introdotti con la legge statutaria, che attraverso la riforma dell’organizzazione della Regione può fornire nuovi strumenti per istituzionalizzare la democrazia partecipativa.»

Soru è poi passato a trattare i principali problemi del nord Ovest. «In questo territorio di 20 per 20 km ci sono 34 periferie – ha spiegato – e occorre quindi rafforzare il collegamento con l’area vasta di Sassari e
il resto della Sardegna. C’è da fare per le strade: la nuova Sassari – Olbia era un’opera legata al G8 avviata nel 2009, ma è ancora in fase di completamento. E occorrono più investimenti nel trasporto pubblico: meno macchine, meno pericolo, meno traffico, un trasporto più accessibile a tutti quanti.»

Grazie al PNRR, ha detto ancora il candidato, «ci sono tra i 600 e 700 milioni per migliorare le ferrovie: l’elettrificazione della tratta tra Macomer e Oristano permetterebbe di avere treni migliori, veloci ed
elettrici secondo lo standard nazionale. Trenitalia sta sperimentando anche qui i treni a idrogeno, ma io sono contrario a questa soluzione: ci sono limiti di manutenzione e incertezza di approvvigionamenti,
punterei sull’elettrificazione standard. Sassari ha una posizione più semplice sull’intermodalità: la stazione ferroviaria attuale è già intermodale perché ci sono il metro Sirio e i bus. Dovrebbero esserci
già il biglietto unico e Sirio avrebbe dovuto raggiungere Latte Dolce e Li Punti, come avevamo predisposto nel 2009.»

Per quanto riguarda gli investimenti su scuola, università e formazione, per Soru «Sassari deve recuperare il suo ruolo di guida del territorio.
Per esempio, non ci sono le facoltà Stem, cioè per le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche. Sono un pezzo importante del sapere di oggi e delle competenze che servono per trascinare l’industria e il territorio grazie alla nuova economia che sta nascendo e che può portare innovazione nei settori produttivi.»

Focus poi sulla sanità, «Sono contrario che il Policlinico di Sassari si sposti al Mater Olbia – ha detto Renato Soru – perché così la città perderebbe anche la facoltà di Medicina: qui occorre l’intervento della
Regione anche per favorire l’orientamento agli studenti. Tutto il privato convenzionato è a Cagliari, grazie alla forte lobby della sanità cagliaritana: l’ideale sarebbe distribuire le convenzioni secondo i
budget e le esigenze del territorio. E ci sono da portare avanti allo stesso tempo gli investimenti ospedalieri. Le risorse ci sono, ma bisogna darsi da fare: c’è da portare a termine il Santissima
Annunziata, sistemare le cliniche e ripartire. C’è da rimettere in campo la medicina territoriale e rafforzare l’assistenza domiciliare integrata: è una questione di civiltà e umanità delle cure, non solo di
conti.»

«C’è tanto da fare – ha concluso Soru -, ma la cosiddetta emergenza del nord ovest si può affrontare e superare insieme, essendo capaci di programmare insieme, mettendo in campo una migliore collaborazione tra la Regione, gli enti locali e le parti sociali per riportare questo territorio, e tutta la Sardegna, verso un cammino di sviluppo e benessere.»