Giammario Senes, ex sindaco di Bonorva, è stato eletto Presidente della Rete delle Associazioni – Comunità per lo Sviluppo per il prossimo biennio.
Il Direttivo, nella riunione del 14 marzo, ha anche deciso che ad affiancarlo alla guida dell’Associazione, come Vicepresidente, sarà Rita Zaru, Sindaca di Noragugume e rappresentante di Borghi Autentici della Sardegna.
La Rete delle Associazioni nasce nel 2019, per iniziativa di Fausto Mura (anima dell’Associazione Nino Carrus), e ad oggi ha l’adesione di circa 40 Associazioni sarde.
Tra gli scopi fondamentali della Rete è centrale quello di contrastare lo spopolamento delle aree interne e dei paesi, evitando la scomparsa e la cancellazione di un pezzo di storia e di identità della Sardegna.
Il Direttivo ha confermato l’impegno a promuovere un programma di iniziative per far crescere nei territori la consapevolezza che serve una mobilitazione ampia a difesa del diritto al futuro per tutta la Sardegna.
La questione aree interne rimane infatti strategica per l’intera regione: 315 comuni su 377 ed il 50% della popolazione vivono una condizione di marginalità, di sistematica negazione di fondamentali diritti di cittadinanza, di sostanziale inesistenza di opportunità e prospettive per il futuro.
Il rischio di un progressivo abbandono di interi paesi e di ampie aree territoriali della Sardegna interna rappresenterebbe una mutazione antropologica di dimensioni tali da mettere a rischio i tratti identitari più autentici della nostra isola.
La Rete ritiene che il nuovo ciclo di programmazione e la disponibilità di ingenti risorse finanziarie possano consentire di impostare un programma di sviluppo capace di mobilitare e cogliere tutte le risorse e le opportunità. Rendere competitiva l’intera Sardegna deve essere l’obiettivo principale, valorizzando le risorse tradizionali e uniche insieme ad una forte innovazione che guardi al mondo della tecnologia, della ricerca e della specializzazione intelligente.
La nuova Giunta regionale ed il nuovo Consiglio dovranno avere il coraggio di aprire una pagina nuova nelle politiche di sviluppo per incentivare la creatività, attrarre investimenti, rispondere alle attese e alle speranze dei giovani che saranno costretti, in caso contrario, ad abbandonare anche loro la nostra terra.
Per la Sardegna è tempo di una “nuova Rinascita”, per mobilitare tutte le migliori energie della nostra terra e realizzare uno sviluppo capace di produrre benessere diffuso e riequilibrio territoriale,