Ittiri. L’Associazione Culturale Itifallico, reduce dal successo della prima edizione del 2023, riproporrà anche quest’anno l’iniziativa Manos de Fainas pro “s’affidu” – Riti del matrimonio Ittirese negli anni ’50, mani che lavorano per il matrimonio. Un evento storico, quello del matrimonio degli anni ’50, che costituiva nel dopo guerra uno dei pochi ma intensi momenti di festa, in cui una intera comunità si impegnava a rendere quel momento una festa e un inno alla tradizione. Il progetto ideato e progettato dall’Associazione Culturale Istìga, realizzato e organizzato dall’associazione Itifallico, ripropone i momenti storici del rito del matrimonio, esattamente come è stato raccontato dai padri, dagli uomini e dalle donne di un tempo, riproducendo fedelmente ambientazioni e dettagli, in un autentico viaggio nel tempo.

L’iniziativa, molto sentita dalla comunità ittirese, vuole essere un tributo alla tradizione matrimoniale di quegli anni, un monumento vivente intriso di storia, che ha l’intento di valorizzare un patrimonio culturale destinato a svanire nel tempo. Un inno alla libertà, celebrando la forza e la determinazione delle donne che hanno contribuito in modo significativo a costruire la comunità Ittirese.

Manos de Fainas “pro s’affidu” non è soltanto un viaggio nostalgico nel passato, bensì un auspicio a custodire e preservare le radici culturali che hanno contribuito a definire l’identità di Ittiri. La scelta di raccontare gli anni che dal 1950 al 1959, nasce dal fatto che il rito in quegli anni non fosse ancora trasformato dagli effetti del boom economico, dalle mode degli anni Sessanta e dal consumismo. Non ci sono aspetti folkloristici, ma ogni dettaglio rispecchia esattamente la tradizione del matrimonio. Spesso combinato, ad Ittiri esisteva la figura de “su Tratadore”, conosciuto come “Musengu” impersonificato da Mario Deriu (dell’associazione Ippica Ittirese), che dialogava con le famiglie affinché si compisse su “coju”. Ma dietro a questo rito, ci sono indelebili unioni, unioni di mani ma anche di comunità, dove tutto il paese fa festa, con i pochi mezzi a disposizione, costruisce le basi del futuro degli sposi.

L’iniziativa quest’anno verrà presentata nel tempo, un po’ come accadeva, negli anni ’50 per mettere in piedi i riti del fidanzamento e del matrimonio successivamente. Tanti eventi per un unico racconto: nel mese di aprile ci sarà la ricerca degli sposi, il 18 Maggio il fidanzamento “Su Coju”, il primo giugno il lavaggio della lana, dal ventotto settembre la preparazione dei dolci, il confezionamento di cuscini e materassi, l’infioccamento dei canestri, e il trasporto del corredo degli sposi nella loro futura dimora. Ad ottobre la preparazione del letto nunziale, e il 13 ottobre, finalmente, S’affidu, ossia il Matrimonio.

In questi sette mesi l’associazione sarà impegnata nella preparazione e allestimento delle tre abitazioni chiuse da decenni: una adibita a casa della sposa, l’altra dello sposo e la terza degli sposi. Le antiche vasche di “Binza Funtana” oggetto di un primo intervento di ripristino, saranno ulteriormente sistemate e restituite alla comunità. Un’antica merceria ed una cantina tipica del centro storico, saranno riportate al loro antico splendore. Il tutto sarà raccontato attraverso un lungometraggio cinematografico del regista Enrico Salvatore Porcheddu dal titolo Musengu. Teatro dell’iniziativa sarà come sempre il centro storico di Ittiri, nello specifico le vie Monserrato e Gelsi, che rappresentano il cuore del centro storico.

Da non dimenticare gli eventi collaterali che arricchiranno il lungo percorso per tutta la primavera e l’estate: a giugno partirà l’iniziativa “Ittirinfiore pro s’affidu”, dove gli abitanti delle vie coinvolte dal rito, saranno invitati all’allestimento dei balconi e ingressi delle loro abitazioni con fiori e piante. Un concorso a premi poi coinvolgerà i residenti nelle votazioni del miglior allestimento e il 13 ottobre saranno premiati i primi tre balconi.

L’iniziativa, che verrà riproposta autonomamente dal prossimo anno, nasce in collaborazione con le fioriste di Ittiri: Ikebana di Maddalena Cadoni e l’Orchidea di Caterina Cannoni. Da maggio a giugno, nell’angolo Gelsi, dove si trova la merceria che contiene ancora gli antichi arredi, e la cantina privata tipica ittirese, saranno abbellite e riaperte permettendo cosi ai visitatori di soffermarsi in una parte del centro storico che molti conoscono solo di passaggio. Sarà un angolo attrattivo anche per gli allestimenti esterni animati da artisti locali. Sempre in questa location verranno sistemate delle suggestive luci notturne stile anni ’50. Sarà riallestito il Temporary Store – Barbiere degli anni ’50, a cura di Giovanni Devinu, sempre nella via Gelsi e saranno presenti auto e moto d’epoca grazie alla collaborazione con l’Associazione Il Volante, Club D’Auto e Moto D’Epoca.

Il giorno del matrimonio, Ittiri si vestirà di fede e di festa, con uomini e donne in abito tradizionale e civile, che si uniranno al grande rito. “Senza le maestrie e l’abnegazione delle donne e degli uomini dell’Associazione e la direzione di Massimiliano Marongiu Trini – spiega il Presidente Vincenzo Ortu – non sarebbe possibile realizzare l’iniziativa”.

L’evento, patrocinato dalla Provincia di Sassari, dal Comune di Ittiri, dall’Università degli Studi di Sassari, dall’Unione dei Comuni del Coros e sposato da numerose associazioni e privati, è fortemente voluto dall’associazione Itifallico, che oltre alla rappresentazione fedele del rito si pone l’obiettivo di mostrare le bellezze storiche del paese e di rivelare l’identità di un popolo fiero, generoso e molto unito.

Importante il grande contributo della Compagnia Teatro Ittiri che ha sposato la mission dell’iniziativa e ne costituisce un partner prezioso. Tutte le fasi dell’evento verranno descritte nel dettaglio su Facebook all’indirizzo https://www.facebook.com/Itifa.co